Il commento di Pierluigi Battista sul Corriere della Sera sul barbaro assassinio di Samuel Paty, il professore di Storia decapitato da un terrorista islamico.

Il terrorismo islamista ha come obiettivo quello di tagliare la lingua a chi ancora pretende di parlare, di esercitare il diritto alla libertà culturale, alla libertà d’espressione, alla possibilità di avere opinioni diverse, di onorare divinità diverse o non onorarne nessuna, il diritto di prendere in giro, il diritto all’ironia, al sarcasmo, all’eresia.

Samuel Paty, un professore francese che per insegnare ai suoi studenti il significato della libertà d’espressione ha mostrato le vignette di Charlie Hebdo dopo aver avvertito gli allievi musulmani che (ancora questo vizio della libertà) avrebbero potuto disertare la lezione se si fossero sentiti offesi, ha sfidato la legge del terrore: e invece della lingua gli hanno tagliato la testa dopo averlo sgozzato. Non nel mattatoio dell’Isis, ma nel cuore della Francia, con un presidente coraggioso come Macron che non vuole cedere a uno dei principi essenziali della convivenza in un Paese libero e democratico.

Dovremmo erigere un monumento a Samuel Paty che non ha avuto paura di svolgere al meglio il suo ruolo di insegnante e di difensore della libertà d’espressione, mentre noi, qui in Italia, con un governo che fa la corte a ogni genere di dittature, siamo talmente paralizzati dalla paura che in alcuni tg la notizia della decapitazione di un professore è stata trattata con una noticina breve e svogliata. Ci dicevano: imparate a convivere con il virus. Non ci siamo riusciti, in compenso abbiamo imparato a convivere, in forme di desolante subalternità, con il terrore, una convivenza che è diventata assuefazione, indifferenza, fastidio anche per quei pochi, come il professor Paty, ora sgozzato e decapitato, che senza voler essere eroi ritenevano che la libertà d’espressione fosse ancora un valore per cui valesse la pena battersi.

Eroi gentili, miti, che vogliono solo fare il loro lavoro senza atteggiarsi a profeti e profetesse tonitruanti, come quelli che ora tacciono di fronte allo spettacolo di un insegnante a cui hanno mozzato la testa. Silenziosi per paura, perché quelli del terrore sono forti, feroci, vendicativi. Come il padre di un allievo di Samuel Paty che, facendo il delatore, ha consegnato l’insegnante ai suoi carnefici. Tagliatori di lingue. Tagliatori di teste.

Pierluigi Battista, Corriere della Sera 19 ottobre 2020