La settimana economica si chiude con lo spread sopra i 290 punti base e il rendimento dei buoni del tesoro a dieci anni a 3,24%: a pesare sono le tensioni sul commercio internazionale, ma soprattutto le preoccupazioni dei mercati sulle future misure economiche del governo italiano (Il Sole 24 Ore). L’agenzia Fitch ha confermato il rating dell’Italia a Bbb, ma ha corretto l’outlook da stabile a negativo, spiegando che gli impegni del “contratto di governo” costano troppo, e vedendo aumentare le possibilità di un voto anticipato nel 2019 (La Stampa). Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, risponde dalla missione in Cina: “Li convinceremo” (Ansa). “In tre mesi il governo ha fatto poco e niente. Ma ciò è bastato a far fuggire gli investitori”, scrive Ferdinando Giugliano su Repubblica.

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, ha ribadito che il tetto del 3% del rapporto deficit/Pil potrebbe essere superato per investire sulle opere pubbliche.

Nel secondo trimestre il Pil è cresciuto solo dello 0,2%, ma l’andamento annuale fa segnare una crescita dell’1,2%, rispetto all’1,1% stimato a luglio. In crescita dell’+1,7% l’inflazione su base annuale. L’inflazione dell’area dell’euro si è fermata al 2%. A luglio la disoccupazione è scesa al 10,4% ma diminuisce anche il numero di occupati, mentre aumenta quello di inattivi (RaiNews 24). Secondo l’Eurostat, il tasso di disoccupazione dei paesi della zona euro a luglio è sceso all’8,2%.

(com.unica, 1 settembre 2018)