In una lettera al ‘Corriere della Sera’ lo scrittore Antonio Debenedetti ricorda il suo Umberto Saba e risponde alla recensione di Paolo Mieli legata al libro “Via San Nicolò 30 – Traditori e traditi nella Trieste nazista” (Il Mulino), di cui nelle scorse ore Pagine Ebraiche ha pubblicato analisi e impressioni degli storici italiani Anna Foa e Simon Levis Sullam, affiancate da una nota del direttore del giornale dell’ebraismo italiano Guido Vitale.

Debenedetti sottolinea nella sua lettera il gusto per la provocazione “tipicamente sabiano” per poi intervenire sulla sua percezione dell’ebraismo e su quanto scritto da Mieli sull’argomento. “L’ebraicità è un privilegio che si sconta vivendo. – scrive Debenedetti – A proposito dei mezzi ebrei, come lo era Saba e lo sei anche tu, posso anche aggiungerti, caro Paolo, che Umberto diceva: ‘I mezzi ebrei sono due volte ebrei perché si vedono essere ebrei’. Io, in queste parole che ho trascritto nel mio Giacomino, mi ci riconosco. E tu? Spero di sì. Con affetto”.

(com.unica 18 settembre 2015)