Dal 24 ottobre scorso e sino al 2 febbraio 2020 le Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma presentano nella sede di Galleria Corsini la mostra “L’enigma del reale. Ritratti e nature morte dalla Collezione Poletti e dalle Gallerie Nazionali Barberini Corsini“, a cura di Paola Nicita.

Per la prima volta a Roma saranno esposte le più significative Nature morte della collezione di Geo Poletti (Milano 9 aprile 1926 – Lenno 13 settembre 2012), storico dell’arte, connoisseur, pittore e collezionista, famoso per il suo occhio e giudizio infallibile, che formò la sua raccolta a partire dagli anni Cinquanta del Novecento. Con esse, altri quattro dipinti della sua raccolta che vengono messi a confronto con alcune opere delle Gallerie Nazionali, solitamente non esposte al pubblico, e con un’opera proveniente dal Museo nazionale di Varsavia, allo scopo di indagare relazioni, intrecci, scambi tra opere e artisti, anche inaspettati. Le 28 opere in mostra sono accomunate dall’adesione alla “Pittura di Realtà” e al naturalismo caravaggesco, in tutte le sue declinazioni note e per certi versi ancora enigmatiche. Un’esposizione fortemente voluta dalla direttrice Flaminia Gennari Santori che sottolinea: “come per la mostra di Mapplethorpe, anche in questa occasione si prosegue alla Galleria Corsini con l’esplorazione del collezionismo, sia come pratica che come categoria culturale, tema costitutivo e identitario delle Gallerie Nazionali di Roma”.

Il percorso espositivo si snoda negli ambienti della Galleria Corsini, partendo dalla “Galleria del Cardinale”, dove è esposto il Democrito di Ribera, appartenente alla collezione di Geo Poletti sin dai primi anni Sessanta e inizialmente interpretato come Geografo sorridente. Il dipinto, segnato dall’intensità dell’espressione del filosofo e da una forte aderenza ai valori naturalistici, fu realizzato dal giovane pittore valenzano nella fase del passaggio da Roma a Napoli, tra il 1615 e 1618.

La mostra prosegue nella “Camera verde”, dove la Maddalena penitente della collezione Poletti suscita stupore per la sua ostentata nudità: una ragazza poco spirituale che assume un’espressione terrena, malinconica e uno sguardo perso nel vuoto. Dopo un’intricata storia di attribuzioni, la tela è stata ascritta al contesto spagnolo prossimo a Velázquez.

Accanto alla Maddalena anche il Bacco e il fauno (collezione Poletti) e il Fauno con uva e flauto (Gallerie Nazionali Barberini Corsini) rimandano al tema della pittura di realtà, qui interpretata con crudo realismo, ai limiti dell’asprezza, con un forte chiaroscuro. Sulle tele, la rappresentazione dell’uva e della vite introducono il tema delle nature morte, approfondito nella stessa “Camera Verde” e nell’adiacente “Sala Blu”. La fortuna di questi soggetti è legata al formarsi nel Sei e Settecento delle cosiddette “Gallerie principesche di pittura”, dove erano esposti accanto ai dipinti di carattere storico, alle scene di genere e ai paesaggi. Ne sono un esempio le invenzioni festose del barocco internazionale, i banchetti sontuosi, gli spuntini eleganti, come le Allegorie delle Stagioni di Abraham Brueghel (Anversa 1631 – Napoli 1697) e di Christian Berentz (Amburgo 1658 – Roma 1722), della collezione Corsini esposte nella “Camera Verde”.

Nella “Sala blu” sono presenti le opere più significative della collezione Poletti, esposte quasi tutte senza cornice, secondo il gusto del collezionista milanese. Si tratta di opere magistrali, in cui le luci e le ombre danno drammaticità agli oggetti, animali vivi e morti, frutti e vegetali, che si stagliano nella penombra con una minuziosità fotografica e una consistenza illusionistica che amplifica il senso dell’attesa, irreale e impossibile se non nella forma perfetta della pittura. Qui spiccano due importanti nature morte raffiguranti Vasi di fiori e frutta attribuite da Geo Poletti allo stesso Caravaggio, messe a confronto con la Natura morta con tuberosa, anch’essa di pittore caravaggesco, appartenente alla collezione delle Gallerie Nazionali e solitamente non esposta al pubblico. A rappresentare le scuole regionali della natura morta italiana troviamo le “Cucine” emiliane, gli esempi veneziani di Bernardo Strozzi, fino al realismo di ispirazione caravaggesca del capolavoro giovanile di Evaristo Baschenis Natura morta con cesta di mele e piatto di prugne, meloni e pere. Qui il pittore, considerato da alcuni studiosi il massimo esponente italiano di questo genere, raggiunge una visione lucidissima della realtà.

La mostra si conclude nella “Saletta”, dove sono affiancate per la prima volta insieme le tre versioni del Pescivendolo che sventra una rana pescatrice provenienti dalla collezione Poletti, dalle raccolte delle Gallerie Nazionali Barberini Corsini e dal Museo nazionale di Varsavia. Un’occasione imperdibile di vedere riunite le tre tele, restituendo loro il contesto di provenienza e un’inedita lettura, sia sul piano dell’attribuzione che su quello storico e iconografico, grazie anche alle indagini diagnostiche effettuate in occasione della mostra. La genesi delle tele rappresenta un vero e proprio enigma su cui vale la pena soffermarsi. Il soggetto, un umile pescatore intento a estrarre le viscere di un pesce, viene qui rappresentato come nobilitato, quasi come in un “ritratto all’eroica”. Stupisce poi come tre mani diverse della stessa epoca si soffermino su un tema tanto raro, che non appartiene al genere della natura morta, bensì a quello della pittura di realtà.

Quella delle Galleria Nazionali, attribuita prima al romagnolo Guido Cagnacci e poi al fiorentino Orazio Fidani, è in realtà opera di un pittore napoletano della metà del XVII secolo. Anche le altre due versioni, quella Poletti e quella di Varsavia, sono riconducibili allo stesso ambito culturale e alla stessa epoca.

In occasione della mostra sono in programma, oltre ad un ciclo di visite animate e laboratori per i più piccoli, anche due conferenze con esperti del mondo dell’arte e della botanica sui temi delle opere esposte. Venerdì 13 dicembre si terrà alla Galleria Corsini la conferenza di Flavio Tarquini, coordinatore scientifico del Museo Orto Botanico | Sapienza Università di Roma, che analizzerà le specie botaniche presenti sulle tele. La seconda è in via di definizione. Infine, a conclusione della mostra, a gennaio 2020, si terrà una giornata di studio per approfondire la conoscenza dei dipinti esposti. In particolare, alla luce dei risultati delle analisi condotte per la mostra, studiosi e specialisti del settore si confronteranno sulle opere delle collezioni Barberini Corsini e sulla relazione che intercorre tra le tre versioni del Pescivendolo che sventra una rana pescatrice.

com.unica, 30 ottobre 2019