È salito a 12 il bilancio delle vittime accertate, mentre quello delle persone disperse nel disastro che ha colpito le persone che si trovavano nell’Hotel Rigopiano, travolto nei giorni scorsi da una valanga. Altri tre corpi sono stati recuperati dai Vigili del fuoco dall’interno dell’albergo: si tratta di tre uomini, che ancora devono essere identificati. A cinque giorni dalla valanga che ha travolto la struttura, i soccorritori sperano ancora di trovare in vita qualcuno in qualche ‘sacca d’aria’ tra neve, detriti e strutture dell’albergo. Le operazioni di soccorso, che hanno mobilitato decine di uomini, sono proseguite anche la scorsa notte, nonostante la pioggia che anche stamani continua a cadere sulla zona. “Vigili del fuoco tutta la notte al lavoro” sottolineano gli stessi vigili in un tweet. “Procede l’esplorazione dei locali investiti dalla valanga”, sottolineano.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha auspicato “uno sforzo unitario e comune di fronte alle calamità. Le buone parole devono unire e non dividere”. “Le immagini dei soccorritori che in mezzo alla tormenta salvano vite umane – ha concluso Mattarella – sono un esempio di quello che intendiamo per popolo repubblicano”.

Per i parenti delle vittime e di chi ancora manca all’appello, però, l’attesa si fa di ora in ora sempre più insostenibile e straziante. “Quelli che sono morti sono stati uccisi – si è sfogato il papà di Stefano Feniello, 28 anni, tra i dispersi – e quelli che ancora non rientrano sono stati sequestrati contro il loro volere perché volevano rientrare. Li hanno sequestrati. Avevano le valigie pronte. Li hanno riuniti tutti vicino al caminetto come carne da macello”. La fidanzata del giovane, Francesca Bronzi, è salva ed è ricoverata a Pescara. La responsabilità, secondo Alessio Feniello, è “delle autorità”.

L’indagine per accertare eventuali responsabilità va avanti. Ieri è spuntata una mappa geologica della Regione risalente al 1997 che segnala come l’hotel fosse costruito sopra un cumulo di detriti. La procura di Pescara continua a indagare per omicidio colposo, un allarme slavina risalente a tre giorni prima il disastro è stato ignorato, mentre i ritardi dopo la valanga sarebbero poco rilevanti (Repubblica). 

(com.unica, 24 gennaio 2017)