«Government at a glance» («Uno sguardo sulla pubblica amministrazione») è il rapporto presentato in questi giorni dall’Ocse riguardante la composizione della spesa dei Paesi Ocse per il 2013. I dati sull’educazione sono quelli che hanno destato maggior interesse nel nostro paese, di grande attualità grazie al dibattito che si è sviluppato in concomitanza della riforma sulla “buona scuola” presentata dal Governo Renzi.

Il quadro che emerge dalla lettura della ricerca è decisamente poco lusinghiero per il nostro paese, relegato al penultimo posto tra i paesi dell’Ocse per quanto riguarda la spesa per istruzione: solo l’8%, con una media generale del 12%.

I paesi che destinano maggiori risorse nell’istruzione sono invece Islanda (16,9%), Israele (16,3%), Lettonia (15,7%) ed Estonia (15,4%). Altro dato negativo per il nostro paese: l’istruzione è la voce della spesa pubblica in cui c’è stata la maggiore contrazione di risorse (-1,6% nel periodo 2007-2013), un arco di tempo caratterizzato dalla crisi mondiale. Per la cronaca dietro di noi c’è solo la Grecia.

Tra gli altri paesi da segnalare la Germania, che si attesta al 9,7% (in continuità con il passato), mentre c’è un calo in Francia (dal 10,13% del 2007 al 9,65% del 2013). Per tornare al nostro Paese, quasi la metà della spesa complessiva viene assorbita dalle scuole secondarie (44,77% del totale). Alla scuola primaria viene destinato il 37,37% della spesa. Al capitolo Ricerca e Sviluppo pochissimo: appena lo 0,23%.

(com.unica/6 giugno 2015)