“Situazione e prospettive delle imprese nell’emergenza sanitaria covid-19” è il titolo dello studio che l’Istat ha appena pubblicato, in cui ha analizzato le prospettive delle aziende dopo l’emergenza Covid-19: il 57% delle imprese che ha chiesto liquidità aspetta ancora una risposta, oltre la metà prevede difficoltà per far fronte alle spese che si presenteranno fino alla fine del 2020, il 70% avrebbe fatto ricorso alla cassa integrazione.

Durante il lockdown, tra il 9 marzo e il 4 maggio, il 45,0% delle imprese con 3 e più addetti (458 mila, che assorbono il 27,5% degli addetti e realizzano il 18,0% del fatturato) ha sospeso l’attività. Per il 38,3% (390 mila imprese) la decisione è stata presa a seguito del decreto del Governo mentre il 6,7% (68 mila) lo ha fatto di propria iniziativa (Adnkronos).

Sono invece il 22,5% (229 mila, che rappresentano il 24,2% degli addetti e il 21,2% del fatturato) le imprese che sono riuscite a riaprire prima del 4 maggio dopo un’iniziale chiusura, spiegando la decisione in diversi modi: a seguito di ulteriori provvedimenti governativi (8,8%), attraverso una richiesta di deroga (5,9%) o per decisione volontaria (7,7%). Oltre tre imprese su 10 (32,5%) sono rimaste sempre attive (331 mila); questa quota di imprese è la più rilevante dal punto di vista economico e dell’occupazione in quanto rappresenta il 48,3% degli addetti e il 60,9% del fatturato nazionale.

Le microimprese (3-9 addetti), sono quelle più coinvolte nella sospensione delle attività: 48,7% contro 32,7% delle piccole (10-49 addetti), 19,2% delle medie (50-250 addetti) e 14,5% delle grandi (250 addetti e oltre), per una quota complessiva del 69,4%, considerando anche le imprese minori inizialmente “sospese” che poi hanno riaperto.

“Le chiusure delle attività economiche scandite dai diversi decreti – si legge nel rapporto dell’Istat – hanno dunque determinato effetti di blocco operativo soprattutto per le imprese di minori dimensioni, che in Italia, più che in altri paesi europei, rappresentano quote elevate in termini di occupazione e di risultati economici del sistema produttivo. Per l’impatto immediato e la capacità di risposta, questa evidenza assume grande rilevanza, con implicazioni dal punto di vista sia della resilienza del sistema economico allo shock e sia delle misure legate alla gestione dell’emergenza e al supporto alla ripresa”.

com.unica, 16 giugno 2020