Oggi la Commissione europea ha rivelato la prima immagine di un buco nero catturata da “Event Horizon Telescope”, una collaborazione scientifica mondiale che coinvolge scienziati finanziati dall’UE e a cui l’Italia ha partecipato con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). Si tratta, sottolineano da Bruxelles, del risultato di un’ampia collaborazione internazionale nel settore della ricerca nel quadro di Event Horizon Telescope (EHT), in cui ricercatori finanziati dall’UE hanno svolto un ruolo fondamentale. Questo importante risultato scientifico segna un cambiamento di paradigma nella nostra comprensione dei buchi neri, conferma le previsioni della teoria della relatività generale di Albert Einstein e apre nuove linee di investigazione del nostro universo.

La prima immagine di un buco nero è stata svelata oggi in occasione di sei conferenze stampa organizzate contemporaneamente in tutto il mondo. “La narrativa spesso ispira la scienza e i buchi neri hanno da tempo alimentato i nostri sogni e la nostra curiosità”, commenta il commissario Carlos Moedas, responsabile per la ricerca, la scienza e l’innovazione. “Oggi, grazie al contributo di scienziati europei, l’esistenza dei buchi neri non è più solo un concetto teorico. Questa straordinaria scoperta dimostra ancora una volta come la collaborazione con partner di tutto il mondo può portare a realizzare l’impensabile e spostare gli orizzonti delle nostre conoscenze”.

“Con i telescopi di Eht abbiamo finalmente raggiunto una risoluzione sufficiente per guardare su una scala dell’orizzonte degli eventi”, ha spiegato all’Ansa Luciano Rezzolla, direttore dell’Istituto di Fisica Teorica di Francoforte e membro del comitato scientifico della collaborazione Eht. “Dall’interno di questa superficie – ha aggiunto – nessuna informazione può essere scambiata con l’esterno. Per questo motivo i buchi neri sono importanti in fisica: il loro orizzonte degli eventi è infatti un limite invalicabile alla nostra capacità di esplorare l’universo”. Dal momento che l’orizzonte degli eventi assorbe tutta la luce, ha proseguito, “per definizione un orizzonte degli eventi non può essere visto direttamente. Tuttavia è possibile predire teoricamente come apparirebbe la regione di plasma che gli è molto prossima. Questo è quello che abbiamo fatto e l’ottimo raccordo tra teoria e osservazioni ci ha convinto che questo è un buco nero come predetto da Einstein”.

Il presidente del Consiglio europeo della ricerca (CER), il professor Jean-Pierre Bourguignon, aggiunge: “mi congratulo con gli scienziati di tutto il mondo che hanno fatto questa straordinaria scoperta e ampliato le frontiere delle nostre conoscenze. Sono particolarmente lieto di constatare che scienziati finanziati dal Consiglio europeo della ricerca hanno contribuito in misura determinante a questo progresso. L’approccio audace dell’UE nel finanziare questo tipo di ricerca di base radicalmente innovativa porta ancora una volta ad un successo; inoltre conferma ulteriormente la validità dell’obiettivo del CER di finanziare attività di ricerca ad alto rischio/ad alto potenziale di risultati”.

I finanziamenti dell’UE attraverso il Consiglio europeo della ricerca (CER) hanno fornito un sostegno determinante all’EHT. In particolare l’UE ha garantito il finanziamento di tre dei principali scienziati e delle loro équipe coinvolte in questa scoperta, ed ha anche sostenuto lo sviluppo e il potenziamento della grande infrastruttura telescopica che è stata essenziale per il successo del progetto. I risultati di oggi vanno ad aggiungersi alle numerose realizzazioni del programma Horizon 2020 di finanziamento della ricerca e dell’innovazione dell’UE e dei programmi quadro che lo hanno preceduto. Sulla base di questo successo, la Commissione ha proposto “Orizzonte Europa”, il programma dell’UE più ambizioso di sempre il cui obiettivo è consentire all’UE di rimanere all’avanguardia nella ricerca e l’innovazione a livello mondiale.

I BUCHI NERI
I buchi neri sono oggetti cosmici estremamente compressi, che contengono enormi quantità di massa all’interno di una zona piccolissima. La loro presenza ha un impatto fortissimo sulle aree circostanti, deformando lo spazio-tempo e surriscaldando qualsiasi materiale che vi cada dentro. L’immagine acquisita mostra il buco nero al centro di Messier 87, un’enorme galassia nella costellazione della Vergine. Questo buco nero si trova a 55 milioni di anni luce dalla Terra e ha una massa 6,5 miliardi di volte superiore a quella del Sole.
Per consentire l’osservazione diretta dell’ambiente circostante di un buco nero l’Event Horizon Telescope ha cercato di potenziare e collegare una rete mondiale di otto telescopi sparsi in tutto il mondo. I telescopi sono ubicati in siti a quote particolarmente elevate, in Sierra Nevada (Spagna), sui vulcani delle Hawaii e del Messico, sulle montagne in Arizona, nel deserto Atacama in Cile e nell’Antartide. Oltre 200 ricercatori europei, americani e dell’Asia orientale partecipano a questa importante operazione internazionale.
Il Consiglio europeo della ricerca dell’UE ha finanziato gli scienziati coinvolti nella collaborazione EHT attraverso due progetti nell’ambito del programma quadro dell’UE Orizzonte 2020 e del 7º programma quadro.
Il primo è il progetto “BlackHoleCam” che, dotato di uno stanziamento di 14 milioni di €, mira a catturare l’immagine e a misurare e studiare i buchi neri. Dal 2014 questo progetto di ricerca, di una durata prevista di sei anni, è portato avanti da tre ricercatori di punta e dalle loro équipe; ossia i professori Heino Falcke dell’Università Radboud di Nimega (anche presidente del consiglio scientifico dell’EHT), Michael Kramer dell’Istituto Max Planck per la radioastronomia e Luciano Rezzolla dell’Università Goethe di Francoforte.
Il secondo è il progetto “RadioNet” che sostiene un consorzio di 27 istituti in Europa, Repubblica di Corea e Sud Africa che mirano a integrare infrastrutture di livello mondiale per la ricerca nel settore della radioastronomia. Questa ricerca riguarda anche i radiotelescopi, le schiere di telescopi, gli archivi di dati e la rete europea operativa a livello mondiale per l’interferometria a lunghissima base (EVN). Il progetto è coordinato dall’Istituto Max Planck per la radioastronomia. Negli ultimi 15 anni l’UE ha investito 30,3 milioni di € nel progetto RadioNet.
Istituito nel 2007 dall’UE, il Consiglio europeo della ricerca (CER) è la principale organizzazione europea che finanzia l’eccellenza nella ricerca d’avanguardia. Ogni anno seleziona e finanzia i ricercatori più esperti e creativi di tutte le nazionalità e età per realizzare progetti in Europa. Il CER offre quattro tipi principali di sovvenzioni: sovvenzioni di avviamento, di consolidamento, per ricercatori esperti e di sinergia. Avvalendosi anche delle sovvenzioni per la verifica teorica, il CER aiuta i beneficiari a colmare il divario tra la loro ricerca pionieristica e le prime fasi della commercializzazione.

com.unica, 11 aprile 2019