Il cinema è in lutto per la morte di Ettore Scola. Il regista si è spento a 84 anni. Tra i suoi film più celebri “Una giornata particolare” e “C’eravamo tanto amati”. Nel 1976 aveva vinto il premio per la miglior regia al Festival di Cannes con “Brutti, sporchi e cattivi”.

Unanime il cordoglio del mondo della cultura e di tanti suoi ammiratori. Da Stefania Sandrelli a Renzo Arbore, da Giancarlo Giannini a Sergio Castellitto e Alessandro Gassman. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi lo ha ricordato come “maestro dalla incredibile e acuta capacità di lettura dell’Italia, della società e dei suoi mutamenti, del sentimento del tempo, coscienza civile che lascia un enorme vuoto nella cultura italiana”. Il ministro della Cultura Franceschini: “Un grande maestro, un uomo straordinario, giovane fino all’ultimo giorno della sua vita”.

Scola era nato a Trevico (Avellino) il 10 maggio 1931 e si trasferì a Roma con la famiglia da bambino. Già quindicenne la sua passione per il disegno iniziata a cinque anni lo portò nella redazione della rivista umoristica Marc’Aurelio dove collaborava un giovane artista, di dieci anni più grande, Federico Fellini. Con quelli che poi lui chiamerà ‘scarabocchi’, vignette, bozzetti che lo accompagneranno sempre, riuscì a trovare il suo spazio in un ambiente di grande fermento culturale. Finito il liceo classico Pio Albertelli il giovane Scola si iscrisse a Giurisprudenza. Ma il suo destino non era nel mondo dei tribunali. Nella sua carriera oltre al premio ricevuto a Cannes Scola ha vinto 8 David di Donatello e ottenuto 4 candidature all’Oscar (purtroppo mai andate a buon fine) con i film “Una giornata particolare” (1978), “I nuovi mostri” (1979), “Ballando ballando” (1984) e “La famiglia” (1988). E’ stato un campione assoluto del miglior cinema italiano del secondo ‘900, un maestro che detestava i titoli altisonanti, che amava l’autoironia, ma che mai ha rinunciato ad essere in prima fila nelle grandi battaglie civili ed artistiche del paese.

Da sempre impegnato nel sociale, ha, tra l’altro, fatto parte del governo ombra del Pci nel 1989 con delega ai Beni Culturali. Negli anni 50 aveva cominciato a scrivere sceneggiature con Age e Scarpelli, per film come “Un americano a Roma” (1954), “La grande guerra” (1959) e “Crimen” (1960), per poi passare alla regia nel 1964 con con il film “Se permettete parliamo di donne”, con Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Marcello Mastroianni.  Ci saranno poi “Il commissario Pepe””(1969) con Tognazzi nei panni di un inedito commissario di polizia poco violento e per niente rozzo e “Dramma della gelosia – Tutti i particolari in cronaca” (1970), storia popolare firmata dallo stesso Scola insieme ad Age & Scarpelli, divertente, brillante, piena di ritmo fino all’amaro finale. Tra i suoi film più importanti, nel 1974, “C’eravamo tanto amati”, le vicende di tre amici Vittorio Gassman (suo attore feticcio), Nino Manfredi e Stefano Satta Flores, tutti alla fine innamorati di Luciana (Stefania Sandrelli).

Tra i suoi altri capolavori “Brutti, sporchi e cattivi” (1976) e “Una giornata particolare” (1977) con gli indimenticabili Sophia Loren e Marcello Mastroianni alle prese con un amore impossibile all’ombra del fascismo.  Il 1980 è l’anno de “La terrazza”, crisi e bilanci di un gruppo di intellettuali idealisti. Ottanta anni di storia (1906-1986) racconta invece “La famiglia” (1987) sempre con Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli e Fanny Ardant. Ultimo suo film nel 2013 il documentario dedicato a Fellini “Che strano chiamarsi Federico”. Dalle 10.30 di domani, 21 gennaio, si aprirà la camera ardente alla Casa del Cinema di Roma.

(Giovanna Napolitano/com.unica 20 gennaio 2016)