Dal Tibet alle Ande tra i suoi ricordi: la teoria della Luna di Giaccio di Horbinger e l’Operazione libertà di Kersten

La seconda guerra mondiale tuona forte sui tavoli delle diplomazie europee nel 1938. Alla vigilia della catastrofe il capo delle SS Heinrich Himmler aveva deciso di inviare una missione tanto oscura quanto misteriosa: una spedizione sul “tetto del Mondo” Himalaya alla ricerca del superuomo di Atlantide. La missione è seguita dall’Ahnenerbe, la sezione speciale di intellettuali delle SS che esercitava nel mondo intero ricerche archeologiche, biologiche, botaniche, esoteriche, filosofiche e scientifiche a supporto della volontà di espansione, dello spazio vitale e della presunta superiorità germanica. I nazisti si portarono dal Sudamerica all’Antartico, dal Veneto – val Camonica – al Tibet. Nel 1938 la dubbia missione Superuomo di Atlantide parte con 7 giovani ricercati capeggiati da Ernst Schäfer, lui certo è uno scienziato competente, serio, anche molto ambizioso. La Missione in realtà intreccia la geopolitica, la storia e le religioni, la politica e la filosofia, elementi mistici ed esoterici, e molte ambizioni personali. Inoltre deve altrettanto studiare con dovizia piani strategici per il controllo dell’Asia centrale, il cosiddetto “grande gioco” già avvenuto tra l’impero britannico potenza marittima e l’impero zarista potenza di terra, quando dagli anni Trenta, nello scacchiere si inserivano tedeschi, americani e italiani. Questo intrigante quadro geopolitico sfocia anche in deliri storico-filosofici ed intrighi spionistici e resterà un mistero laddove parte una luce dettata dalla stesura di documenti di prima mano e, il racconto, di come si è arrivati a precise conoscenze, sicuramente scientifiche ed attraverso l’antagonismo sportivo, da veri professionisti, si è arrivati poi anche a scalare le vette supreme – italiani e austriaci, o tedeschi e americani ed altri – con una sfida tra alpinisti che dalle Alpi si sono portati alle cime dell’Himalaya durante tutto il Novecento.

“Attraverso l’Himalaya nella terra degli dei – Viaggio d’esplorazione dall’India al Tibet” è l’edizione post bellica di Ernest Schäfer. Stampata in tedesco ma con caratteri latini. È un’importante differenza dall’edizione con caratteri gotici “Tibet sconosciuto” edita nel 1937 dove appare la dedica di Schäfer, scritta di suo pugno, a Felix Kersten.

Ernst Schäfer si trova in Venezuela nel 1950, presso la stazione biologica “Rancho Grande”. Nell’introduzione al libro “Attraverso l’Himalaya nella terra degli dei…” scrive Schäfer: “Da giorni e notti sento il tambureggiare della pioggia tropicale sul tetto, l’assalto della grande pioggia. Però non è il Monsone. Ho scambiato Himalaya con la Cordigliera e, lo devo fare, poiché le porte dell’Asia sono chiuse. Con cuore pesante ho lasciato la patria, e praticamente mi sono creato un futuro in un nuovo continente. I miei pensieri scorrono dai monti selvaggi della Cordigliera della costa venezuelana sopra l’Atlantico verso la Germania e da qui verso l’Est nella mia vecchia terra dei sogni, nel mezzo del cuore dell’Alto Tibet.

Schäfer “l’autore all’opera” sta in “Attraverso l’Himalaya”

A guerra finita il Tibet era sotto il controllo della Cina comunista. L’Europa è da ricostruire riprogettare ripensare. Così continua Schäfer: “Il libro oggi (1950; Ndr) è attuale, poiché nella Terra delle Nevi molto è cambiato e io con i miei compagni di spedizione Karl Wienert, Bruno Beger, Ernest Krause ed Edmund Geer, forse come ultimo ho avuto la fortuna di aver vissuto il Tibet classico”. Come sopra detto l’edizione post bellica “Attraverso l’Himalaya nella terra degli dei – Viaggio d’esplorazione dall’India al Tibet” è stampata in tedesco con caratteri latini. A differenza dall’edizione con caratteri gotici “Tibet sconosciuto” edita nel 1937 dove appare la dedica di Schäfer, scritta di suo pugno, a Felix Kersten: “Al Sig. Dr. Kersten donato in ringraziamento”.

Ma chi era costui, Felix Kersten? Scopriamo nientemeno esser stato il medico di Heinrich Himmler il Capo delle SS. Kersten è un tedesco, nasce da genitori di origini tedesche nei Paesi baltici nel 1898. La famiglia Kersten è benestante. Felix studia prima agronomia e medicina poi si specializza in fisioterapia e massaggio finlandese su basi scientifiche. Felix Kersten aveva ereditato dalla madre un dono singolare: la capacità di guarire i dolori reumatici – muscolari attraverso il massaggio delle mani. Un dono che Felix porta a perfezionamento presso la scuola del maestro Kǒ, un medico dell’estremo Oriente che gli trasmette gli insegnamenti dell’antichissima tradizione tibetana. Kersten nel marzo del 1939, su consiglio di alcuni pazienti in cura da lui, incontra Himmler che soffre di dolori lancinanti al limite della sopportazione. Kersten cura il male di Himmler al punto che questi ne diventa dipendente fisicamente ed anche psicologicamente. Grazie al trattamento riabilitativo fisioterapico manuale ereditato dalla madre e dagli insegnamenti tibetani del maestro Kǒ i dolori che pativa Himmler spariscono. Col trascorrere del tempo Himmler diventa cordiale ed indiscreto tanto da entrare in piena confidenza col dottor Kersten. Himmler si confida sempre più con Felix Kersten persino su cose inconfessabili del Terzo Reich. E il medico alla fine riesce a trattare una causa umanitaria. Kersten riesce a suggerire a Himmler delle trattative che vanno avanti in gran segreto. Trattano nientemeno del salvataggio di migliaia di prigionieri dai campi di concentramento nazisti in Europa. Appare una sorta di legame alchemico, mistico ed esoterico ad un tempo con il Tibet “classico” pre-bellico, sconosciuto e magico come ama dire Ernst Schäfer, con la dedica al Dr. Kersten “donato in ringraziamento”. Non solo! Schäfer lascia un’altra importante testimonianza della sua passione giovanile, lo scopo della sua vita di esploratore e di scienziato tanto per la conoscenza del Tibet, quanto delle altre discipline nel tempo tra le due guerre mondiali.

Oltre alla dedica al Dr. Kersten vi è di più. Tra le pagine di un altro suo libro sul Tibet il “Tetto del Mondo” troviamo una relazione dattiloscritta di 5 pagine datata 1927. La redige con acuta precisione, senza errori, con immagini e didascalie, ma siamo tra il 1945 e il 1948, ma mette la data 15-16 dicembre 1927 quando aveva soli 17 anni e non aveva terminato gli studi. E si attribuisce i titoli di “Prof. Dr. Cl. Schäfer, Breslau” (Breslavia – Germania, città che nel 1927 era a maggioranza tedesca, ed oggi è in Polonia) perché?

Pagina 1 del dattiloscritto di 5 pagine di Ernst Schäfer sta nel libro “Tetto del Mondo”

Occorre ricordare la formazione di Ernst Schäfer. È figlio di buona famiglia, il padre è un importante industriale di Amburgo che gli consente una vita agiata tra numerosi viaggi, battute di caccia, studi interrotti e poi ripresi e infine diventa ornitologo e botanico. Nel 1932, da studente, e poi nel 1935 completati gli studi, aveva partecipato alle spedizioni in Tibet con l’amico americano Brook-Dylan junior. Quando nel 1937 stava preparando una successiva spedizione in Tibet – con l’amico americano Brook-Dylan – sopraggiunge la proposta di Himmler di lavorare insieme a Wust e Sievers per lo sviluppo dei progetti di ricerche della SS Anhnenerbe. Ernst Schafer aveva già compiuto molti viaggi e tante esperienze all’estero. Poteva scegliere liberamente e rinunciare al terzo viaggio con l’americano Brook-Dylan e partecipare al progetto nazista della SS Ahnenerbe? A oltre Ottant’anni è verosimile che il vero bottino cui miravano gli europei (inglesi, tedeschi, Italiani), i russi e gli americani erano i testi scritti in Sanscrito e le antiche conoscenze… Si tratta di cose del Mondo antico, un patrimonio di importanti conoscenze forse custodite, con dovute analogie e somiglianze, anche nella Biblioteca di Alessandria d’Egitto andata perduta già ai tempi del divo Cesare e Cleopatra. Reminiscenza di tempi della Roma antica, idee sui destini del mondo, definire l’asse del mondo o l’Axis mundi. Fatto è che l’“Operazione Tibet” dei nazisti parte nel 1939 con Schäfer in una missione speciale: controllare gli inglesi nelle loro colonie tradizionali in Oriente, soprattutto in Tibet, per tentare anche un avvicinamento ai russi sovietici in funzione antinglese. Ispirandosi al ricercatore svedese Sven Hedin grande confidente di Hitler, Ernst Schäfer ripercorse, passo per passo, i luoghi delle precedenti spedizioni. Una raccolta dati di prima mano, una logistica per l’Intelligence sul territorio da confrontare con i reperti raccolti sul campo dalle missioni di Sven Hedin. A Monaco di Baviera veniva creato l’“Istituto Sven Hedin per l’interno dell’Asia e Spedizioni” affiliato all’Istituto di Geopolitica di Karl Maria Hausofer.

Oggi tutto quel materiale – carte, filmati d’epoca, foto, libri, testi tradizionali induisti e buddisti mai tradotti, vere rarità – si possono ancora trovare. Formalmente si andava alla ricerca del Superuomo di Atlantide. Lo scenario delle esplorazioni e missioni segrete non è stato solo il Tibet, l’Asia centrale, l’India, anche il Medio Oriente. Molte le correnti ideologiche, mistiche ed esoteriche di cui i vari totalitarismi del Novecento – e non solo – proponevano elementi di sintesi. La potenzialità del sacro poteva supportare la geopolitica e un sistema gerarchico anche militare, spinto solo da semplice e grossolana volontà d’espansione. Una donna ha dato una impronta a queste correnti “sotterranee”, che hanno segnato ben oltre un secolo dalla metà dell’Ottocento alla New Age, negli ultimi tempi forse, dimenticata: la russa Helena Petrovna Blavatsky poi naturalizzata Statunitense ma, questo, è un altro capitolo. 

“Attraverso l’Himalaya nella terra degli dei – Viaggio d’esplorazione dall’India al Tibet”, edito Deutsche Hausbucherei – Hamburg-Berlin, di Ernest Schäfer

Raffaele Panico, com.unica 3 novembre 2023