La mostra Il Rinascimento parla ebraico, che apre al pubblico il prossimo 12 aprile al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara, ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Il prestigioso emblema, conferito al MEIS quale premio di rappresentanza in occasione di questa importante esposizione, raffigura nel dritto un’Italia turrita, tratta da un’antica moneta romana di epoca siracusana e ispirata all’opera del disegnatore Vittorio Grassi (1878-1958), e nel rovescio il Palazzo del Quirinale, con una veduta della Palazzina Gregoriana dal Cortile d’Onore.

Realizzata da Ettore Lorenzo Frapiccini, la medaglia presidenziale riconosce ufficialmente lo straordinario valore del percorso espositivo che il MEIS si appresta a inaugurare. La narrazione del Rinascimento ebraico affronta uno dei periodi cruciali della storia culturale della Penisola, decisivo per la formazione dell’identità italiana. E la mostra curata da Giulio Busi e Silvana Greco ne svela un aspetto del tutto originale: la presenza degli ebrei e il fecondo dialogo culturale con la cultura cristiana di maggioranza.

A far emergere questa dinamica, opere pittoriche quali la Sacra famiglia e famiglia del Battista (1504-1506) di Andrea Mantegna, la Nascita della Vergine (1502-1507) di Vittore Carpaccio, la Disputa di Gesù con i dottori del Tempio (1519-1525) di Ludovico Mazzolino,Elia e Eliseo di Stefano di Giovanni di Consolo detto il Sassetta, dove spuntano a sorpresa significative scritte in ebraico. Manoscritti miniati ebraici come la Guida dei perplessi di Maimonide (1349), acquistato dallo Stato italiano meno di un anno fa. O l’Arca Santa lignea più antica d’Italia, mai rientrata prima da Parigi, e il Rotolo della Torah di Biella, un’antichissima pergamena della Bibbia ebraica, ancora oggi usata nella liturgia sinagogale.

Attraverso questi e altri capolavori, “Il Rinascimento parla ebraico” testimonia che gli ebrei c’erano, ed erano attivi e intraprendenti. A Firenze, Ferrara, Mantova, Venezia, Genova, Pisa, Napoli, Palermo e Roma. A periodi alterni accolti e ben visti, con un ruolo non secondario di prestatori, medici, mercanti, oppure oggetto di pregiudizio. Interpreti di una stagione che racchiude in sé esperienze multiple, incontri, scontri, momenti armonici e brusche cesure. Un ricco e complesso confronto, raccontato per la prima volta al MEIS anche attraverso la coinvolgente scenografia dello studio GTRF di Brescia.

com.unica, 31 marzo 2019