Si apre oggi la Conferenza sulla Libia organizzata dal governo italiano a Palermo. Gi obiettivi sono stabilizzare il Paese nordafricano, strappando la gestione della sicurezza alle milizie, e tracciare una roadmap per le elezioni. Potrebbe esserci un grande assente: il generale Khalifa Haftar, senza il quale ogni accordo perderebbe di efficacia. Khalifa Haftar, l’uomo (relativamente) forte della Cirenaica, si fa desiderare – scrive oggi il Corriere. Senza di lui la conferenza sarebbe un fallimento. Un colpo grave per la più importante iniziativa di politica estera sino ad oggi del nuovo governo italiano. Haftar lo sa benissimo. Ha il coltello per il manico e gioca bene le sue carte. Alcuni siti libici hanno scritto che il premier Giuseppe Conte ieri si trovava a Bengasi per convincerlo ad andare a Palermo, ma Palazzo Chigi ha smentito. Trovare un’intesa tra Tripoli, Tobruk, le milizie e le tribù non sarà facile (Il Sole 24 Ore). Intervistato dal direttore della Stampa, il premier Conte sottolinea: “Per una Libia stabile, Sarraj e Haftar devono accettare compromessi con gli avversari”.

Per la Francia sarà presente il ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian, l’unico esponente di peso di un Paese occidentale. Ha dato forfait, invece, il vicepresidente Usa Mike Pence che sarà in Giappone. La Russia invierà una delegazione guidata dal premier Dmitri Medvedev e dal vice ministro degli Esteri, Mikhail Bogdanov, massimo esperto della regione (Rai News). Secondo l’Economist, il piano dell’Onu per mettere ordine nel caos libico è buono, ma Italia e Francia stanno rendendo le cose difficili. 

(com.unica, 12 novembre 2018)