Ieri a Bruxelles il vertice tecnico dei 12 stati membri convocato dalla Commissione europea sulla ripartizione dei 150 migranti della Diciotti, la nave della Guardia Costiera ferma da quattro giorni nel porto di Catania, è finito senza un accordo. I governi degli altri Stati europei hanno dato disponibilità solo alla redistribuzione su base volontaria dei richiedenti asilo, come deciso nell’ultimo Consiglio Ue a giugno. Dura la risposta del governo italiano, che ha respinto la proposta: “L’Italia ne trarrà le conseguenze” (Il Sole 24 Ore).

Gran parte dei 150 migranti ha rifiutato il cibo per alcune ore e la situazione sanitaria sulla Diciotti è preoccupante. Secondo il Corriere, il Viminale pensa di procedere all’identificazione dei profughi direttamente sulla nave, prima di un eventuale sbarco. Oggi il procuratore Luigi Patronaggio, titolare di un’inchiesta carico di ignoti sulla vicenda, sarà a Roma per interrogare alcuni funzionari del Viminale e accertare chi abbia dato gli ordini che hanno determinato il blocco della Diciotti (Corriere).

L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati e l’OIM, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni esortano il governo italiano a consentire ai rifugiati e migranti salvati a bordo della nave costiera italiana Diciotti a sbarcare. Alcune persone vulnerabili – tra cui 17 persone bisognose di assistenza medica e 27 minori non accompagnati – hanno già avuto il permesso di lasciare la nave per motivi umanitari. 150 passeggeri – tutti adulti – restano attualmente a bordo della Diciotti, attraccata nel porto siciliano di Catania dal 20 agosto. “Accogliamo con favore gli sforzi compiuti dalla Guardia Costiera italiana nel salvare la vita di questi uomini, donne e bambini, ma è necessaria una risoluzione urgente a questa impasse”, ha dichiarato Roland Schilling, Vice Rappresentante regionale dell’UNHCR a Roma. “Molti tra coloro che sono a bordo potrebbero aver bisogno di protezione internazionale e hanno già affrontato esperienze incredibilmente traumatiche”.

Pur accogliendo con favore la decisione dell’Italia di consentire lo sbarco ad alcune delle persone più vulnerabili, resta fondamentale consentire a tutti coloro che rimangono sulla nave di sbarcare in quanto i loro bisogni umanitari non possono essere pienamente soddisfatti a bordo. “I migranti che arrivano dalla Libia sono spesso vittime di violenze, abusi e torture, le loro vulnerabilità dovrebbero essere tempestivamente e adeguatamente identificate e affrontate” ha aggiunto Federico Soda, Direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo dell’OIM e Capo di Missione per l’Italia e Malta.

Mentre il numero di persone che arrivano in Europa via mare è diminuito drasticamente, più di 1.500 persone sono morte nel Mar Mediterraneo solo quest’anno. Senza meccanismi di sbarco tempestivi e prevedibili insieme a forti dimostrazioni di solidarietà per le persone soccorse, potrebbero esserci dei ritardi nel rispondere alle richieste di soccorso – mettendo potenzialmente a repentaglio la sacralità del principio del salvataggio in mare. La solidarietà, il sostegno e la collaborazione europei sono diventati più importanti che mai. Negli ultimi mesi, l’UNHCR e l’OIM hanno chiesto un accordo regionale per il salvataggio e lo sbarco delle persone in difficoltà nel Mar Mediterraneo.

(com.unica, 25 agosto 2018)