In un articolo su “Spectactor” la scrittrice somala consiglia al presidente francese di erigere una statua dedicata alle vittime dell’islamismo

Macron è in grado di arginare la marea dell’islamismo in Francia? Se lo è chiesto in un editoriale sul magazine inglese “Spectator” la scrittrice e attivista somala Ayaan Hirsi Ali, intervenendo nel dibattito seguito alla barbara decapitazione del professor Samuel Paty da parte di un fondamentalista islamico. Ali, per chi non lo ricordasse, è una figura simbolo della battaglia per i diritti delle donne e contro l’islam radicale: cresciuta tra la Somalia, l’Arabia Saudita, l’Etiopia e il Kenya, è stata marchiata come “infedele” per essersi ribellata alle pratiche vessatorie – dalla mutilazione genitale ai matrimoni imposti – che costringono le donne musulmane in una posizione di sottomissione. Fuggita in Europa e successivamente negli Stati Uniti (lavora nel centro di studi American Enterprise Institute), ha continuato la sua battaglia, e nel 2004 il suo nome si è imposto in tutto il mondo in seguito alla fatwa contro il film “Submission”, che ha portato all’omicidio del regista Theo van Gogh da parte di un estremista islamico e alle minacce di morte contro Ayaan.

Una settimana fa Emmanuel Macron, ha scritto Ali, ha promesso di sconfiggere il `separatismo islamico’ dato che una minoranza di circa sei milioni di musulmani in Francia rischiano di formare una `contro società’. “Abbiamo visto un’altra espressione di ciò quando un professore di storia è stato decapitato per strada mentre tornava a casa in una periferia parigina. Macron oggi si pone come il difensore dei valori francesi, ed è determinato a risolvere la piaga dell’islamismo. Il fatto che il presidente abbia tenuto un discorso anti islamico è di per se un segno di come si sta muovendo velocemente il dibattito in Francia. Cinque anni fa quando Fox News ha segnalato dei quartieri parigini da evitare, la sindaca della città ha minacciato di sporgere denuncia. Oggi abbiamo un presidente centrista come Macron che avverte che `l’obiettivo finale dell’ideologia’ islamista è quello di assumere il controllo totale della società. Chiunque avesse fatto questo discorso solo qualche anno fa sarebbe stato condannato dalla sinistra come un estremista”.

Nel suo articolo Hirsi Ali consiglia a Macron di erigere una statua dedicata alle vittime dell’islamismo, come i giornalisti di Charlie Hebdo o Theo Van Gogh. All’inaugurazione della statua, Macron potrebbe sfidare la falsa nozione – sempre più diffusa al giorno d’oggi – secondo cui porsi delle domande sull’islamismo e gli islamisti sia un atto di “islamofobia”. La difesa dei diritti umani universali è un atto di compassione, non una “fobia”. Secondo l’autrice, Macron dovrebbe dare un sostegno maggiore alle famiglie musulmane francesi che si oppongono all’islam politico a loro rischio e pericolo.

“La battaglia delle idee contro l’islamismo sarà necessariamente lunga – ribadisce – e, se Macron vorrà avere successo, dovrà assicurarsi che la società civile francese e le fondazioni filantropiche sostengano il suo sforzo. Lo stato dovrà sciogliere le organizzazioni sovversive islamiste che forniscono un sostegno ideologico alla violenza, e allo stesso tempo incoraggiare gli altri leader europei a fare lo stesso. È incredibile come molti di loro, al giorno d’oggi, preferiscano evitare l’argomento. Macron dovrà sfidare l’ideologia islamista anche in materia di immigrazione irrigidendo le norme affinché i valori civici francesi vengano tenuti in considerazione quando si decide chi accogliere.”

“Gli immigrati – conclude l’attivista somala – devono essere obbligati a sposare l’idea francese di coesione sociale, che significa che non possono affrancare il separatismo o l’islamismo. Inoltre il corpo diplomatico francese è radicato in Nord Africa e in medio oriente e deve contrastare le attività dei gruppi fondamentalisti. “Macron ha ragione: il separatismo islamista rischia di spaccare in due la Francia – conclude Hirsi Ali – Ma se il problema deve essere risolto, i cittadini francesi devono capire che il presidente ha le palle non solo per accusare l’Islam radicale ma anche per prendere delle azioni reali e pratiche per sconfiggerlo”.

com.unica, 26 ottobre 2020