Lo storico incontro tra il capo della Chiesa di Roma e quello della Chiesa ortodossa russa è avvenuto ieri all’aeroporto ‘Josè Martì’ dell’Avana, dove Papa Francesco è stato accolto dal presidente cubano Raul Castro, accompagnato dal ministro degli Esteri Bruno Rodríguez e dal cardinale dell’Avana, Jaime Ortega.

Il confronto è durato circa due ore, alla presenza di due interpreti, uno spagnolo e un russo. “Siamo fratelli, è molto chiaro che questa è la volontà di Dio” ha detto Bergoglio a Kirill, che rappresenta due terzi dei 250 milioni di ortodossi nel mondo.. ”Anche se le nostre difficoltà non si sono ancora appianate c’è la possibilità di incontrarci e questo è bello” ha risposto il Patriarca al Papa.

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Papa Francesco ha subito dopo incontrato i giornalisti sull’aereo (in partenza per il Messico) per illustrare il documento, che non deve essere letto – ha voluto precisare – “come una dichiarazione politica o sociologica ma come una riflessione pastorale comune di due vescovi che si sono incontrati”. Incalzato dalle domande si è soffermato quindi su alcuni temi caldi toccati nel testo congiunto, dalla guerra che infiamma una vasta area del Medio Oriente a quelli legati alla famiglia e alla biogenetica. Su questi ultimi in particolare nel documento si esprime “rammarico” per l’equiparazione di altre forme di unione al matrimonio, “mentre il concetto di paternità e maternità come vocazione particolare dell’uomo e della donna nel matrimonio santificato dalla tradizione biblica viene estromesso dalla coscienza pubblica” e con la manipolazione genetica viene mosso “un attacco ai fondamenti dell’esistenza dell’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio”.

Quindi la partenza per Città del Messico, dove è stato accolto da migliaia di fedeli festanti nel cuore della notte. “In Messico – ha dichiarato su twitter il Pontefice – guarderò gli occhi della Vergine Maria, la supplicherò di continuare a guardarci con misericordia. A Lei affido il mio viaggio”.

(com.unica, 13 febbraio 2016)