Piero della Francesca, San Costantino e le radici cristiane dell’Europa: un editoriale di Vittorio Sgarbi per Il Tempo.

Contro la guerra, la violenza e il terrorismo occorre ripartire dalla Croce, anzi, dalle Storie della Vera Croce di Piero della Francesca. «In Hoc Signo Vinces»: noi europei e italiani dobbiamo essere orgogliosi di essere cristiani. Se è questo che intende il presidente del Consiglio Renzi, quando parla di «gigantesco investimento nella cultura», allora gli do ragione. Come aveva ragione Oriana Fallaci, offesa dalla sinistra per averci messo in guardia.

Da un punto di vista geopolitico l’asse che funziona è quello voluto da Putin e che ha portato a una diversa situazione rispetto ai mesi scorsi. Quella è la guida, che non corrisponde alle erronee posizioni guerrafondaie in astratto di Hollande, come di Sarkozy prima di lui. Da un lato abbiamo un asse Putin-Assad che funziona e i cui punti forti sono agire in maniera concreta contro i santuari del terrorismo, come è avvenuto anche in Egitto. Sono Paesi dove non c’è la confusione che regna in Libia o in Iraq, dove invece non esiste un governo e nemmeno un rapporto con alleati che siano in grado di sostenere un esecutivo reale. E dall’altro lato abbiamo un’ulteriore verifica delle posizioni assunte dalla Fallaci che oggi tornano di moda e si rispecchiano anche nella posizione di Rutelli che, qualche anno fa, subito dopo la sua morte, quando venne demonizzata, le dedicò una mostra a Milano restituendole un onore che le era stato negato dalla sinistra.

Oggi Renzi fa il riferimento alle radici culturali, con cui si torna alle origini di quella grottesca commissione, istituita da Giscard d’Estaing, con i nostri due modesti italiani Fini e Amato, i quali accettarono a scatola chiusa di precludere le fondamenta cristiane alla Storia della nostra cultura europea, quelle radici che sono state reclamate da due papi, ma non sono il preambolo della Costituzione. Questo vuol dire che siamo un Paese nel quale tutto è consentito e non abbiamo alcuna identità culturale.

Se la posizione di Renzi è in difesa della nostra cultura è positiva, perché noi dobbiamo avere l’orgoglio delle nostre radici cristiane. Sono la ragione stessa dell’Occidente, della libertà, della democrazia, della libertà della persona e di quella della donna. Questo è un dato che si contrappone al fuoco della forza brutale che trae però origine da una convinzione religiosa. Che il loro dio esista è una realtà abbastanza discutibile, ma per quel dio loro sono pronti a morire. Una fede così assoluta muove il mondo e dalla nostra parte ci sono un’acquiescienza e una tolleranza per le quali non si identifica un’idea di occidente. Quello che dice Renzi va condiviso come difesa della nostra identità, una difesa che non è militare, ma di idee e di pensieri. Lui, Matteo, ha fatto anche coprire le statue, ma l’Iran certo non è l’Isis e con l’Iran non si va in guerra: quella è stata una confusione culturale, cose diverse si sono sovrapposte generando un atteggiamento umiliante.

Ricordo, nell’anno di Piero della Francesca, che il generale Clark, dopo aver bombardato Cassino durante la Seconda Guerra Mondiale, evitò di bombardare Borgo San Sepolcro. Chiese a un bambino se ci fossero ancora tedeschi, questi gli rispose di no e lui, si rammentò le parole dello scrittore inglese Aldous Huxley che sosteneva che lì era conservato il quadro più bello del mondo: La Resurrezione di Piero della Francesca. La forza dell’arte fu superiore a quella della religione, in quel caso il paese non fu salvato dal Cristo, ma dal quadro. Il capolavoro di Piero della Francesca, del quale si celebra il sesto centenario della nascita, essendo nato nel 1416, sono le Storie della Vera Croce: In Hoc Signo Vinces, la dimensione cristiana è quella di conquista contro un potere cieco e barbaro.

A Cagliari abbiamo inaugurato la mostra In Hoc Signo, in relazione ad una meravigliosa festa religiosa chiamata Ardia nella quale i cavalli corrono in gara per arrivare alla vera croce. Una festa dedicata a San Costantino: la sua santità è nell’aver unificato l’Italia e il Mondo. In nome della Croce.

Vittorio Sgarbi, Il Tempo 24 marzo 2016