Il 28 agosto 1930 Sigmund Freud, medico e psicanalista austriaco, ricevette a Francoforte un premio prestigioso, il premio Goethe. Il premio consisteva in diecimila marchi tedeschi e veniva dato a persone “la cui attività creativa onorava la memoria di Goethe”.

Il premio fu istituito per la prima volta nel 1927 e fu conferito in quella data, il 28 agosto, in quanto era l’anniversario della nascita di Johann Wolfgang von Goethe. Per Freud il premio Goethe rappresentò il culmine della sua vita professionale. Il comitato di Francoforte aveva mostrato di apprezzare le ricerche e gli studi compiuti sulla psicanalisi, anche se al suo interno vi erano componenti che lo contestavano apertamente. Furono i membri del Frankfurt Psychoanalytic Institute a muoversi per far avere a Freud il premio Goethe, soprattutto Heinrich Meng e Stefan Zweig, i quali avevano sostenuto una campagna promozionale per conferire a Sigmund Freud anche il premio Nobel. Da quest’ultimo premio fu purtroppo scartato.

Non esistono molti documenti che possano dimostrare cosa ne pensasse veramente di quel premio prestigioso, sicuramente quella somma di denaro poteva costituire un importante aiuto per lui e la sua famiglia, ma Freud e la psicanalisi erano diventati bersaglio del regime nazista e assegnargli il Nobel sarebbe stato troppo provocatorio. La candidatura di Freud al Nobel fu proposta per dodici volte, fra il 1915 ed il 1938, per la Medicina e la Fisiologia; le altre volte per la letteratura, data l’eccellenza del suo stile di scrittura.

Quando arrivò al potere Hitler, nel 1933, le origini ebraiche di Freud divennero un problema: le sue opere finirono nella lista nera e i suoi libri furono anche i primi ad essere bruciati, a Francoforte, il 10 maggio del 1933. E chi bruciò i suoi libri sull’isteria, le pulsioni e i sogni finì per bruciare sei milioni di ebrei come lui. Il rogo dei libri fu “celebrato” oltre che a Francoforte, ad Amburgo, Monaco e Berlino con bande musicali, fiaccolate e carri di buoi pieni di volumi, e rappresentò un grande atto purificatore contro l’intellettualismo ebraico.

Quando l’Austria fu annessa alla Germania Nazista, nel 1938, le cose diventarono insostenibili. Le vessazioni aumentarono, sua figlia Anna fu arrestata dalla Gestapo e spesso dovette sborsare delle somme di denaro per tenere lontani i nazisti dalla sua abitazione. Ottenne di emigrare, previo il pagamento di due tasse prescritte e la consegna di una lista di persone da salvare dalle leggi razziali.

Lasciò Vienna in pessime condizioni di salute, a causa di un carcinoma alla bocca, e si trasferì a Londra, dove morì il 21 settembre 1939. Freud si rifiutò di supportare il Sionismo, sia moralmente che finanziariamente, poiché aveva delle riserve sulla creazione di uno Stato Ebraico in Palestina, sotto il mandato britannico.Mi sarebbe parso più sensato fondare una patria ebraica in una terra meno gravata dalla storia. Ma so che un punto di vista così razionale non avrebbe mai ottenuto l’entusiasmo delle masse e il supporto finanziario dei ricchi.”

(Nadia Loreti/com.unica, 27 agosto 2016)