La campagna promossa dalla Fondazione MEDSEA e dall’organizzazione ambientale statunitense “Parley for the Oceans”: una sfida plastic free partita dal basso

La campagna #Barforthesea” nasce a giugno grazie a una iniziativa della fondazione MEDSEA e di “Parley for the Oceans”, organizzazione ambientale statunitense che si batte per la tutela degli ecosistemi marini. Firmando un memorandum, alcuni fra i proprietari delle attività di ristorazione del Poetto di Cagliari si sono impegnati a ridurre, con il supporto degli esperti MEDSEA, l’utilizzo della plastica dai loro esercizi. I chioschi diventano così non solo modelli di un processo produttivo attento alle esigenze ambientali, ma luoghi di diffusione per un nuovo modo di vivere il rapporto con il mare, in uno degli scenari più belli di tutto il Mediterraneo. Otto ad oggi i bar coinvolti nel progetto.

I numeri della sfida plastic free, partita dal basso. I dati che emergono dal bimestre luglio-agosto, con la coda estiva di settembre, sono stupefacenti. Spiega Vanessa Melas, economista ambientale di MEDSEA: “Il risparmio colpisce anche quando si prenda in esame una sola attività. Le palmette, per esempio, può vantarsi di aver evitato l’utilizzo di 700 kg di plastica. Ma è il dato complessivo a restituire un’immagine dei risultati ottenuti. Considerati in media 1570 coperti giornalieri per le otto attività, il mancato impiego di plastica tra il 1 luglio e fine agosto, con la coda al 30 settembre 2019, è quantificabile in 3 tonnellate e mezzo, o in 91 mila metri cubi.

Se facciamo un parallelo con la grande isola di plastica del Pacifico, che ha raggiunto una densità fino a 100 kg di plastica per km2, i nostri 3,659.00 kg equivalgono a 36,59 km2. Potremmo dire che abbiamo evitato un’isola di plastica di 36 km2 superiore alla somma della superficie delle due isole sarde: la Maddalena e di Caprera, rispettivamente 20,1 km quadri e 15,7 km2 per un totale di 35,8 km2. Un campo da calcio ha una superficie di quasi un ettaro, vale a dire 0,01 km2. Questo vuol dire che 3,659 campi da calcio non avranno un manto ricoperto di plastica.

Le soluzioni alternative. La plastica per i prodotti da asporto è stata sostituita dal cartone, dal legno per le palette di caffè e gelati o, nel caso dei cocktail, dal PLA biodegradabile. Le bustine contenenti olio e aceto rimangono, anche se i clienti vengono invitati a condire le loro pietanze al banco. Nel servizio al tavolo la plastica è stata interamente eliminata. L’acqua e le bevande sono state vendute nel tetrapack, in lattina, nei vuoti a rendere. “Non abbiamo registrato costi aggiuntivi, il materiale si è semplicemente trasformato – spiegano alcuni titolari dei chioschi, che aggiungono: “Dovremmo essere premiati dall’amministrazione per questo impegno, per esempio attraverso un calcolo più equo delle tasse sui rifiuti”. La sfida alla plastica continua.

com.unica, 28 novembre 2019