[ACCADDE OGGI]

I fatti che si stanno verificando nell’America di Obama, il primo presidente di colore degli Stati Uniti, ci obbligano a soffermarci su una data del calendario, quel 23 luglio 1967 quando esplose la rabbia dei cittadini afroamericani e fu rivolta, una grande e violenta protesta che lungo l’arco di tre giorni mise Detroit la più grande città del Michigan capitale dell’industria automobilistica a ferro e fuoco causando la morte di 43 persone, di oltre mille feriti, distruggendo completamente duemila tra edifici e abitazioni.

Allora come adesso fu il brutale atteggiamento della polizia e soprattutto degli agenti bianchi a causare la rivolta che ebbe inizio dopo la violenta incursione dei poliziotti in un bar della 12^ strada di Detroit mentre gli ignari frequentatori del locale festeggiavano il ritorno a casa di alcuni ragazzi reduci dal Vietnam. Già il Vietnam, quella insensata e sanguinosa carneficina che ebbe nel successore di Kennedy, Lyndon Johnson il massimo esponente della volontà guerresca. E fu proprio il presidente Johnson a ordinare all’esercito di intervenire a Detroit per sedare la rivolta dei coloured people. Alla fine come detto si contarono 43 morti e tra questi solo un agente di polizia. L’esercito e la Guardia Nazionale non ebbe scrupolo ad intervenire con i carri armati.

Il caso volle che la grande Aretha Franklin si trovasse a Detroit in quei giorni per registrare il brano Respect che naturalmente fini per diventare l’inno delle minoranze e del rispetto dei diritti civili.

(Franco Seccia/com.unica 23 luglio 2019)