La Commissione Europea ha proposto ieri, 3 maggio, agli Stati membri di allentare le attuali restrizioni ai viaggi non essenziali verso l’UE per tenere conto dei progressi delle campagne di vaccinazione e dell’evoluzione della situazione epidemiologica a livello mondiale.
Tale misura, spiega la Commissione Ue, potrebbe essere estesa ai vaccini che hanno completato l’iter previsto per l’inserimento nell’elenco per l’uso di emergenza dell’OMS. La Commissione ha proposto inoltre di innalzare, in linea con l’evoluzione della situazione epidemiologica nell’UE, la soglia relativa al numero di nuovi casi di COVID-19 utilizzati per stabilire l’elenco dei paesi dai quali i viaggi sono autorizzati. Ciò dovrebbe consentire al Consiglio di ampliare tale elenco.
Allo stesso tempo, l’emergere di varianti del coronavirus che destano preoccupazione richiede un controllo costante. Per riequilibrare la situazione, la Commissione vorrebbe trovare un nuovo meccanismo di “freno di emergenza” da coordinarsi a livello dell’UE che limiterebbe il rischio che tali varianti entrino nell’Unione. Ciò consentirebbe agli Stati membri di agire rapidamente limitando al minimo indispensabile tutti i viaggi dai paesi colpiti in via temporanea, per il tempo necessario a intraprendere adeguate misure sanitarie.

Viaggi non essenziali per viaggiatori vaccinati
La Commissione ha proposto dunque che gli Stati membri revochino le restrizioni ai viaggi non essenziali per le persone vaccinate che si recano nell’UE. Ciò rispecchia i più recenti pareri scientifici, che dimostrano che la vaccinazione contribuisce notevolmente a interrompere la catena di trasmissione.

Gli Stati membri dovrebbero consentire l’ingresso nell’UE di coloro a cui è stata somministrata, al più tardi 14 giorni prima dell’arrivo, l’ultima dose raccomandata di un vaccino autorizzato per l’immissione al commercio nell’UE. Potrebbero inoltre estendere tale possibilità anche a coloro che hanno ricevuto un vaccino che abbia completato l’iter previsto per l’inserimento nell’elenco per l’uso di emergenza dell’OMS. Inoltre, se decidono di derogare all’obbligo di presentare un test PCR negativo e/o di sottoporre a quarantena le persone vaccinate sul loro territorio, gli Stati membri dovrebbero anche derogare a tali prescrizioni per i viaggiatori vaccinati provenienti da paesi terzi.
Bisognerebbe agevolare tale prassi non appena il certificato verde digitale diventerà operativo, in linea con le norme proposte dalla Commissione il 17 marzo. In particolare, i viaggiatori dovrebbero poter dimostrare la propria situazione vaccinale mediante un certificato verde digitale rilasciato dalle autorità degli Stati membri su base individuale, o mediante un altro certificato riconosciuto come equivalente in virtù di una decisione di adeguatezza della Commissione.
Fintantoché il certificato verde digitale non sarà operativo, gli Stati membri potrebbero accettare i certificati di vaccinazione di paesi terzi fondati sul diritto nazionale, tenuto conto della necessità di poter verificare l’autenticità, la validità e l’integrità del certificato e la presenza nello stesso di tutti i dati pertinenti.
Gli Stati membri potrebbero prendere in considerazione la creazione di un portale che consenta ai viaggiatori di chiedere il riconoscimento di un certificato di vaccinazione rilasciato da un paese terzo come prova affidabile della vaccinazione e/o il rilascio di un certificato verde digitale.
I minori non inclusi nella vaccinazione dovrebbero poter viaggiare con i genitori vaccinati se in possesso di un test PCR COVID-19 negativo effettuato al più tardi 72 ore prima dell’arrivo. In questi casi, gli Stati membri potrebbero richiedere test aggiuntivi dopo l’arrivo.

Revoca totale della restrizione dei viaggi non essenziali da più paesi
I viaggi non essenziali, indipendentemente dalla situazione vaccinale individuale, sono attualmente consentiti in provenienza da 7 paesi con una buona situazione epidemiologica. L’elenco di tali paesi è deciso dal Consiglio sulla base dei criteri epidemiologici contenuti nell’attuale raccomandazione.

La Commissione ha proposto di modificare i criteri per tener conto delle crescenti prove dell’impatto positivo delle campagne di vaccinazione. La proposta prevede di aumentare la soglia del tasso cumulativo dei casi di COVID-19 registrati negli ultimi 14 giorni da 25 a 100, notevolmente al di sotto dell’attuale media UE, che supera quota 420.
Tale soglia così adattata dovrebbe consentire al Consiglio di ampliare l’elenco dei paesi dai quali sono consentiti viaggi non essenziali a prescindere dalla situazione vaccinale, fatte salve misure sanitarie quali test e/o quarantena. Ora il Consiglio dovrebbe riesaminare tale elenco almeno ogni 2 settimane.

I viaggi essenziali rimangono consentiti
Coloro che viaggiano per motivi essenziali, in particolare gli operatori sanitari, i lavoratori transfrontalieri, i lavoratori agricoli stagionali, il personale dei trasporti e i marittimi, i passeggeri in transito, coloro che viaggiano per motivi familiari imperativi o per motivi di studio dovrebbero continuare a essere autorizzati ad entrare nell’UE, indipendentemente dalla situazione vaccinale o dal paese di provenienza. Lo stesso vale per i cittadini dell’UE, i soggiornanti di lungo periodo e i loro familiari. Questi viaggi dovrebbero continuare a essere soggetti a misure sanitarie, quali test e quarantena, come deciso dagli Stati membri.

“Freno di emergenza” per contrastare la diffusione delle varianti
Qualora la situazione epidemiologica di un paese terzo o di una regione peggiori rapidamente e, in particolare, qualora sia stata individuata una variante che desta preoccupazione o da tenere sotto controllo, gli Stati membri possono adottare una restrizione temporanea urgente di tutti i viaggi verso l’UE per i cittadini di paesi terzi che risiedono nel paese terzo in questione. Le uniche eccezioni a tale restrizione sarebbero rappresentate dalle seguenti categorie: operatori sanitari, personale dei trasporti, diplomatici, passeggeri in transito, coloro che viaggiano per motivi familiari imperativi, marittimi e persone bisognose di protezione internazionale o che viaggiano per altri motivi umanitari. Tali viaggiatori dovrebbero essere soggetti a rigorose disposizioni in materia di test e quarantena anche se sono stati vaccinati.

Qualora uno Stato membro applichi tali restrizioni, gli Stati membri, riuniti nell’ambito delle strutture del Consiglio e in stretta cooperazione con la Commissione, dovrebbero riesaminare la situazione in modo coordinato. Tali restrizioni dovrebbero essere riesaminate almeno ogni due settimane.