La Commissione europea ha pubblicato oggi le relazioni che tracciano il profilo dei sistemi sanitari in 30 paesi che forniscono un’analisi approfondita dei sistemi sanitari, esaminando la salute della popolazione e importanti fattori di rischio, così come l’efficacia, l’accessibilità e la resilienza dei sistemi sanitari in ciascuno Stato membro dell’UE.
I profili sono accompagnati da una relazione che mette in risalto alcune delle più importanti tendenze di evoluzione dei sistemi sanitari dell’Ue.
In particolare, emerge che l’esitazione vaccinale è una grave minaccia per la salute pubblica in tutta Europa e può essere affrontata attraverso una migliore alfabetizzazione sanitaria, il contrasto della disinformazione e il coinvolgimento attivo degli operatori sanitari.
E ancora: la trasformazione digitale negli ambiti della promozione della salute e della prevenzione delle malattie può dar luogo a vincitori e vinti. Coloro che, potenzialmente, trarrebbero maggior beneficio dalla sanità mobile e da analoghi strumenti digitali potrebbero anche avere minori probabilità di accedervi.
Le lacune nell’accessibilità dell’assistenza sanitaria sono ancora una realtà all’interno dell’UE. Nel misurare l’accesso all’assistenza sanitaria, e le numerose barriere che vi si frappongono, è necessario prendere in considerazione sia le esigenze cliniche che le caratteristiche socioeconomiche dei pazienti.
Inoltre, le innovazioni relative al mix di competenze dei lavoratori del settore della sanità evidenziano grandi potenzialità per aumentare la resilienza del sistema sanitario. In tutta l’UE si riscontrano esempi promettenti di trasferimento dei compiti tra operatori sanitari, in particolare per quanto riguarda il rafforzamento del ruolo degli infermieri e dei farmacisti. Infine, il ciclo di vita dei medicinali rivela un ampio margine di manovra per la cooperazione degli Stati membri nel garantire terapie sicure, efficaci e a prezzi accessibili, spaziando da una spesa razionale fino a prescrizioni responsabili.

L’ITALIA
Dati confortanti emergono dal profilo sulla sanità nel nostro Paese, che viene sintetizzato così: “l’Italia ha la seconda più alta speranza di vita in Europa, anche se notevoli disparità persistono tra le regioni, per genere e situazione socioeconomica. Nel complesso, il sistema sanitario italiano è efficiente, e garantisce un buon accesso a prestazioni sanitarie di elevata qualità a costi relativamente bassi, sebbene si registrino differenze considerevoli tra le regioni. Le principali sfide per il sistema sanitario italiano consistono nel migliorare il coordinamento delle prestazioni sanitarie per la crescente fascia della popolazione affetta da malattie croniche, e ridurre le disparità di accesso alle cure”.

STATO DELLA SALUTE
Nel 2017, la speranza di vita alla nascita in Italia ha raggiunto gli 83,1 anni, ponendo il paese al secondo posto nell’Unione europea dopo la Spagna. Nonostante che a partire dal 2000 il divario di genere nella speranza di vita sia diminuito, gli uomini italiani vivono in media ancora quattro anni in meno delle donne. Sussistono inoltre notevoli disparità connesse alla situazione socioeconomica e a livello interregionale: gli uomini italiani meno istruiti vivono in media 4,5 anni in meno rispetto a quelli più istruiti, e le persone che risiedono nelle regioni più abbienti del Nord vivono oltre tre anni in più rispetto a chi vive in quelle meno prospere del Sud.

FATTORI DI RISCHIO
A partire dal 2000, il numero di fumatori in Italia è diminuito leggermente, ma nel 2017 fumavano quotidianamente ancora un adulto su cinque, una cifra leggermente superiore rispetto alla media dell’UE (19%).
L’obesità tra gli adulti è aumentata dal 9 % nel 2003 all’11 % nel 2017, ma rimane tuttavia inferiore alla media dell’UE (15%). I problemi di sovrappeso tra i bambini e gli adolescenti rappresentano un’altra questione problematica per la sanità pubblica, con circa un quinto dei quindicenni in sovrappeso od obeso nel periodo 2013-2014, una quota prossima alla media dell’UE.
Su una nota più positiva, la percentuale di adulti che dichiara regolarmente un consumo di alcolici elevato è molto più bassa rispetto alla maggior parte dei paesi dell’UE.
La principale causa di morte in Italia è rappresentata ancora dalle malattie cardiovascolari.
Il tumore al polmone e al colon-retto sono le cause più frequenti di morte per cancro, ma anche in questi casi i tassi di mortalità sono diminuiti di circa il 15% dal 2000.
Allo stesso tempo, in Italia i decessi associati al morbo di Alzheimer sono aumentati in modo notevole, benché l’incremento sia dovuto in larga misura ai miglioramenti nelle diagnosi e ai cambiamenti nelle pratiche di registrazione dei decessi. Tutte le percentuali sono inferiori alla media dell’Ue.

SPESA SANITARIA
Nel 2017 la spesa sanitaria pro capite in Italia, pari a 2.483 EUR, era del 15% inferiore rispetto alla media dell’UE, pari a 2.884 EUR. La spesa sanitaria ha ripreso a crescere negli ultimi anni, ma a un ritmo più lento rispetto a quello della maggior parte dei paesi dell’UE. In proporzione ai restanti settori economici, nel 2017 la spesa sanitaria era pari all’8,8 % del PIL, un punto percentuale in meno rispetto alla media dell’UE del 9,8 %.

La spesa sanitaria è finanziata per circa tre quarti con fondi pubblici, mentre la parte restante è principalmente a carico dei pazienti. 

EFFICACIA
Il sistema sanitario italiano è relativamente efficace nell’evitare le morti premature e presenta uno dei livelli più bassi di cause prevenibili e trattabili di mortalità nell’UE.

ACCESSIBILITÀ
In Italia i bisogni sanitari non soddisfatti sono in genere bassi, sebbene le fasce di popolazione a basso reddito e i residenti in alcune regioni incontrino maggiori ostacoli per accedere ad alcuni servizi. RESILIENZA

Come in molti altri Stati Membri, negli anni a venire l’invecchiamento della popolazione eserciterà pressioni sui sistemi sanitari e di assistenza a lungo termine; sarà quindi necessaria una maggiore efficienza, che deriverà da un’ulteriore evoluzione dei modelli di erogazione del servizio verso un’assistenza per le malattie croniche prestata al di fuori delle strutture ospedaliere.
Il report integrale è disponibile qui