[ACCADDE OGGI]

La corruzione nasce con l’uomo e l’accompagna dalla sua esistenza. Ma chi sa perché diventa cronaca degna di storia solo quando si verifica o in un qualche modo ha a che fare con la città di Napoli. Per il reato di corruzione e più precisamente per la compravendita di parlamentari, qualche tempo fa il Tribunale di Napoli ha condannato Silvio Berlusconi che avrebbe comprato il senatore Sergio De Gregorio. In verità, prescrizioni a parte, il reato addebitato a Berlusconi ha solo giustificazioni politiche stante la permanenza dell’articolo 67 della Carta che fa del parlamentare un rappresentante della Nazione senza vincolo di mandato.

Così come è politica l’attribuzione di secoli prima a Bonifacio VIII del reato di “simonia”, termine che sta ad indicare la compravendita di cariche ecclesiastiche e che trae origine da Simon Mago, il taumaturgo samaritano che si convertì al cristianesimo e per aumentare i suoi poteri, offrì a san Pietro apostolo del denaro, chiedendo di ricevere in cambio le facoltà taumaturgiche concesse dallo Spirito Santo. A Napoli, infatti, in Castel Nuovo, il 23 dicembre del 1294, si riunì in conclave il Sacro Collegio che alla vigilia di Natale di quell’anno, si dirà per simonia, elesse papa il cardinale ciociaro di origine toscana Benedetto Caetani nella storia Papa Bonifacio VIII.

Ora, mentre di Berlusconi sono le cronache ad occuparsene e difficilmente faranno storia, di Bonifacio VIII si occupa il ghibellino sommo poeta Dante che incontra Bonifacio papa all’inferno della sua Commedia…” Sé tu già costì ritto, Bonifazio? Di parecchi anni mi mentì lo scritto “…. Ancor più duro Jacopone da Todi che oltre che poeta è un beato della Chiesa e perciò la sapeva lunga anche sull’incoronazione di Bonifacio VIII a pontefice e, sfruttando la cronaca di quell’evento ci riferisce di circa quaranta persone cadute dalla scala del Laterano, spinte dalla folla che si accalcava per assistere all’incoronazione papale, e scrive: “Quando fo celebrata la ‘ncoronazione, / non fo celato al mondo quello che c’escuntròne: / quaranta omen’ fòr morti all’oscir de la masone! / Miracol Deo mustròne, quanto li eri ‘n placere. (Quando fu celebrata la tua incoronazione non fu nascosto al mondo ciò che successe quaranta uomini morirono uscendo di casa! Tale miracolo di Dio ci dimostrò quanto gli eri gradito)”.

Il suo fu un pontificato breve, appena 8 anni, molto contrastato ma ugualmente segnò la storia della Chiesa. Fu uno strenuo difensore del potere temporale dei papi e aiutò Carlo II d’Angiò a divenire re di Sicilia contro gli aragonesi che però l’ebbero vinta anche grazie al volere del popolo e conquistarono la riunificazione del Regno di Sicilia con quello di Napoli sotto il reame di Alfonso V detto “il magnanimo”. Fece grande la famiglia Caetani che unì alle ricchezze già possedute l’immenso patrimonio cumulato da Bonifacio durante il suo papato.

La storia lo marchierà con il sigillo dell’infamia perché, nonostante il suo determinante concorso all’elezione del suo predecessore il monaco eremita Pietro del Morrone divenuto Papa Celestino V molto osteggiato dalla potente famiglia dei Colonna, una volta diventato Papa Bonifacio fece arrestare il sant’uomo Celestino e lo fece rinchiudere nella fortezza di Fumone. Sono in molti coloro che, già all’epoca della sofferta elezione di Papa Celestino V, attribuiscono l’inimicizia profonda tra Benedetto Caetani e la famiglia dei Colonna. Anche in virtù di questa inimicizia Papa Bonifacio VIII sarà l’unico papa della storia a subire, prima un’aggressione, si dirà uno schiaffo, nella sua nativa Anagni e poi un processo post mortem da parte dei francesi con accuse gravi ed infamanti.

Ma Bonifacio VIII fu anche l’istitutore dell’Anno Santo e delle misericordie del Giubileo e perciò la Chiesa anche se attraversata da un nuovo corso non avrebbe potuto sopportare una condanna del defunto papa che, infatti, non ci fu. Forse il popolo di Anagni, città che detiene il primato per aver dato i natali a ben quattro papi, accorso in difesa del suo Papa oltraggiato da quello “schiaffo”, aveva intuito che dietro quelle accuse e a quell’oltraggio si preparavano anni bui per Chiesa che conobbe il trasferimento del Papato ad Avignone, la Guerra dei Cent’Annie il grande scisma di Occidente.

(Franco Seccia/com.unica 23 dicembre 2018)