Migliaia di visitatori tra semplici appassionati e addetti ai lavori hanno scelto di visitare La Città della Pizza, il grande evento ideato da Vinòforum e realizzato con la collaborazione di Ferrarelle, dedicato alla più amata dagli italiani: la Pizza.

Roma si è trasformata per tre giorni nella capitale della pizza e negli spazi del Guido Reni District dal venerdì 31 marzo a domenica 2 aprile grazie alla presenza di 40 tra i migliori pizzaioli d’Italia, provenienti dal Nord a Sud della Penisola, il pubblico ha potuto scoprire e degustare tutte le sfaccettature del mondo della pizza: “Napoletana”, “All’italiana”, “A degustazione”, “Al taglio” e “Fritta”. Più di 90 le differenti ricette di pizza che il pubblico dei buongustai ha potuto assaporare nell’arco della manifestazione. Ogni pizzaiolo ha preparato una sua versione di Margherita o Marinara, un cavallo di battaglia e una special edition pensata in esclusiva per La Città della Pizza. I tradizionalisti hanno avuto così “pizza per i loro denti” potendo eleggere quella che secondo il loro gusto era tra le pizze classiche la loro personale ” miglior pizza margherita o marinara: personalmente la nostra pizza margherita del cuore è stata quella di Diego Vitagliano, della pizzeria Diego 10 di Napoli, che ci ha conquistato per la leggerezza dell’ impasto la octtura perfetta e il filante fior di latte di Agerola la cui dolcezza era ben bilanciata dallo squisito pomodoro San Marzano dop, a completare il tutto, grana campano, e il profumo inebriante del basilico e dell’ olio evo a crudo.

Ma alla Città della Pizza oltre al rispetto per i sapori semplici della tradizione, c’è stata anche grande soddisfazione da parte di coloro che volendo sperimentare con ingredienti insoliti hanno potuto gustare pizze originalissime come la saporitissima pizza con Tartare di filetto di pecora marinato alle erbette e insalatina di agrumi di Massimo Bosco; oppure l’ ottima pizza di Vitiello con impasto al grano arso con fior di latte di Agerola, blu di bufala, pancetta stufata di nero casertano, pepe macinato fresco e olio evo; o Foie gras, mozzarella di bufala e confettura di limone di Gabriele Bonci, solo per citarne alcune. Unico comune denominatore, imprescindibile, l’alto livello qualitativo sia delle materie prime che dei protagonisti sul campo i maestri pizzaioli.

Qualche nome? Sabato 1 aprile hanno preso posto nelle “Case della pizza” (le postazioni appositamente equipaggiate di forni a legna ed elettrici e di ogni ben di Dio da cui i maestri pizzaioli hanno sfornato le loro succulente creazioni), Luca Belliscioni di Grecco Enjoy (Roma), Mirko Rizzo di Pommidoro (Roma), Emiliano Aureli de La Taverna dei Corsari (Rieti), Pier Daniele Seu del Mercato Centrale Termini (Roma), Emanuele Liguori de L’Antica Pizzeria Da Michele (Napoli), Alessandro Coppari di Mezzometro (Ancona), Stefano Vola di Vola Bontà per Tutti (Cuneo), Matteo Aloe di Berberè (Bologna), Antonio Pappalardo de La Cascina dei Sapori (Brescia) e Cristiano Piccirillo de La Masardona (Napoli).

Ma oltre a poter gustare delle pizze strepitose tra ricette classiche e innovative i visitatori hanno avuto molte opportunità, anche di avvicinarsi al mondo della panificazione della pizza, imparando molto anche dal punto di vista tecnico, nei tanti interessanti workshop dedicati agli operatori del settore con protagonisti degli assoluti Guru della Pizza e dei lieviti e riscuotendo un grandissimo successo. Ad esempio nel workshop “Pan per focaccia”, Massimo Bosco, Piergiorgio Giorilli e Pierluigi Roscioli, tra i maestri principali della panificazione, moderati dal collega Stefano Callegari, hanno raccontato la loro passione per l’arte bianca e le contaminazioni tra il mondo del pane e quello di pizza e focacce. E cosa bere con la pizza? Ne hanno discusso, appassionando i presenti, Teo Musso di Birra Baladin, Tanja Barattin del Consorzio del Prosecco DOC, Giancarlo Casa e Tania Mauri, per una sorta di “scontro” all’ultima bollicina dove a vincere è stata l’alta qualità delle eccellenze italiane. Altro dibattito animato, moderato da Luciana Squadrilli e Luciano Pignataro, è stato “Olio d’oliva vs olio di semi”: due visioni agli antipodi ben rappresentate da Matteo Tambini e dalla storica pizzeria partenopea Da Michele, con l’incursione a sorpresa di Gino Sorbillo.

I workshop pratici dedicati ai bambini e agli adulti firmati Unox, azienda specializzata nella realizzazione di forni professionali, e Boing( il canale tv rivolto all’ intrattenimento dei più piccoli), hanno portato l’allegria e l’ entusiasmo di coloro che si cimentano con curiosità ad imparare cose nuove nei laboratori della manifestazione, trasmettendo al pubblico ed in particolare alle nuove generazioni quella “cultura del buon mangiare” e quell’ amore per il “ ben fatto”, che è fondamentale diffondere in un Paese come il nostro, patria di tante eccellenze alimentari. Totalmente sold out, le Ferrarelle Sensational Brunch e Dinner, gli show cooking a quattro mani che hanno coinvolto grandi chef insieme a maestri pizzaioli, che hanno letteralmente messo le mani in pasta per creare letteralmente dei matrimoni d’amore tra le ricette dell’alta cucina e l’arte della pizza. Ecco alcuni dei protagonisti: Corrado Scaglione di Enosteria Lipen – Triuggio (MB) – e Fabrizio Sepe de Le Tre Zucche di Roma a pranzo; Stefano Callegari di Trapizzino, Tonda e Sforno, insieme a Nicola Delfino del ristorante Al Fresco, a cena.

Domenica 2 aprile poi largo ad altri assi del mondo della pizza: Gabriele Bonci di Pizzarium (Roma), Salvatore Gatta di Fandango (Potenza), Ciccio Vitiello di Casa Vitiello (Caserta), Edoardo Papa di Biglietto Prego (Roma), Francesco Martucci de I Masanielli (Caserta), Salvatore Di Matteo della Pizzeria Di Matteo (Napoli), Vincenzo Esposito di Carmnella (Napoli), Giuseppe Pignalosa di Le Parùle (Napoli), Matteo Tambini e Davide Fiorentini di ‘O Fiore Mio (Ravenna), Diego Vitagliano della pizzeria Diego 10 (Napoli), Isabella De Cham di 1947 Pizza Fritta (Napoli).

Ultima giornata di lavori per i seminari, con la conduzione di Sara Bonamini del Gambero Rosso, che sono iniziati alle ore 15.00, con “Le altre forme delle pizze”: Stefano Callegari, Enzo Coccia e Renato Bosco, ci hanno accompagnato alla scoperta delle loro personali interpretazioni della pizza che hanno portato a invenzioni straordinarie come lo squisito Trapizzino di Callegari, o la leggerissima pizza del pizzaiolo chef Massimo Bosco che rende la pizza un piatto di alta cucina, o la rivoluzione della pizza napoletana portata avanti da Coccia con le “pizze gourmet”, con Fichi, baccalà fresco, limoni o tartufi che sono solo alcuni degli ingredienti, poco comuni, che ritroviamo nel menu della sua nuova pizzeria, dove ripropone anche l’antico abbinamento pizza e vino, a lungo soppiantato dallo strapotere delle birre. Mentre alle ore 16.30, dopo tre grandi ed affermati maestri dell’arte bianca sono scesi in campo le giovani promesse della “Pizza 3.0”: Ciccio Vitiello, Isabella De Cham e Stefano Vola, tre fra i più promettenti, e già largamente apprezzati, interpreti della pizza, che hanno parlato di impasti, lavorazione, materie prime ma soprattutto hanno spiegato come nel rispetto della tradizione sono riusciti a portare avanti un loro modo personalissimo ed innovativo di fare la pizza studiando il passato e reinterpretandolo in maniera totalmente nuova. Alle ore 18.00, in chiusura, col workshop moderato dal giornalista enogastronomico Luciano Pignataro“Giochiamo a moscacieca”, Antonio Troncone e i Fratelli Salvo, hanno giocato col pubblico per cercare di fargli cogliere le differenze – sorprendentemente non così enormi come si potrebbe pensare – tra le cotture eseguite con forno a legna e forno elettrico.

Alle ore 13.00 poi c’è stato il gran finale per le Sensational dinner e Lunch di Ferrarelle che hanno visto l’ esibizione dello chef stellato Pasquale Palamaro, dell’Indàco di Ischia, e del guru della pizza gourmet Renato Bosco della pizzeria Saporè di Verona. Mentre alla sera sono andati in scena due giovani di grande talento che hanno gestito con la maestria degna dei grandi professionisti, la cena finale: lo chef Raffaele De Mase e Ciccio Vitiello, di Casa Vitiello (Caserta). In abbinamento, come sempre, le bollicine del Consorzio del Prosecco DOC e la birra artigianale Baladin.

Sempre presenti nelle tre giornate dell’evento La casa della semola de La Molisana, lo spazio dedicato alla pizza fatta con semola di grano duro decorticato a pietra, anche nella versione integrale e La casa della senza glutine, l’area gluten free gestita dalla Pizzeria La Teresina di Roma, a testimoniare la necessaria attenzione di questi tempi ai “golosi” che purtroppo hanno delle intolleranza alimentari ma non per questo devono fare delle rinunce.

“Un successo che conferma l’enorme appeal che questo prodotto esercita sul pubblico. Un format riuscito anche e soprattutto grazie al lavoro degli autori, l’indispensabile collaborazione dei partner, la passione dei tanti pizzaioli coinvolti. Una formula che, pur tenendo Roma come ideale punto di riferimento, è nei nostri progetti destinata a diventare itinerante. Non ci dispiacerebbe se una delle prossime tappe de La Città della Pizza avesse come teatro una grande capitale mondiale”.

Questo il commento finale di Emiliano De Venuti, Ceo di Vinòforum e ideatore de La Città della Pizza al termine dell’evento. Commenti entusiasti, a parte qualche lamentela per le file (purtroppo inevitabili quando un ‘evento ha successo) anche da parte dei visitatori, che sulla pagina dell’evento Fb si sono scatenati nel recensire

l’evento positivamente. Personalmente confermiamo il parere straordinariamente positivo sulla qualità assoluta delle pizze e dei protagonisti in campo, il programma poi ci è sembrato interessante e ricco di spunti e incontri con professionisti di altissimo profilo. I prezzi delle pizze (tra i 5 e i 12 euro) hanno destato la perplessità di alcuni visitatori (che hanno affidato a FB le loro impressioni), che considerato il fatto di non essere stati serviti al tavolo hanno ritenuto eccessivi i costi di alcune pizze degustate, ma a nostro giudizio considerato che si tratta di eccellenze con l’utilizzo di materie prime di qualità assoluta certi prezzi sono più che accettabili. Ci piacerebbe vedere per la prossima edizione qualche posto in più a sedere per gustarsi la pizza con calma e magari al coperto, ma per il resto nulla da eccepire, la Città della Pizza è stata un successo strepitoso e l’evento ha ricevuto a ragione il massimo gradimento da parte di tutti i partecipanti, grazie al buon lavoro svolto dall’organizzazione.

L’appuntamento quindi è alla prossima Città della Pizza, che siamo certi arriverà presto, per continuare a degustare e apprezzare tutte le meravigliose sfumature della regina assoluta delle tavole degli italiani e non solo, vanto e simbolo del made in Italy nel mondo.

(Valentina Franci/com.unica, 5 aprile 2017)