Roma, l’esposizione a Palazzo Poli (Fontana di Trevi), dove sarà allestita sino al 31 gennaio 2021.

Nell’anno 2020 ricorre il terzo centenario della nascita di Giambattista Piranesi (Venezia, 4 ottobre 1720), architetto, fondatore del moderno metodo scientifico di indagine archeologica, designer e imprenditore, noto soprattutto al grande pubblico come incisore tra i più grandi nella storia dell’arte grafica.
Il rapporto privilegiato che l’Istituto centrale per la grafica di Roma ha con Piranesi, al quale ha dedicato un progetto di studio decennale, si deve principalmente al fatto che tutte le matrici calcografiche incise dall’artista veneziano e bottega in oltre trent’anni di attività sono conservate nella Calcoteca, della quale costituiscono uno dei nuclei più rappresentativi.
Acquistato per volere di Papa Gregorio XVI dall’editore parigino Firmin Didot, nel dicembre del 1838, il Fondo di matrici Piranesi si compone di 1191 soggetti (964 autografi, altri incisi dal figlio Francesco o comunque entrati a far parte negli anni della Calcografia Piranesi).
L’Istituto possiede, inoltre, l’intera raccolta delle stampe dell’artista conservate nelle collezioni della Calcografia; e alcune serie di particolare pregio sono presenti anche nelle collezioni del Gabinetto dei disegni e delle stampe dello stesso Istituto.
Queste le motivazioni in seguito alle quali l’Istituto centrale per la grafica è stato individuato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo come ente a capo di una Commissione tecnico-scientifica per il coordinamento delle iniziative nazionali per le celebrazioni piranesiane previste per l’anno in corso. L’Istituto, pertanto, ha voluto celebrare l’incisore con una mostra nella quale ampio spazio è dedicato alle matrici che esaltano, nella loro unicità, il trionfo del progetto grafico piranesiano e del suo “sogno impossibile”.
Giambattista Piranesi. Sognare il sogno impossibile” è il titolo dell’esposizione, che si è aperta il 15 ottobre in Palazzo Poli alla Fontana di Trevi, dove sarà allestita sino al 31 gennaio 2021.
La mostra vuole far conoscere al grande pubblico anche le stampe, i disegni (un fondo di preziosi disegni proviene dalle Gallerie degli Uffizi), dipinti e pezzi archeologici (repliche dalla Reale Accademia di Belle Arti di San Fernando di Madrid) che sono in rapporto con l’opera dell’artista. L’iniziativa si avvale di un comitato scientifico internazionale e si propone di offrire un’immagine a tutto tondo del ruolo dell’artista nella costruzione di un immaginario visivo legato in gran parte al volto settecentesco della città di Roma. La poliedrica produzione grafica piranesiana si offre infatti a molteplici piani di lettura, in rapporto con l’antichità, l’architettura, la tecnica costruttiva degli antichi, la sua formazione nella cultura figurativa veneta che maturerà a contatto con la storia romana.
I visitatori sono accolti nelle sale espositive al primo piano di Palazzo Poli da una proiezione multimediale a soffitto, curata da Civita Mostre e Musei, con la quale ci si propone di coinvolgere lo spettatore nella Roma della metà del Settecento, ambiente che Piranesi ha magistralmente eternato nelle sue Vedute.
La mostra si articola in cinque sezioni: I Capricci e le Carceri, architetture fantastiche del primo periodo; Le Antichità Romane e il Campo Marzio; Piranesi designer: Camini, Vasi e Candelabri; Le Vedute di Roma e dei dintorni; Vedute di Paestum.
Una parte della mostra, nelle sale al piano terra del Palazzo, è poi dedicata alla tecnica incisoria piranesiana, analizzata con metodologie e strumenti messi a punto dal Laboratorio Diagnostico per le Matrici dell’Istituto e attraverso il metodo fotografico RTI (Reflectance Transformation Imaging), applicato alle matrici delle Carceri grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Storia, Disegno e Restauro dell’architettura, della Sapienza Università di Roma.
Sempre al piano terra sono esposte alcune opere che hanno avuto la loro genesi nelle collezioni dell’Istituto, realizzate da Gianluca Campigotto, Mario Cresci, Daniele Pignatelli, Michelangelo Pistoletto, Ninì Santoro, alcuni degli artisti contemporanei che riflettono sull’eredità di Piranesi (Visioni contemporanee).
Un disegno di Filippo Sassoli reinventa la bottega di Piranesi a Strada Felice e una graphic novel del fumettista Ratigher ambientata nel Colosseo vede Piranesi protagonista della storia.
L’iniziativa espositiva è completata dalla pubblicazione di un libro multimediale con contributi originali sull’autore che mettono in luce l’interdisciplinarietà e la versatilità del genio piranesiano, le sue corrispondenze e applicazioni nei diversi ambiti della cultura di epoca moderna. La pubblicazione del libro sul web consentirà anche di illustrare ai visitatori virtuali le opere previste nel percorso espositivo.
La mostra è a cura di Maria Cristina Misiti, dirigente dell’Istituto centrale per la grafica, e Giovanna Scaloni, storica dell’arte dell’Istituto, con la collaborazione di Civita Mostre e Musei. L’allestimento è di Paolo Martellotti.
L’esposizione è stata realizzata grazie al sostegno della Tchoban Foundation di Berlino che pure ha dedicato una mostra alle celebrazioni del Trecentenario della nascita di Piranesi “Imprinting of the future. Destiny of Piranesi’s city”, allestita nel Palazzo della Calcografia (Istituto centrale per la grafica).