Lo scenario macroeconomico del Def è condivisibile, ma i rischi rilevanti: è la sintesi delle audizioni di Istat, Bankitalia e Ufficio parlamentare di bilancio alle commissioni Bilancio di Camera e Senato (La Stampa). Secondo il capo economista di via Nazionale, Eugenio Gaiotti è condivisibile l’intenzione di non ricorrere ad ulteriore indebitamento per approvare una riforma fiscale puntando ad una riduzione delle tasse sul ceto medio finanziato “con una revisione complessiva delle agevolazioni fiscali”. Però, avverte l’esperto, riduzioni del carico fiscale “sul lavoro, se non compensate da razionalizzazioni della spesa o delle cosiddette «spese fiscali», condurrebbero ad aumenti del disavanzo non compatibili con la riduzione del peso del debito pubblico”. Oggi in calendario l’audizione del ministro dell’Economia Giovanni Tria.

Secondo l’Upb nel 2020 serviranno coperture “per 25 miliardi” più “ulteriori misure compensative” per la flat tax, pari a circa due miliardi per gli investimenti e altri 23 per evitare le clausole Iva. Se l’imposta non aumenterà, secondo Bankitalia “il disavanzo si collocherebbe al 3,4% del Pil”. L’Istat definisce “verosimile” il Pil a +0,2% (Il Sole 24 Ore). Il quadro del Def «incorpora l’ipotesi dell’introduzione delle clausole di salvaguardia a partire da gennaio 2020. La stima contenuta nel quadro appare compatibile con un scenario di non pieno passaggio dell’aumento dell’Iva sui prezzi. L’incremento dei prezzi porterebbe a un effetto depressivo sui consumi che, nel quadro delineato, potrebbe essere nell’ordine di 0,2 punti percentuali.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiesto conto al premier Giuseppe Conte dei decreti sblocca cantieri e crescita che, dopo gli annunci e il passaggio in Consiglio dei Ministri, non sono ancora stati presentati al Parlamento (Corriere). I decreti dovrebbero tornare domani in CdM per una nuova approvazione.

com.unica, 17 aprile 2019