L’esercito israeliano ha organizzato l’evacuazione dalla Siria di 800 caschi bianchi. I membri della difesa civile siriana sono stati portati in Giordania per poi essere accolti in Canada, Germania e Regno Unito. L’operazione è stata condotta su richiesta degli Stati Uniti e di alcuni Paesi europei (Haaretz). “Su richiesta degli Stati Uniti e di Paesi europei – ha precisato in un comunicato – le forze armate hanno portato a termine uno sforzo umanitario per mettere in salvo i membri della Difesa civile siriana”. 

I “Caschi Bianchi” hanno denunciato le violazione dei diritti umani e i crimini di guerra delle forze governative, in particolare l’uso di armi chimiche (La Stampa). L’ultima denuncia però, l’uso di cloro e gas nervini a Douma, nella Ghoutha orientale, non ha trovato riscontro nell’indagine condotta dall’agenzia Opac dell’Onu. Damasco accusa i “Caschi Bianchi” di essere al servizio dei gruppi ribelli, anche islamisti. 

L’operazione di salvataggio dei “Caschi Bianchi” ha visto la collaborazione della Russia. L’evacuazione è stata concordata in una telefonata fra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e Putin e poi fra il ministro della difesa israeliano Avigdor Lieberman e il suo omologo russo Sergey Shoygu. Putin e Netanyahu si sono incontrati dodici volte in meno di due anni per coordinare le operazioni in Siria, dove l’aviazione israeliana colpisce obiettivi iraniani senza opposizione da parte delle forze aeree e missilistiche russe. Putin ha promesso una fascia al confine con Israele profonda 80 km “senza presenza iraniana”. 

(com.unica, 23 luglio 2018)