Dario Fo è morto oggi a Milano all’età di 90 anni. Era ricoverato da qualche giorno all’ospedale “Sacco” del capoluogo lombardo per complicazioni legate a un’enfisema polmonare. “E’ stato un gran finale e se ne è andato”, ha commentato il figlio Jacopo Fo intervistato da Rainews 24. “L’unica cosa sensata che posso dire – ha proseguito – è che ha resistito e ha continuato a lavorare 8-9-10 ore al giorno fino a quando è stato ricoverato. Bisognerebbe metterlo nei prontuari medici. L’arte, la passione e l’impegno civile servono”. Basti pensare che solo il 20 settembre scorso aveva presentato a Milano il suo ultimo libro ‘Darwin’ dedicato al padre dell’evoluzionismo.

“Il nostro Paese e il mondo intero perdono oggi un artista che per tutta la vita si è battuto contro l’affermazione secondo cui ‘la cultura dominante è quella della classe dominante’ – scrive la famiglia e la compagnia teatrale di Fo, ringraziando tutti per l’affetto ricevuto in queste ore – Attraverso la sua intera opera, ha lavorato affinché le classi sociali che da secoli erano state costrette nell’ignoranza prendessero coscienza del fatto che è il popolo a essere depositario delle radici della propria cultura”. “Insieme all’adorata compagna Franca Rame – proseguono – ebbe il coraggio di allontanarsi dai circuiti teatrali ufficiali, che lui amava definire ‘teatro borghese’, per portare i loro spettacoli in luoghi non convenzionali come fabbriche occupate, piazze, case del popolo e carceri”. “Quando si appassionava a una storia e a un personaggio per prima cosa conduceva un’inchiesta approfondita, per imparare lui stesso in modo da poter trasmettere agli altri. La sua figura – evidenziano la famiglia e la compagnia teatrale – si distingue in questo, Dario Fo non ha mai avuto bisogno dell’etichetta di ‘intellettuale’, perché l’idea di cultura per la quale si è battuto non è né accademica né elitaria“. La camera ardente sarà allestita al Piccolo Teatro Strehler di Milano, come ha comunicato l’assessore alla Cultura di Palazzo Marino, Filippo Del Corno. Stando alle previsioni, sarà aperta dalle 15 di domani. Inoltre lo stesso assessore ha annunciato per sabato una “grande manifestazione pubblica” in città in ricordo di Fo. La notizia della morte di Dario Fo ha avuto ampio risalto nella stampa internazionale: dal Guardian alla Bbc, dal New York Times al Los Angeles Times, da Le Figaro a El Pais passando per la tv indiana Ntdv, tutti i media hanno riportato la sua scomparsa ricordando la sua satira.

Nato a Sangiano, in provincia di Varese, il 24 marzo del 1926, sin da giovane Dario Fo aveva manifestato di possedere una personalità poliedrica: è stato autore teatrale, scenografo, scrittore, attore, regista, fine illustratore. Si fece conoscere dal grande pubblico alla fine degli anni Cinquanta con le commedie che avevano la struttura della farsa, arricchita da elementi di satira di costume. Fortemente critico verso quello che lui denominava “teatro borghese”, rappresentava quelle sue opere in luoghi alternativi quali piazze, case del popolo, fabbriche: luoghi dove poteva venire incontro alle richieste di un pubblico composto soprattutto dalle classi subalterne e che aveva meno opportunità di accesso agli spettacoli teatrali. Ma fu soprattutto un artista a tutto tondo. L’autore di ‘Mistero Buffo’ (forse il suo capolavoro), scriveva in prima persona i testi teatrali (quasi un centinaio), li recitava, li metteva in scena, produceva gli spettacoli, realizzava le scenografie e la regia. Una produzione drammaturgica sterminata che gli valse il Nobel per la Letteratura nel 1997 con questa motivazione: “Perché, seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”. Quel giorno Fo ricevette la notizia dall’ANSA al telefono, mentre era in macchina con Ambra Angiolini, durante le riprese del programma di Rai 3 ‘Milano-Roma’.

(com.unica, 13 ottobre 2016)