La trasformazione digitale tocca gli ambiti e i processi più diversi, creando contestualmente una mole crescente di informazioni da gestire, integrare e tradurre. Il complesso processo di assimilazione, mappatura, spostamento e trasformazione dei dati, necessario a ottenere una loro elaborazione e funzionamento, si chiama data integration, che sperimenterà un vero e proprio boom nei prossimi anni. Il mercato globale di questo settore tecnologico crescerà del 137% entro il 2027, passando da 8,1 a 19,2 miliardi di dollari di valore, con tasso annuo di crescita composto CAGR del 13%, secondo una ricerca condotta da Global Industry Analysts.

“La data integration è troppo spesso sottovalutata, poiché è culturalmente diffuso il pensiero che il valore risieda nelle applicazioni, nei sistemi informatici, prima ancora che nei dati. Questo approccio di solito porta alla formazione di “mostri informatici”, sistemi molto complessi e molto poco efficienti. Invece bisogna concentrarsi sui dati, che devono essere supportati e gestiti da una struttura informatica snella e flessibile in grado di adattarsi alle diverse necessità”, spiega Stefano Musso, CEO di Primeur, multinazionale italiana specializzata nell’integrazione di dati.

”Il futuro va sempre più verso un uso dei dati dinamico, flessibile e armonico. I vantaggi che noi di Primeur offriamo attraverso le nostre piattaforme di Data Integration sono molteplici – sottolinea Musso – In primo luogo i nostri strumenti permettono una diminuzione del tempo di implementazione di nuove applicazioni nei sistemi informativi già esistenti e del tempo necessario per individuare e risolvere problemi operativi”. Si riducono quindi i costi dedicati al Cloud e tutti i costi operativi di gestione informatica, ma anche delle Operations di business: “Chiaramente questi vantaggi sia pratici sia economici – spiega ancora Musso – si convertono in vantaggi anche per i clienti finali. Una gestione migliore dei dati incrementa infatti la produttività, il time to market e il servizio complessivo, oltre a permettere di prendere scelte più precise e rapide a livello di business management”.

A testimoniare la necessità delle aziende di ricorrere a strumenti di Data Integration è il rapporto sui Big Data pubblicato da AgcomAntitrust e Garante della Privacy che ha svelato come entro il 2025 l’aumento esponenziale dei dati nel mondo arriverà a raggiungere un volume complessivo di 163 zettabyte, cioè 163 trilioni di gigabyte. Inoltre, secondo una ricerca condotta da Gartner, entro quest’anno i dispositivi connessi a qualsiasi tipo di tecnologia saranno circa 20,6 miliardi a livello globale. Con l’espansione dell’Internet of Things, aumenta anche il numero di nuovi utenti che arriveranno ad essere 325 milioni entro la fine di quest’anno secondo le stime degli esperti.

com.unica, 28 novembre 2020