Oggi a Siena si riunisce il consiglio di amministrazione dei Monte dei Paschi che dovrà dare una risposta alla richiesta, da parte della Banca centrale europea, di smaltire parte dei “crediti deteriorati” che gravano pesantemente sul bilancio dell’istituto. Compito tutt’altro che facile: i crediti “cattivi” infatti sono valutati in bilancio da Mps in media il 39% del loro valore nominale e una loro ripulitura potrebbe generare una diminuzione di capitale fino a 3 miliardi.

Il premier Renzi ha assicurato che i “risparmiatori saranno tutelati” e ha spiegato che il vero problema, però, sono i derivati della banche dell’Unione europea. “I risparmiatori italiani, i correntisti italiani, ha aggiunto il presidente del Consiglio, non hanno alcun problema e per me questa è la priorità. Le questioni problematiche sui mercati, le difficoltà della Borsa, sono viste e seguite con attenzione da parte del governo. Ma riguardano gli azionisti. A me interessa che non ci sia alcun dubbio rispetto alla tranquillità dei correntisti italiani”.

Il “Corriere della Sera” a questo riguardo fa cenno al cosiddetto “scudo in due fasi”, che il governo sarebbe pronto ad assicurare al Monte dei Paschi in caso di estrema difficoltà. Cessione delle sofferenze e aumento di capitale, con nascita di una good e una bad bank: è l’ipotesi allo studio nel caso di intervento pubblico del Tesoro nel capitale di Mps se servisse dopo gli stress test.

La questione del Monte dei Paschi è sempre più al centro della sfida in corso tra il governo italiano e Bruxelles. Ieri il neo-commissario ai servizi finanziari della Ue, Valdis Dombrovskis, ha detto che l’Unione è pronta “a intervenire sul settore bancario se sarà necessario”. L’ultimo scoglio da superare, scrive ancora il Corriere, è la tutela degli obbligazionisti.

(com.unica, 7 luglio 2016)