Nelle ultime 48 in Italia sono sbarcati 12 mila migranti. La situazione è ritenuta dal governo “grave”, tanto che l’ambasciatore italiano presso l’Ue Maurizio Massari, incontrando ieri il commissario europeo per le migrazioni Dimitris Avramopoulos, ha minacciato la chiusura dei porti alle navi straniere e che non fanno parte di missioni europee (La Stampa). L’obiettivo del governo è fare in modo che anche altri Paesi che partecipano al recupero dei migranti, li accolgano direttamente sul proprio territorio. Sarà comunque garantita l’assistenza ai barconi in difficoltà, assicurando il trasporto di cibo e medicinali e il salvataggio di persone in pericolo di vita.

Serve una solidarietà concreta dall’Europa perché chiudere i confini non fermerà i profughi in arrivo in Italia, scrive Stefano Stefanini sulla Stampa. Sulla stessa lunghezza d’onda l’editoriale del direttore Mario Calabresi di Repubblica che sottolinea soprattutto l’urgenza di un piano concreto di sostegno allo sviluppo dei Paesi d’origine, che assicuri una speranza di miglioramento di vita. Ma non basta stanziare soldi, “bisogna seguire passo passo le iniziative per impedire che i fondi europei ingrassino solo la corruzione di potentati e funzionari – scrive. Solo così potremo continuare a parlare di solidarietà e di inclusione, solo mostrando ai cittadini di comprendere le loro paure potremo continuare a sostenere la necessità di integrare i bambini che nascono in Italia da genitori stranieri”. 

Dal Canada, dove è in visita ufficiale, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parla di “situazione ingestibile”. Da Roma, aprendo il congresso della Cisl, il premier Paolo Gentiloni accusa i Paesi europei che “girano la faccia dall’altra parte”. Intanto proprio oggi la cancelliera Angela Merkel riunisce a Berlino i leader europei in vista del G20. Con Gentiloni avrà un vertice bilaterale in cui dovrebbe affrontare anche la questione migratoria (ANSA). All’incontro parteciperanno fra gli altri Jean-Claude Juncker, Donald Tusk, il francese Emmanuel Macron, lo spagnolo Mariano Rajoy, la britannica Theresa May e l’olandese Mark Rutte.

(com.unica, 29 giugno 2017)