Dal 21 novembre scorso e sino al 6 dicembre la Camera dei Deputati apre le porte al pubblico che potrà ammirare in Palazzo Valdina la mostra dedicata a Guglielmo Sansoni, in arte Tato (Bologna 1896 – Roma 1974) artista futurista italiano, inventore e padre dell’aeropittura. L’esposizione “Tato Futurista. Inventore dell’aereopittura“, curata da Salvatore Ventura su progetto e coordinamento curatoriale di Cornelia Bujin, coglie l’occasione dell’importante ricorrenza dei cento anni dell’incontro di Tato con Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del movimento futurista. In tal senso la volontà di comunicare, attraverso la visione di alcune opere selezionate di aeropittura di Tato, quell’entusiasmo, quell’emotività e quella forza visionaria di un’epoca, grazie allo sguardo sensibile e geniale di uno dei suoi principali artisti.

Con circa ventisei opere tra oli su tela, tempere su carta, dipinti su ceramica e foto originali d’epoca, incentrati sulla visione emozionale del paesaggio italiano visto da nuovi e inesplorati punti di vista come gli aerei in volo, la mostra pone l’accento proprio sul ruolo primario dell’avanguardia italiana nel fermento degli albori del Novecento, individuando il ruolo del collezionismo d’autore e dello studio scientifico, come custode del patrimonio della memoria storica e punto nodale dei nuovi processi di fruizione del “bene condiviso”.

L’avanguardia artistica italiana è uno dei più sensibili specchi della grande rivoluzione della modernità dove il dinamismo, l’aeropittura e la sperimentazione, comunicano perfettamente le inquietudini, lo stupore, le emozioni di chi per la prima volta sente il brivido della velocità, del suono registrato e vede lo spazio urbano e la terra dall’alto. L’aeropittura si colloca in questo senso nell’ambito del secondo futurismo iniziando tuttavia ad affermarsi negli anni successivi alla prima guerra mondiale e trovando in D’Annunzio eroe-aviatore, un indubbio precursore. L’aeropittura e il suo manifesto entusiasmo per il volo e la velocità aerea, scandisce le immagini per piani di colore riproponendo luoghi e paesaggi italiani in prospettiva aerea.

Il tema pittorico della “veduta” tra natura e modernità, si lega così al racconto delle trasformazioni dello spazio tra ruralità e urbanizzazione di un’Italia in evoluzione. Un viaggio ininterrotto agli albori del XX secolo attraverso gli occhi sensibili di Tato nella visione esaltante di un paesaggio in cui, il dinamismo di strade e ferrovie, si intreccia con la staticità metafisica d’insondabili labirinti meccanici.

Tra le opere in esposizione: “Sorvolando in spirale il Colosseo (Spiralata)” del 1930, esposto al Guggenheim Museum di New York nel 2014 in occasione della mostra “Italian Futurism, 1909–1944: Reconstructing the Universe”; “Aeroplani + Metropoli”, “Paesaggio in velocità – scivolamento d’ala” 1930, “Sport” e “Avvitamento”, sempre del 1930; “Sorvolando Sabaudia” del 1934; “Spiralata” e “Volo notturno” del 1936; “Atterrando” del 1937; e, tornando indietro negli anni, “Sensazioni di volo II tempo” (1929), “Il dirigibile Italia al polo Nord” (1928) e “Alba futurista” (1926). La mostra è organizzata da Civita ed è accompagnata dal catalogo edito da Palombi. 

com.unica, 27 novembre 2019