Questa notte, nel chiudere la convention di Cleveland, Donald Trump ha accettato la nomination presidenziale come candidato repubblicano chiedendo agli americani disorientati e impauriti di schierarsi con lui. “Sarò la voce di chi non ne ha”. Nel suo discorso il magnate ha attribuito alla rivale democratica Hillary Clinton la responsabilità di avere creato il caos in Siria, Iraq e Libia nel periodo del suo mandato da segretaria di Stato. Gianni Riotta sulla Stampa descrive quella che può essere definita come la nuova scommessa del candidato repubblicano: offrire alla gente delusa l’illusione di una nuova grandezza degli Stati Uniti, precisando che si dovrà parlare di americanismo e non di globalismo. “Solo con un cambio di leadership sarà possibile”, afferma Trump, trovare una soluzione a una lunga serie di problemi che il governo a guida democratica non è riuscito a risolvere ed anzi ha contribuito in larga parte ad aggravare, soprattutto per quanto riguarda l’ordine pubblico e la sicurezza: “aumentano gli omicidi. Entrano sempre più numerosi gli immigrati clandestini. Gli afro-americani e i latinos sono più poveri oggi di quando Obama divenne presidente. I redditi delle famiglie sono più bassi che nel 2000. Il nostro deficit commerciale è ai massimi storici, 800 miliardi annui. Obama ha raddoppiato il nostro debito pubblico eppure le nostre strade cascano a pezzo, i nostri aeroporti sono da Terzo mondo. All’estero l’America è stata umiliata. Il mondo è meno sicuro e meno stabile. Tanto più, dopo che Obama mise Hillary Clinton alla guida della nostra politica estera: i suoi errori sono stati sottolineati anche da Bernie Sanders”. Ma niente paura, tutto questo finirà quando al potere ci sarà lui: “Con me, il popolo americano tornerà ad essere il primo”. E poi un’altra impressionante carrellata di promesse: “Renderò sicuri i nostri confini, vi proteggerò dal terrorismo. Grazie alle mie riforme economiche aggiungeremo milioni di posti di lavoro e migliaia di miliardi di nuova ricchezza”.

Sulla stampa americana non si è ancora spenta l’eco per la proposta di strappo con la Nato annunciata da Trump nell’intervista concessa ieri al New York Times: una posizione che secondo molti osservatori non farebbe altro che aumentare il disordine e i rischi globali, come sottolineava ieri l’autorevole Foreign Policy, descrivendo l’idea del magnate di New York a dir poco sconsiderata e che danneggerebbe profondamente le basi del sistema globale. Oltretutto a svantaggio della stessa America e da cui potrebbe trarne inevitabilmente grande beneficio Vladimir Putin.

Tra qualche giorno i riflettori della campagna elettorale americana saranno puntati in direzione Philadelphia, in Pennsylvania, dove lunedì prossimo si aprirà la convention del Partito Democratico, nel corso della quale Hillary Clinton sarà proclamata ufficialmente candidata. È atteso per venerdì, intanto, l’annuncio del candidato vicepresidente di Clinton.

(com.unica, 22 luglio 2016)