Il Senato ha approvato ieri il disegno di legge sull’omicidio stradale, sul quale il governo aveva posto la questione di fiducia. Il provvedimento, che ora diventa legge, ha ottenuto 149 voti a favore, 3 contrari, e 15 astensioni. Prevede un forte inasprimento delle pene per i pirati della strada e l’obbligo di arresto in flagranza per chi, alla guida ubriaco o drogato, provochi un incidente mortale.

“Per Lorenzo, per Gabriele, per le vittime della strada. Per le loro famiglie. L’omicidio stradale è legge. #finalmente”, scrive su Twitter il premier Matteo Renzi. “Finalmente #OmicidioStradale è legge. La #patente non è licenza di uccidere. Lo dovevo ad un amico. Lo dovevamo a tutte le vittime”, scrive il ministro dell’Interno Angelino Alfano.

Il riferimento del Presidente del Consiglio è a Lorenzo Guarnieri, un ragazzo fiorentino che morì nel 2010 a soli 17 anni, travolto da una moto condotta ad altissima velocità da un uomo che in seguito risultò positivo all’alcol test e alla droga. Furono proprio i genitori di Lorenzo, che fondarono un’associazione onlus intitolata al figlio, a lanciare per primi l’idea di una legge di iniziativa popolare per punire l’omicidio stradale, di cui l’allora sindaco Matteo Renzi è stato il primo firmatario. A quella di Lorenzo si sono unite in seguito altre due onlus, l’ASAPS (il portale della sicurezza stradale) e l’associazione Gabriele Borgogni.

La decisione di porre la fiducia sul ddl è stata annunciata dalla ministra per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi ed è stata accolta da forti proteste da parte del senatore Giovanardi e dei grillini. “Credo che il governo – ha detto la ministra – non solo non si debba vergognare, ma debba essere orgoglioso di mettere la prosecuzione della propria attività e carriera e politica a tutela delle vittime della strada, per riconoscere diritti a loro e alle loro famiglie. Quindi sicuramente il governo non si vergogna per mettere la fiducia su un provvedimento così sentito dai cittadini”. “Oggi arriviamo alla fine di un percorso che per la prima volta riconosce delle misure molto più stringenti che tuteleranno i soggetti più deboli e che cercheranno di evitare che si possano ripetere episodi come quelli che anche la cronaca purtroppo recentemente ci ha ricordato, di soggetti che restano impuniti a fronte di vittime che purtroppo invece non avranno più possibilità di avere un futuro”. “Tutto si può dire di questa legge – ha poi proseguito – tranne che restino impuniti coloro che fuggiranno, perché per la prima volta è prevista una pena molto severa per coloro che fuggono in caso di omicidio stradale”.

La notizia dell’approvazione della legge è stata così commentata in una nota congiunta delle Associazioni Lorenzo Guarnieri, ASAPS e Gabriele Borgogni: “Mettiamo al bando i trionfi e ci limitiamo ad esprimere un più sobrio sentimento di viva soddisfazione per questa legge che rivoluziona totalmente il peso delle responsabilità a carico di quanti uccidono sulla strada dopo aver commesso alcune violazioni gravi, prime fra tutte gli abusi di alcol e droga. Finalmente si passa dalla certezza dell’impunità alla quasi certezza della sanzione penale, accompagnata da una revoca della patente che se non sarà ergastolo, sarà costituita comunque da un numero di anni (da 10 a 30) assolutamente dissuasivo”.

(com.unica, 3 marzo 2016)