Due giganti della pittura, Francis Bacon Lucian Freud, l’arte britannica in oltre sette decenni, per la prima volta insieme in una mostra in Italia. Uno dei più affascinanti, ampi e significativi capitoli dell’arte mondiale con la Scuola di Londra, una città straordinaria in un periodo rivoluzionario. E con Bacon e Freud, anche Michael Andrews, Frank Auerbach, Leon Kossoff e Paula Rego, artisti che hanno segnato un’epoca, ispirato generazioni, utilizzato la pittura per raccontare la vita.
È stata inaugurata il 25 settembre a Roma, alla presenza della curatrice Elena Crippa, curator of Modern and Contemporary British Art, TATE, la mostra “Bacon, Freud, la Scuola di Londra. Opere della TATE“, al Chiostro del Bramante sino al 23 febbraio 2020.
Grazie a uno straordinario prestito della Tate, la mostra presenta al pubblico romano la pittura di sei artisti con opere dal 1945 al 2004 che rivelano, in maniera diretta e sconvolgente, la condizione umana fatta di fragilità, energia, opposti, eccessi, evasioni, nessun filtro, verità. Tanti i temi affrontati: gli anni della guerra e del dopoguerra, storie di immigrazione, tensioni, miserie e insieme, desiderio di cambiamento, ricerca e introspezione, ruolo della donna, dibattito culturale e riscatto sociale. Al centro di tutto questo la realtà: ispirazione, soggetto, strumento, fino a essere ossessione. Un tema più che mai attuale, in un’epoca, la nostra, di filtri e #nofilter.


In mostra oltre quarantacinque dipinti, disegni e incisioni di artisti raggruppati nella cosiddetta “School of London”. Artisti eterogenei, nati tra l’inizio del Novecento e gli anni Trenta, immigrati in Inghilterra per motivi differenti che hanno trovato in Londra la loro città, il luogo dove studiare, lavorare, vivere. Bacon (1909-1992) nasce e cresce in Irlanda e arriva in Inghilterra quindicenne, Freud (19222011) scappa dalla Germania per sfuggire il nazismo, lo stesso succede, pochi anni dopo a Frank Auerbach; Michael Andrews è norvegese e incontra Freud suo professore alla scuola d’arte; Leon Kossoff è nato a Londra da genitori ebrei russi; Paula Rego lascia il Portogallo per studiare pittura nelle scuole inglesi.
Nell’architettura cinquecentesca progettata da Donato Bramante trovano spazio, con un approccio cronologico e tematico, opere che raccontano individui, luoghi, vita vissuta, per mostrare la fragilità e la vitalità della condizione umana. Opere in cui la vita viene presentata nella sua crudezza senza filtri, disegni e dipinti che ritraggono esistenze e luoghi scandagliati tramite lo sguardo dell’artista per descrivere la nuda realtà.
“Quello che voglio fare”, diceva Francis Bacon, “è distorcere la cosa ben oltre l’apparenza ma, nella distorsione, restituirla come un documento dell’apparenza”.
Quanto a Lucian Freud, la sua “idea di ritratto scaturisce dall’insoddisfazione per i ritratti che assomigliano alle persone. I miei ritratti devono essere ritratti di persone, non simili alle persone. Non creare qualcosa che somigli alla persona, ma incarnarla […] Per quanto mi riguarda il materiale pittorico è la persona. Voglio che il dipinto sia fatto di carne”.
IL PERCORSO
L’avvio è affidato a una serie di opere degli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento: autoritratti o ritratti di amici e amanti che mostrano la capacità di questi artisti di fissare sulla tela sguardi e anime, con un’osservazione che travalica ogni idea canonica di bellezza. Il percorso prosegue con un nucleo significativo di opere di Francis Bacon, dipinti e disegni delle sue celeberrime figure isolate, tra cui lavori chiave come Study for a Portrait (1952) e Portrait of Isabel Rawsthorne (1966).
Come Francis Bacon, anche nei lavori di Michael Andrews la fotografia è utilizzata come base di ricerca, per rappresentare sia lotte personali sia momenti di profonda intimità e tenerezza, mentre Paula Rego esplora la condizione sociale delle donne, con ricorrenti riferimenti autobiografici. Il fascino di Londra e l’influenza della città sulle opere di questi artisti è costante e messo in luce soprattutto da Frank Auerbach e Leon Kossoff nei lavori dall’atmosfera spesso drammatica, come Primrose Hill (1967-1978) e Children’s Swimming Pool, Autumn Afternoon (1971).
Lucian Freud è presentato attraverso una serie di dipinti e disegni realizzati nel corso della sua lunga carriera come Girl with a White Dog (1950-1) e Standing by the Rags (1988-9). Il percorso dimostra come la raffigurazione di modelli e modelle per Freud divenga, con il passare del tempo, sempre più viscerale e scultorea, seguendo il principio voglio che la pittura sia carne.

I PROGETTI SPECIALI
Due progetti speciali di DART-Chiostro del Bramante ne ribadiscono la vocazione sperimentale fatta di contaminazioni tra linguaggi, trasversalità e coinvolgimento del pubblico. Un pubblico che ha premiato l’impegno e l’attenzione dell’istituzione romana con una partecipazione fedele ed entusiasta che ha reso il Chiostro un punto di riferimento e un modello gestionale di successo.
Per “Bacon, Freud, la Scuola di Londra. Opere della TATE” l’audioguida è affidata alla voce narrante di Costantino D’Orazio, storico dell’arte e saggista, che accompagna i visitatori in un percorso di approfondimento e in un viaggio nella Londra dell’epoca, raccontando non solo gli artisti e le opere, ma i retroscena di un periodo tanto affascinante.
Chiostro del Bramante, inoltre, ha commissionato a Enrico Maria Artale, uno dei più promettenti giovani registi italiani già riconosciuto in ambito internazionale, un cortometraggio per raccontare il progetto. Per la prima volta in Italia l’interpretazione di una mostra è affidata a un autore cinematografico con un’opera inedita, interpretata da Stefano Cassetti, Adamo Dionisi, Lucrezia Guidone e Sarah Sammartino. In My body and soul, questo il titolo, la pittura viene evocata attraverso la messa in scena di un istante immaginario che precede l’atto del dipingere. La colonna sonora è realizzata appositamente dai Mokadelic. 

com.unica, 2 ottobre 2019