1940, l’Europa è travolta dall’avanzata di Hitler. Ondate di ebrei cechi e polacchi cercano rifugio in Lituania, l’unico Paese della regione che accoglie ancora i profughi, ma è funestamente conteso tra il Reich e l’Unione Sovietica. Nel clima di crescente precarietà l’olandese Jan Zwartendijk, direttore della filiale lituana della Philips e nuovo console onorario a Kaunas, riesce ad aprire agli ebrei un’ultima, insperata via di fuga dall’Europa nazista. In una febbrile lotta contro il tempo, operando da solo e di nascosto da tutti, Zwartendijk lavora giorno e notte per tre settimane rilasciando visti per Curaçao, nelle Indie olandesi, mentre il collega Sugihara, console giapponese, firma i visti di transito per il Giappone. Senza conoscersi né incontrarsi mai, uniti dall’imperativo morale di agire, i due diplomatici danno così inizio a una straordinaria impresa clandestina che salverà migliaia di vite, ma rimarrà a lungo ignota.

Nel suo ultimo libro “I giusti“, pubblicato in Italia da Iperborea, in una sinfonia di ricordi, documenti e frammenti di vita, Jan Brokken compone con magistrale equilibrio il ritratto di un eroe dimenticato dalla storia che, al pari di Oskar Schindler, Raoul Wallenberg e Giorgio Perlasca, ha trovato il coraggio di opporsi alla brutalità del Nazismo.

Jan Brokken

Rintracciando fonti e testimonianze in giro per il mondo, accompagnato dai ricordi dei tre figli di Zwartendijk, Jan Brokken ricostruisce la storia dell’”Angelo di Curaçao“, come lo chiamavano i profughi, che solo dopo la morte è stato riconosciuto tra i Giusti fra le Nazioni. E restituendo un volto alle masse erranti, segue in presa diretta l’odissea di intere famiglie che grazie a quel visto percorrono la Transiberiana, raggiungono Kobe e trovano rifugio nell’enorme ghetto della cosmopolita Shanghai. “I Giusti” è un monumentale affresco storico e umano, un mosaico di vite, luoghi ed eventi in cui la realtà assume naturalmente tinte epiche e romanzesche, ma soprattutto una lezione sul coraggio e sulla responsabilità del singolo di fronte a un mondo e a un’umanità in macerie.

Jan Brokken avrebbe dovuto essere ospite della serata inaugurale del festival I Boreali, poi annullato per via dell’emergenza Coronavirus. L’incontro, dal titolo “Sommersi dalla storia, salvati dalla letteratura”, potrebbe essere riproposto in futuro dagli organizzatori del festival, per presentare il nuovo libro di Brokken al pubblico italiano.

Scrittore e viaggiatore olandese, noto per la capacità di raccontare le vite di personaggi fuori dal comune e i grandi protagonisti del mondo letterario e musicale, ha pubblicato numerosi libri che la stampa ha avvicinato a Graham Greene e Bruce Chatwin, come “Jungle Rudy”, il suo primo successo internazionale. Iperborea ha inoltre pubblicato “Nella casa del pianista” sulla vita di Youri Egorov, “Il giardino dei cosacchi” sul periodo siberiano di Dostoevskij, il bestseller “Anime baltiche”, viaggio in un cruciale ma dimenticato pezzo d’Europa, “Bagliori a San Pietroburgo”, dedicato alla grande città della musica e della poesia russa, ed ora “I giusti”, reportage sull’operazione di salvataggio del 1940 che coinvolse più di ottomila ebrei.

com.unica, 4 marzo 2020