Finale poco spettacolare, i Reds s’impongono 2-0 sul Tottenham di Pochettino con i gol di Salah e Origi.

Non è stata una finale di Champions da ricordare quella che si è giocata ieri notte nel modernissimo stadio “Wanda Metropolitano” di Madrid, soprattutto tenendo conto del livello altissimo della competizione mostrato fino alle rocambolesche semifinali. Ma il Liverpool alla fine ce l’ha fatta a portare a casa con pieno merito la coppa, soprattutto per quello che ha mostrato nel corso di tutto il torneo continentale. E Jurgen Klopp così ha potuto togliersi togliersi di dosso l’etichetta  di “perdente di successo” e di eterno secondo, per via delle precedenti sette finali perse in competizioni diverse, comprese due di Champions: lo scorso anno a Kiev contro il Real Madrid e nel 2013 quando allenava il Borussia Dortmund (sconfitto 1-2 a Londra dal Bayern) .

Al Liverpool sono stati sufficienti 23 secondi per mettere il primo sigillo sulla finale. Partenza a razzo, filtrante in area di Manè e Sissoko tocca la palla con il braccio: è calcio di rigore e il Var conferma. Dal dischetto Salah porta in vantaggio i Reds con un forte tiro a mezza altezza non molto angolato. La gara stenta però a prendere quota, le squadre sembrano contratte e la sfida assomiglia poco a quella tra due squadre di alto rango della premier inglese: da una parte nei giocatori del Liverpool c’è il timore di vedere nuovamente infranti i sogni di gloria mentre il Tottenham pensa più a difendere lo 0-1 che a provare a imbastire azioni d’attacco. Così il gioco si sviluppa soprattutto a centrocampo e per tutto il primo tempo l’unica azione da gol degna di nota è un diagonale di Alexander-Arnold da fuori che sfiora il palo della porta difesa da Lloris.

Nella ripresa il Tottenham si sveglia troppo tardi mentre il Liverpool prova a rispondere di rimessa. Ma i londinesi devono fare i conti anche con la scarsa vena di Kane, forse non ancora pronto, dopo il lungo infortunio, per poter disputare una partita così importante. Forse Pochettino si sarà pentito di averlo schierato a spese di Lucas Moura (entrato solo nei minuti finali), colui che con la tripletta nella semifinale di Amsterdam, ha letteralmente trascinato la sua squadra alla finale. E le poche volte che ci prova, prima con un forte tiro di Son dalla distanza e poi con una punizione di Ericksen, la squadra londinese trova sulla sua strada un Alisson formidabile, che anche ieri ha mostrato tutte quelle qualità che lo hanno consacrato negli ultimi due anni come uno dei più forti portieri del mondo (forse oggi il più forte). Il Liverpool trova poi nel finale anche il secondo gol, grazie a Origi – l’eroe della semifinale contro il Barcellona – al 43′ sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Il capitano Henderson può alzare così al cielo la sesta Coppa della storia dei Reds e subito dopo la premiazione i giocatori corrono sotto la curva occupata dai propri tifosi, che hanno intonato ‘You’ll never walk alone’, lo storico inno del club.


TOTTENHAM-LIVERPOOL 0-2 (0-1)
Tottenham (4-2-3-1): Lloris, Trippier, Alderweireld, Vertonghen, Rose, Sissoko (29′ st Dier), Winks (21′ st Lucas Moura), Eriksen, Alli (37′ st Llorente), Son Heung-Min, Kane. (13 Worm, 22 Gazzaniga, 6 Sanchez, 11 Lamela, 12 Wanyama, 16 Walker-Peters, 21 Foyth, 24 Aurier, 33 Davies). All.: Pochettino.
Liverpool (4-3-3): Alisson, Alexander-Arnold, Matip, Van Dijk, Robertson, Henderson, Fabinho, Wijnaldum (17′ st Milner), Salah, Firmino (13′ st Origi), Mané (44′ st Gomez). (22 Mignolet, 62 Kelleher, 6 Lovren, 15 Sturridge, 18 Moreno, 20 Lallana, 21 Oxlade-Chamberlain, 23 Shaqiri, 24 Brewster). All.: Klopp. Arbitro: Skomina (Slovenia).
Reti: nel pt 1′ Salah (rigore); nel st 42′ Origi.
Angoli: 9-8 per il Liverpool.
Recupero: 2′ e 5′.
Ammoniti: nessuno.
Spettatori: 67.070.

com.unica, 2 giugno 2019