ll Royal Institute of International Affairs, noto come Chatham House, è un think tank britannico specializzato in analisi geopolitiche e delle tendenze politico-economiche globali. Con l’approssimarsi del centenario della sua fondazione, previsto per il 2020, Chatham House ha avviato un ambizioso progetto denominato Common Futures Conversations (Dialoghi per dei Futuri Condivisi), il cui obiettivo è dare vita ad una piattaforma digitale euro-africana capace di promuovere dibattiti e confronti tra giovani in Europa e Africa su temi di rilievo globale come l’educazione, la lotta alle fake news, l’ambiente ed il contrasto alla povertà. Peculiarità del progetto è che la piattaforma sarà sviluppata dai giovani stessi.

Per avviare questo esperimento, sviluppato in collaborazione la Fondazione Robert Bosch, Chatham House ha infatti deciso di avvalersi della collaborazione di ventisei giovani leader e influencer di tredici differenti paesi africani ed europei, inclusa l’Italia. Tra essi anche Michel Alimasi, consulente strategico italo-congolese da tempo attivo su numerosi progetti internazionali e Jacopo Bencini, ricercatore da anni impegnato nell’attivismo e nella politica locale.

I ventisei giovani saranno impegnati in un percorso lungo diciotto mesi che li vedrà attivi a Londra presso la sede di Chatham House, ad Addis Abeba, in Etiopia, e nei i rispettivi paesi. L’obiettivo finale è far sì che anche i più giovani possano trovare canali di partecipazione per conoscere, comprendere e influenzare i dibattiti su temi di politica internazionale tramite il proprio, autentico punto di vista. La costruzione della piattaforma avverrà attraverso questionari, ricerche sul campo e incontri con decisori politici e associazioni – il lancio è previsto per l’autunno 2019. Il primo questionario rivolto a tutti i giovani italiani di età compresa fra i 18 ed i 35 anni è già disponibile online sul sito di Chatham House: www.chathamhouse.org/common-futures-conversations-youth-survey-2019. “In un’epoca segnata dalla continua ricerca del presente, costruire momenti di riflessione diventa sempre più complesso – sottolinea Michel Alimasi – questo è vero in particolar modo per i giovani, spesso destinati all’essere meri spettatori delle trasformazioni internazionali. Dall’intelligenza artificiale ai cambiamenti climatici, dall’impatto sociale alle migrazioni, sono innumerevoli i temi sui quali ragazze e ragazzi africani ed europei possono generare nuove idee e soluzioni. Riuscire a mettere insieme punti di vista differenti, dando l’opportunità ai più giovani di esprimersi e confrontarsi è il cardine di questa iniziativa”.

Il progetto ha avuto inizio a Londra il 13 dicembre scorso con un primo incontro operativo dei ventisei giovani provenienti da Italia, Costa d’Avorio, Etiopia, Estonia, Germania, Kenya, Mozambico, Nigeria, Norvegia, Romania, Tunisia, Regno Unito e Zambia, e proseguirà con un secondo incontro di lavoro in Etiopia previsto per la seconda metà di febbraio. 

com.unica, 30 gennaio 2019