Per i cittadini europei le tre principali preoccupazioni a livello dell’UE sono la situazione economica, lo stato delle finanze pubbliche degli Stati membri e l’immigrazione. La situazione economica è la principale preoccupazione anche a livello nazionale, seguita da salute e disoccupazione. È quanto emerge dalla nuova indagine di Eurobarometro condotta in luglio e agosto.
Il 64 % degli europei ritiene che la situazione sia “negativa” e il 42% ritiene che l’economia del proprio paese si riprenderà dagli effetti avversi della pandemia di coronavirus “nel 2023 o successivamente”.
Per quanto riguarda le misure adottate dall’UE per combattere la pandemia, gli europei sono divisi (45% di “soddisfatti” contro il 44% di “insoddisfatti”). Il 62% si dichiara tuttavia fiducioso nel fatto che l’UE prenderà le decisioni giuste in futuro e il 60 % rimane ottimista riguardo al futuro dell’UE.

UE: FIDUCIA E IMMAGINE
Rispetto all’autunno 2019 la fiducia nell’Unione europea è rimasta stabile al 43 %, nonostante le variazioni della percezione dell’opinione pubblica durante la pandemia. È aumentata la fiducia nei governi e nei parlamenti nazionali, rispettivamente al 40 % (+ 6 punti percentuali) e al 36 % (+ 2).
In 15 Stati membri la maggioranza degli intervistati dichiara di fidarsi dell’UE, con i livelli più elevati in Irlanda (73 %), Danimarca (63 %) e Lituania (59 %). I livelli più bassi di fiducia nell’UE si registrano in Italia (28 %), Francia (30 %) e Grecia (32 %).
La percentuale di intervistati che hanno un’immagine positiva dell’UE è la stessa di coloro che hanno un’immagine neutra (40 %). Il 19 % degli intervistati ha un’immagine negativa dell’UE (-1 punto percentuale).
In 13 Stati membri dell’Unione la maggioranza degli intervistati ha un’immagine positiva dell’UE, con le percentuali più alte in Irlanda (71 %), Polonia e Portogallo (entrambi al 55 %). In altri 13 Stati membri l’UE evoca negli intervistati un’immagine prevalentemente neutra, con le percentuali più elevate registrate a Malta (56 %), in Spagna, in Lettonia e in Slovenia (tutte al 48 %).

PREOCCUPAZIONI PRINCIPALI A LIVELLO NAZIONALE E DELL’UE
Con un forte aumento di 16 punti percentuali rispetto all’autunno 2019, oltre un terzo dei cittadini (35%) ha indicato la situazione economica come il problema più urgente che l’UE deve affrontare, salito dalla terza alla prima posizione. La preoccupazione per la situazione economica non è mai stata così forte dalla primavera del 2014.
I cittadini europei sono inoltre sempre più preoccupati per lo stato delle finanze pubbliche degli Stati membri (23 %, ossia + 6 punti percentuali, il livello più alto dalla primavera del 2015), che passa dal quinto al secondo posto delle preoccupazioni, alla pari con l’immigrazione (23 %, ossia -13 punti percentuali), che ora si colloca al livello più basso dall’autunno 2014.
Nel pieno della pandemia di coronavirus, la salute (22 %, nuova voce) è la quarta preoccupazione più menzionata a livello dell’UE. La questione dell’ambiente e dei cambiamenti climatici ha perso terreno, scendendo di 8 punti percentuali al 20 %, seguita dalla disoccupazione (17 %, + 5 punti percentuali).
Analogamente, la situazione economica (33 %, + 17 punti percentuali) ha superato la salute come problema più importante a livello nazionale, balzando dal settimo al primo posto. Anche se in seconda posizione, la salute è stata molto più citata come preoccupazione rispetto all’autunno 2019 (31 %, + 9 punti percentuali), registrando il livello più elevato mai osservato negli ultimi sei anni.
Anche la preoccupazione per la disoccupazione ha guadagnato molto terreno (28%, + 8 punti percentuali), seguita da aumento dei prezzi/inflazione/costo della vita (18 %, – 2 punti percentuali), ambiente e cambiamenti climatici (14 %, – 6 punti percentuali) e debito pubblico (12 %, + 4 punti percentuali). La preoccupazione per l’immigrazione (11 %, – 5 punti percentuali) è al livello più basso degli ultimi sei anni.

LA SITUAZIONE ECONOMICA ATTUALE
Rispetto all’autunno del 2019 la percentuale di europei che ritiene che la situazione attuale della loro economia nazionale sia “buona” (34 %, – 13 punti percentuali) è notevolmente diminuita, mentre la percentuale di intervistati che giudicano la situazione economica nazionale “negativa” ha registrato un vertiginoso aumento (64 %, + 14 punti percentuali).
A livello nazionale, in 10 paesi (nell’autunno 2019 erano 15) la maggioranza degli intervistati afferma che la situazione economica nazionale è buona. La percentuale di intervistati per i quali la situazione dell’economia nazionale è buona varia dall’83 % del Lussemburgo al 9 % della Grecia.

LA PANDEMIA DI CORONAVIRUS E L’OPINIONE PUBBLICA NELL’UE
Gli europei sono divisi sulle misure adottate dalle istituzioni dell’UE per combattere la pandemia di coronavirus (il 45 % si ritiene “soddisfatto” mentre il 44 % è “insoddisfatto”). Tuttavia, la maggioranza degli intervistati in 19 Stati membri è soddisfatta delle misure adottate dalle istituzioni dell’Unione europea per combattere la pandemia di coronavirus. I dati positivi più elevati si registrano in Irlanda (71 %), seguiti da quelli di Ungheria, Romania e Polonia (tutti al 60 %). In sette paesi la maggioranza degli intervistati si dichiara “insoddisfatta”, soprattutto in Lussemburgo (63 %), Italia (58 %), Grecia e Cechia (in entrambe al 55 %) e Spagna (52 %). In Austria si registra la stessa percentuale (47 %) di intervistati soddisfatti e insoddisfatti.
In ogni caso più di sei europei su dieci hanno fiducia nel fatto che l’UE prenderà le giuste decisioni in futuro (62 %). Le priorità della risposta dell’UE alla pandemia più citate dagli intervistati sono la definizione di una strategia per affrontare una crisi simile in futuro (37%) e l’impiego di mezzi finanziari per trovare una cura o un vaccino (37 %), mentre per il 30 % dei soggetti è prioritario lo sviluppo di una politica sanitaria europea.
Le esperienze personali degli europei quanto alle misure di confinamento sono state molto diverse. Nel complesso, quasi tre europei su dieci hanno affermato che è stato abbastanza facile rispettarle (31 %), mentre un quarto ha dichiarato che è stato piuttosto difficile (25 %); il 30 % ha invece affermato che è stato “facile e difficile allo stesso tempo”.

PRINCIPALI SETTORI DI INTERVENTO
Interrogati sugli obiettivi del Green Deal europeo, i cittadini dell’Unione continuano a considerare assolute priorità lo sviluppo delle energie rinnovabili, la lotta contro i rifiuti di plastica e il ruolo guida dell’UE sul problema della plastica monouso. Più di un terzo ritiene che la priorità assoluta debba andare al sostegno agli agricoltori dell’UE (38 %) o alla promozione dell’economia circolare (36 %). Poco più di tre intervistati su dieci affermano che la riduzione del consumo di energia (31 %) dovrebbe essere la principale priorità.
Il sostegno all’Unione economica e monetaria e all’euro rimane elevato, con il 75 % degli intervistati della zona euro a favore della moneta unica dell’UE. Nell’intera UE a 27, il sostegno all’euro è salito al 67 % (+ 5).

CITTADINANZA DELL’UE E DEMOCRAZIA EUROPEA
In 26 Stati membri dell’UE (fa eccezione l’Italia) in maggioranza i soggetti intervistati si sentono cittadini dell’UE e, nell’UE nel suo insieme, la percentuale è pari al 70 %. A livello nazionale le percentuali più alte si osservano in Irlanda e Lussemburgo (entrambi 89 %), Polonia (83 %), Slovacchia e Germania (entrambe 82%), Lituania (81%), Ungheria, Portogallo e Danimarca (tutti 80 %).
La maggioranza degli europei (53 %) dichiara di essere soddisfatta del modo in cui la democrazia funziona nell’UE. La percentuale di intervistati che si dichiarano “insoddisfatti” è aumentata di 3 punti percentuali dall’autunno 2019 ed è pari al 43 %.

OTTIMISMO RIGUARDO AL FUTURO DELL’UE
Infine, in questo periodo tormentato, il 60 % degli europei afferma di essere ottimista sul futuro dell’UE. Le percentuali più elevate di ottimismo si osservano in Irlanda (81%), Lituania e Polonia (entrambe 75 %) e Croazia (74 %). I livelli di ottimismo più bassi si registrano in Grecia (44 %) e in Italia (49 %), dove il pessimismo supera l’ottimismo, e in Francia, dove le opinioni sono equamente ripartite (49 % e 49 %). 

com.unica, 31 ottobre 2020