La Commissione europea ha pubblicato ieri una relazione sui lavoratori delle piattaforme digitali in Europa, elaborata dal Centro comune di ricerca, il polo per la scienza e la conoscenza della Commissione. Dalla relazione emerge che un adulto su 10 ha utilizzato almeno una volta le piattaforme online per offrire servizi. Mentre per la maggior parte delle persone le piattaforme di lavoro online restano una fonte sporadica di reddito secondario, il 2% della popolazione adulta lavora più di 20 ore a settimana o guadagna almeno la metà del proprio reddito tramite queste piattaforme.

“Il lavoro sulle piattaforme è una realtà nuova e in rapida crescita nel mercato del lavoro”, il commento della Commissaria per l’Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, Marianne Thyssen. “Dobbiamo far sì che le persone siano ben tutelate indipendentemente dal tipo di contratto di lavoro che hanno. Per questo motivo abbiamo presentato una serie di proposte volte a migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori delle piattaforme e il loro accesso alla protezione sociale, in linea con il pilastro europeo dei diritti sociali”. 

In molti, aggiunge il Commissario per l’Istruzione, la cultura, i giovani e lo sport e responsabile per il Centro comune di ricerca, Tibor Navracsics, “hanno già usato le piattaforme digitali in qualità di clienti, forse senza rendersi conto della differenza che fanno per i lavoratori. Questa relazione fornisce una base solida per capire come funzionano queste piattaforme e come influenzano gli sviluppi del mercato del lavoro in modo da poter migliorare le politiche dell’UE per aiutare le persone a trovare un’occupazione e per tutelarle quando usano le piattaforme per offrire servizi”. 

La relazione si basa su un’indagine che ha coinvolto più di 32000 persone in 14 Stati membri. Per adeguare le istituzioni del mercato del lavoro e i sistemi previdenziali esistenti a questa nuova realtà, la Commissione ha proposto nel dicembre 2017 una direttiva per condizioni di lavoro più trasparenti e prevedibili e a marzo 2018, nel quadro del pacchetto sull’equità sociale, una raccomandazione del Consiglio sull’accesso alla protezione sociale per i lavoratori subordinati e autonomi.

(fonte aise)