Per la ricorrenza dell’Africa Day, che si svolge come ogni anno il 25 maggio, Medici con l’Africa Cuamm ha organizzato “Parole con l’Africa”, iniziativa che ha coinvolto alcuni testimonial speciali che hanno ricordato che nel gioco della vita e del futuro del mondo “siamo tutti uniti, in un solo respiro e in unico abbraccio”: Niccolò Fabi e Daniele Silvestri, Dacia Maraini e Simonetta Agnello Hornby, ma anche Claudio Magris, Beppe Severgnini, Niccolò Ammaniti, Natalino Balasso, Agnese Pini, Beppe Carletti e Roberto Citran. Voci molto diverse tra loro ma unite nel ribadire che “andrà tutto bene, se andrà bene per tutti”.

E così mentre Beppe Severgnini ricorda che il “cuore è un luogo infinito dove ci stanno molte più cose di quelle che immaginiamo”, Daniele Silvestri invita a dare a questa “interconnessione, in cui ci troviamo a vivere, un valore positivo occupandoci degli altri e dei più poveri”. Niccolò Fabi, che con il Cuamm ha condiviso tanta strada, afferma che “pensare all’Africa, in questo momento, potrebbe sembrare un lusso, ma in realtà non lo è. È pensare a un mondo pan-demico, in cui tutto riguarda tutti i popoli, qualsiasi difficoltà non può che avere un filo rosso che unisce tutti noi”. Un unico destino che ci lega è anche la suggestione di Niccolò Ammaniti che ribadisce che “siamo tutti fatti di carne e speranza, e questo virus micidiale lo sta dimostrando, non facendo distinzione tra paesi poveri e paesi ricchi”.

Natalino Balasso, con la sua sottile ironia, invita a “monitorare l’Africa e continuare ad aiutarla, perché se il virus attecchisce lì, è un disastro”; Beppe Carletti dei Nomadi ci ricorda che “a parlare siamo tutti bravi, poi, dopo, ci vogliono i fatti” e Roberto Citran, ricordando la sua infanzia a Padova, sottolinea come il Cuamm “aiuta, senza retorica, senza chiedere nulla. Lo fanno e basta”. Dal direttore della Nazione, Agnese Pini, arriva l’invito ad “andare oltre le parole vuote e l’ipocrisia, e che questa sofferenza possa insegnarci a essere più sensibili e grati a chi dona qualcosa di sé agli altri”, mentre Dacia Maraini rivolge un appello accorato: “Ogni giorno che passa, il pericolo aumenta. Bisogna fare presto”; Simonetta Agnello Hornby pone l’accento sulle donne e sul ruolo che hanno nell’allevare i figli perché “mamme attive e sane sono fondamentali per la nazione intera”.

A dare una lettura profonda e lucida della situazione in Africa è Claudio Magris germanista e scrittore raffinato, che con la sua riflessione e le sue opere è entrato nel cuore vivo dell’Europa. Con gratitudine verso chi si spende sul campo, oggi sprona a una nuova lettura: saper riconoscere che “l’Africa sta vivendo le doglie di un parto, verso un nuovo protagonismo. Una nascita che ha bisogno di mani sapienti di levatrice, come quelle del Cuamm”. “Il virus si sta diffondendo in Africa più lentamente di quanto ha fatto in Europa – spiega don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm –, ma potrebbe mettere alla prova il continente per un lungo periodo, senza che le persone che ci vivono possano contare su sistemi sanitari strutturati come i nostri, che pure sono stati messi in crisi. Non possiamo rimanere indifferenti e fermi, abbiamo visto la sofferenza causata dal virus da vicino. Così abbiamo chiesto ad alcuni amici di prestare la loro voce all’Africa, diventando testimoni di questa piccola iniziativa “Parole con l’Africa”. Ciascuno con il suo carisma e la sua originalità si è messo in gioco e ha proposto una parola, un messaggio di speranza e di sostegno. A loro il nostro grazie più grande, per essersi lasciati coinvolgere e averci aiutato a mantenere accesa l’attenzione su un continente che rischia, sempre più, di essere dimenticato”.

A tal proposito l’Africa Cuamm ha sottolineato le azioni intraprese per cercare di sopperire alla fragilità dei sistemi sanitari africani: sta lavorando a diversi livelli, con le autorità sanitarie locali, per sostenere i sistemi nella gestione dell’epidemia, sia supportando i Ministeri locali, sia predisponendo piani di contenimento negli ospedali e nelle comunità in cui è presente. In Sierra Leone, per esempio, fa parte della task force nazionale creata contro il virus e, gestendo il servizio nazionale di ambulanze NEMS, ha destinato in tutto il Paese dei mezzi dedicati al prelievo di pazienti sospetti. In Tanzania, Uganda, Etiopia come in tutti gli altri paesi, nei 23 ospedali in cui è presente, Medici con l’Africa Cuamm ha creato nuovi sistemi di triage all’accettazione dei malati, separando le zone di accesso, con isolamento dei casi dubbi di Covid-19, per impedire che, come spesso accade nelle epidemie, gli ospedali diventino luogo di trasmissione del virus. In Mozambico, dove c’è un solo laboratorio in tutto il paese in grado di fare i test e 34 ventilatori per 30 milioni di abitanti, l’unica arma per proteggere la popolazione è la prevenzione, grazie al fattore tempo. 500 attivisti e operatori comunitari, che di solito si occupano di Hiv e salute materna, sono stati formati per fare prevenzione del virus, anche grazie a messaggi che vengono diffusi in radio e dalle casse delle auto e, in alcune città, dei minareti. Attualmente, Medici con l’Africa Cuamm conta sul campo 100 operatori italiani e 2.800 operatori locali, negli otto paesi di intervento.

Ma l’Associazione di don Dante Carraro ha specificato anche che serve aiuto per assicurare: dispositivi di protezione individuale per il personale sanitario e gli addetti alle pulizie, oltre che il materiale necessario per la disinfezione degli ambienti; equipaggiamenti minimi per la diagnosi e la gestione clinica, come il termometro a infrarossi per misurare la temperatura, il saturimetro per rilevare l’ossigenazione del sangue e il concentratore di ossigeno; tende per il triage e unità di isolamento; formazione del personale per la gestione di casi Covid-19 e la sensibilizzazione delle comunità per la diffusione di comportamenti corretti da adottare in questo periodo.

È possibile sostenere il lavoro di Medici con l’Africa Cuamm con una donazione su c/c postale 17101353 e online su www.mediciconlafrica.org.