L’appello, lanciato dalla Fondazione MEDSEA, si prefigge l’obiettivo di ottenere una risposta immediata alla necessità di tutela del patrimonio ambientale regionale

Con una lettera aperta, la Fondazione MEDSEA chiede al presidente Solinas di bandire le plastiche dalle aree prossime agli arenili. I rifiuti che inquinano mare e spiagge sono soprattutto di plastica e monouso: sacchetti, bottiglie, flaconi, palloncini. Le microplastiche, particelle inferiori ai 5 mm prodotte dalla frammentazione degli oggetti, sono considerate una delle sei emergenze mondiali dell’ambiente.

Proteggere le coste e i mari sardi dalle aggressioni della plastica. Non è un mantra degli ambientalisti: anche la Commissione Ambiente del Parlamento Europeo si è espressa con una direttiva che indica il 2021 come data a partire dalla quale sarà vietata nelle aree prossime al mare la vendita e diffusione di materiali non compostabili. 

In Italia il Ministro dell’Ambiente Costa intende assimilare la decisione del parlamento di Bruxelles nel decreto “Salva-Mare”: “È un obiettivo importante – ha spiegato Costa in gennaio – perché pone l’Italia molto avanti. Noi siamo un Paese bagnato per due terzi dal mare, abbiamo un problema grosso di plastiche che sono nel mare e abbiamo delle possibili soluzioni che io ho proposto e che vanno in linea con la direttiva europea sulle plastiche monouso. Il decreto arriverà al più presto. Abbiamo chiuso l’esame tecnico davanti all’ufficio della Presidenza del Consiglio e abbiamo avuto il semaforo verde, per cui può andare in Consiglio dei Ministri. Adesso ci sono i tempi tecnici, poi approderà alla sede parlamentare e si aprirà il dibattito”.

In anticipo sia sulla direttiva europea che sul testo di legge del governo italiano,  Raffaele Piemontese, Assessore al Bilancio con delega al demanio marittimo della Giunta guidata dal governatore Emiliano, ha annunciato che la Puglia sarà a partire dall’estate 2019 la prima regione in Italia a bandire le plastiche dalle aree prossime agli arenili. Posate, buste e bottiglie saranno sostituite da contenitori e attrezzi in cellulosa biodegradabile. La notizia è stata diffusa dopo l’ennesimo incontro con i rappresentanti dei sindacati dei balneari e le associazioni ambientaliste.

La richiesta di agire subito per il no alla plastica, avanzata dalla Fondazione MEDSEA  al presidente Solinas, poggia dunque sulla convinzione – condivisa anche dai decisori politici – che la tutela dei nostri mari necessita di una risposta immediata.


Questo il testo della lettera:

Egregio Presidente Solinas,

venerdì 15 marzo milioni di persone in tutto il mondo, e diverse migliaia in Sardegna, hanno manifestato per chiedere pacificamente alle istituzioni una svolta nelle politiche ambientali. Licenziare il poderoso coro di protesta sollevatosi dal “Global strike for future” come effimero episodio di folklore significherebbe mantenere immutata e irrisolta la distanza che separa le moltitudini dalla classe politica, si trovi essa chiamata alle grandi assemblee mondiali o raccolta negli organismi rappresentativi locali.

A Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano come a New York, Buenos Aires, Londra, Nuova Delhi e Tokyo, gli studenti esigono che le soluzioni ai devastanti problemi creati da inquinamento e cambiamenti climatici non siano un orizzonte lontano. Esigono che il futuro sia adesso. Semplice è il loro linguaggio perché evidenti e drammatiche sono le conseguenze dell’attitudine predatoria dei modelli culturali ed economici dominanti, troppo spesso passivamente abbracciati dagli Stati. In una dimensione nuova la necessità di proteggere l’ambiente si trasforma nel dovere di tutti, dell’individuo come delle istituzioni.

Egregio Presidente, la Fondazione Medsea le chiede di farsi immediatamente interprete delle istanze collettive emergenti promuovendo politiche coraggiose e rigorose per la tutela dell’ambiente e del paesaggio delle coste della Sardegna. Un primo, concreto gesto di apertura è quello di bandire la plastica dalle spiagge sarde. Innumerevoli sono gli studi e le testimonianze che descrivono l’assedio cui sono sottoposte le nostre coste e il nostro mare dai rifiuti.

Non è un caso se la Commissione Ambiente del Parlamento Europeo, in sinergia con il Consiglio e la Commissione, ha recentemente prodotto un testo di legge che indica il 2021 come data a partire dalla quale sarà vietata la vendita e diffusione di materiali non compostabili vicino al mare. La direttiva è stata accolta con entusiasmo dal governo italiano. Il ministro dell’Ambiente Costa da mesi lavora a decreto “salva-mare”, con il quale si intende procedere all’implementazione anticipata del testo costruito in sede europea. La Regione Puglia, attraverso il dialogo con i rappresentanti dei sindacati dei balneari e le associazioni ambientaliste, ha varato misure che nell’estate del 2019 la renderanno la prima regione italiana ad aver eliminato la plastica monouso dalle spiagge. È quasi superfluo rimarcare quanto la direttiva comunitaria gioverà al nostro territorio. Non solo tutelerà la salute degli ecosistemi costieri e dei cittadini, ma aiuterà a preservare la straordinaria architettura naturale della nostra isola, bellezza che è assieme valore culturale ed economico, identità e benessere.

Per questa ragione, Onorevole Presidente, chiediamo a lei e alla Giunta Regionale di legare la Sardegna all’avanguardia delle buone politiche ambientali, certi che saprà ascoltare e accompagnare il popolo sardo nei piccoli passi che conducono a un futuro sostenibile.

com.unica, 21 marzo 2019