UNHCROIM UNICEF chiedono all’unisono agli Stati europei uno sforzo maggiore per assicurare a tutti i minorenni migranti, rifugiati e richiedenti asilo l’accesso all’istruzione di qualità e garanzie per il proseguimento del percorso accademico. In una pubblicazione lanciata oggi, le tre Agenzie delle Nazioni Unite descrivono le barriere che questi bambini e adolescenti incontrano nell’accesso all’istruzione in Europa.
Attualmente il numero di bambini e adolescenti nati fuori dall’Europa (compresi i minorenni rifugiati e migranti arrivati di recente) che abbandonano la scuola precocemente è quasi il doppio rispetto al numero dei minorenni che nascono in Europa. I minorenni migranti conseguono risultati scolastici più bassi quando non viene dato loro il supporto adeguato. Per esempio, circa 3 studenti nati nel Paese su 4 conseguono l’idoneità in scienze, lettura e matematica, ma sono solo 3 su 5 di quelli con un background migratorio.

FOCUS ITALIA
1. Le statistiche nazionali sull’istruzione distinguono solo tra cittadini italiani e non italiani.
2. Nell’anno scolastico 2016-2017, erano registrati 634.070 bambini non italiani in scuole italiane (pari al 9,5% del totale degli iscritti).
3. Il 46% dei bambini non italiani era iscritto alla scuola primaria, il 26% alla scuola secondaria inferiore e il 29% alla secondaria superiore. Non ci sono dati sull’istruzione pre-primaria.
4. Tra tutti i bambini non italiani nel sistema scolastico, il 77% (487.748) erano cittadini non europei;
5. Tra gli adolescenti rifugiati e migranti, che hanno risposto al sondaggio sull’istruzione condotto a fine 2017 sulla piattaforma UNICEF U-Report on the Move, il 49% frequentava solo lezioni di lingua italiana, mentre solo il 30% frequentava le lezioni regolari, con un grande differenza tra le zone (https://onthemove.ureport.in/poll/2371/)
6. Secondo un sondaggio più recente (https://onthemove.ureport.in/poll/2537/) l’86% dei rispondenti ha dichiarato che avrebbe voluto accedere a corsi di formazione. Tuttavia, pochissimi di loro hanno avuto accesso a queste opportunità.
Tra le sfide principali sottolineate nel rapporto: le risorse economiche insufficienti; pochi spazi scolastici o insegnanti non adeguatamente formati per lavorare con minorenni rifugiati e migranti; barriere linguistiche; la mancanza di sostegno psicosociale e classi di recupero limitate. Queste ultime sono vitali per i bambini che non sono andati a scuola per periodi prolungati o che provengono da sistemi scolastici differenti.
I bambini in età da scuola pre-primaria (dai 3 ai 5 anni) e da secondaria superiore (dai 15 anni in su) sono particolarmente vulnerabili all’abbandono scolastico, poiché spesso non sono compresi nel campo di applicazione della legislazione nazionale sull’istruzione obbligatoria.
Per aiutare gli Stati a rispondere a queste sfide e alla mancanza di dati cruciali, la pubblicazione fornisce degli esempi di pratiche buone e promettenti per l’istruzione in Europa e riporta una serie di raccomandazioni.
“Per i minorenni rifugiati, l’istruzione non è solo vitale per il loro futuro ma anche per quello delle comunità in cui vivono. Un’istruzione di qualità accresce le opportunità di successo, facilita l’integrazione ed è vantaggiosa tanto per lo studente quanto per la società. Investire nell’istruzione per tutti è uno dei migliori investimenti che un Governo possa fare”, ha dichiarato Pascale Moreau, direttrice UNHCR del Bureau per l’Europa.
Le Agenzie chiedono agli Stati di rafforzare il legame tra le scuole e altri importanti servizi pubblici, come quello sanitario e di protezione dell’infanzia, per assicurare che vengano superate le barriere per l’iscrizione a scuola e i fattori che contribuiscono a un precoce abbandono scolastico. La pubblicazione raccomanda inoltre l’adozione di misure che rendano più efficace l’accesso ai servizi per l’istruzione della prima infanzia e che promuovano l’integrazione dei giovani nell’istruzione secondaria superiore e nei programmi di formazione.
“Con la volontà politica e ulteriori investimenti, i Governi in Europa possono costruire sistemi inclusivi di scuola pubblica, assicurando a tutti i bambini, a prescindere dal loro status migratorio, di vedere protetto il loro diritto all’istruzione, mentre si costruiscono comunità inclusive e di successo”, ha detto Afshan Khan, direttore regionale UNICEF per l’Europa e l’Asia Centrale e coordinatore speciale per la Risposta dei Rifugiati e Migranti in Europa.
Le Agenzie chiedono agli Stati anche di ampliare gli sforzi e investire ulteriormente sia livello nazionale sia regionale per raccogliere dati standardizzati e armonizzati di qualità sui bambini rifugiati, richiedenti asilo e migranti nell’ambito dell’istruzione, per orientare politiche di sviluppo e distribuzione delle risorse.
“Eliminare questi gap nell’istruzione dei minorenni rifugiati e migranti è importante per il loro sviluppo e benessere e può avere effetti positivi per la società in generale. L’istruzione ha il potere coesivo di aiutare i minorenni rifugiati e migranti e le loro famiglie a costruire legami con le comunità locali e di contribuirvi. Investire in un’istruzione inclusiva e di qualità ci aiuterà ad assumerci le nostre responsabilità per assicurare che nessuna generazione venga lasciata indietro”, ha concluso Manfred Profazi, senior regional adviser per l’Europa e l’Asia Centrale dell’OIM.

com.unica, 12 settembre 2019