L’Archivio di Stato di Milano propone, sul canale YouTube del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, l’intervento del professore di Storia Medioevale dell’Università del Sacro Cuore Nicolangelo D’Acunto che illustra uno dei documenti più interessanti custoditi nell’istituto: il diploma di Carlo Magno destinato al Monastero di Sant’Ambrogio. Si tratta di uno degli incontri del programma “Medioevo in archivio”, introdotti dal direttore Benedetto Luigi Compagnoni, ora a disposizione del pubblico online per la campagna La Cultura non si ferma, promossa dallo stesso Mibact.

Il Preceptum di Carlo re dei Franchi e dei Longobardi, che conferma i possessi del monastero e l’osservanza della Regola di San Benedetto anche nell’elezione dell’abate, presenta caratteristiche che raccontano una storia appassionante. Innanzitutto, è datato “Worms, aprile 790”: l’impero aveva capitali fisiche, ma la corte imperiale era itinerante; il diploma è un documento solenne, emanato dalla cancelleria imperiale, che sancisce una negoziazione tra l’Imperatore e il destinatario del documento, Pietro, vescovo di Milano e fondatore del Monastero di Sant’Ambrogio, il Santo che rappresenta la romanità, cardine dell’ideologia imperiale carolingia.

L’imperatore riconosce la centralità di Milano e la valenza politica del Monastero: emana l’atto a favore dei religiosi per la propria salvezza eterna e per garantire, grazie all’intercessione delle preghiere dei monaci, la stabilità dell’impero. C’è poi un’altra storia, oltre quella scritta nel testo. Il diploma è una copia autentica del X secolo, probabilmente perché l’originale non era più leggibile, ma la necessità di “riproduzione” del contenuto della pergamena evidenzia come i diplomi rappresentassero la memoria storica, istituzionale e giuridica degli istituti, pronti a contrattare i diritti dell’abate e del Monastero ad ogni nuovo imperatore.

Il video consente di ripercorrere alcuni momenti della storia medioevale e di conoscere i fondi dell’Archivio di Stato di Milano che, come tutti gli Istituti Mibact ha partecipato alla campagna La cultura non si ferma per consentire la fruizione del patrimonio culturale da casa, in un momento in cui l’emergenza ha costretto ad impedire le visite al pubblico. I numerosi contributi video sono pubblicati sul canale YouTube del Ministero, rilanciati attraverso i canali social e raccolti nel data base complessivo sulla pagina “La cultura non si ferma” sul sito https://www.beniculturali.it/laculturanonsiferma.

com.unica, 24 maggio 2020