L’allarme dell’Unhcr, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Tra le vittime molti bambini e neonati.

L’Unhcr, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha fornito oggi una testimonianza drammatica sui naufragi avvenuti solo nell’ultima settimana al largo della Libia, in cui avrebbero perso la vita ben settecento migranti. Una vera e propria ecatombe: una stima purtroppo fondata, basata sulle testimonianze dei superstiti. “La situazione è caotica”, ha spiegato il portavoce dell’Unhcr Federico Fossi. “Noi non siamo sicuri delle cifre, ma temiamo che fino a 700 persone siano annegate nei tre naufragi di questa settimana, 500 delle quali in un unico naufragio”. Secondo i superstiti, almeno quaranta bambini – tra i quali alcuni neonati – risultano tra i dispersi.

La marina italiana intanto ha annunciato di aver recuperato 45 cadaveri di migranti dopo l’ultimo naufragio avvenuto nel Mediterraneo. Giovanna Di Benedetto, portavoce della onlus “Save the Children” in Sicilia, ha affermato che è impossibile verificare le cifre, ma ha aggiunto che i sopravvissuti hanno raccontato che circa 1.100 persone si erano imbarcate nel porto libico di Sabrata, a bordo di due pescherecci e un gommone. “La prima imbarcazione, che portava 500 persone, trainava la seconda, su cui ce ne erano altrettante”, ha detto, “ma la seconda imbarcazione ha cominciato a capovolgersi, alcune persone hanno cercato di nuotare fino alla prima, altre si sono aggrappate al cavo che le collegava”. Secondo i sopravvissuti, il capitano della prima nave, un sudanese, ha poi tagliato il cavo che, cedendo, ha tranciato la gola a un migrante. La seconda imbarcazione è affondata rapidamente. Il capitano sudanese sarebbe stato arrestato al suo arrivo a Pozzallo con altri tre sospetti trafficanti.

(com.unica, 29 maggio 2016)