Secondo una nuova analisi dell’UNICEF, privare le ragazze afghane del diritto all’istruzione secondaria avrà un effetto devastante sull’economia del Paese.

Anche prima che i Talebani prendessero il potere il 15 agosto dello scorso anno, l’Afghanistan era alle prese con oltre 4,2 milioni di bambini fuori dalle scuole, il 60% dei quali erano bambine. Sebbene i costi potenziali della mancata istruzione di bambini e bambine siano elevati in termini di mancati guadagni, la mancata istruzione delle bambine è particolarmente costosa a causa della relazione tra il livello di istruzione e il fatto che le bambine ritardino il matrimonio e la maternità, partecipino alla forza lavoro, facciano scelte sul proprio futuro e investano di più nella salute e nell’istruzione dei propri figli più avanti nella vita. L’analisi indica che l’Afghanistan non sarà in grado di recuperare il prodotto interno lordo (PIL) perso durante la transizione e di raggiungere la sua vera produttività potenziale senza soddisfare il diritto delle ragazze ad accedere e completare l’istruzione secondaria.

Oltre per il fatto che le ragazze non possono tornare alle scuole secondarie, l’UNICEF sta anche lottando per raggiungere le ragazze adolescenti con i servizi vitali di cui hanno bisogno, come il supporto per la prevenzione dell’anemia e la salute e l’igiene mestruale, che l’UNICEF era solito fornire nelle scuole. 

Anche la malnutrizione infantile è in aumento. Nel giugno 2021, 30.000 bambini sono stati curati per malnutrizione acuta grave in Afghanistan; nel giugno 2022, 57.000 bambini sono stati ricoverati, con un aumento del 90%. I bambini sono costretti a lavorare per mantenere le loro famiglie invece di andare a scuola, che è il luogo più sicuro in cui potrebbero stare.  

Negli ultimi 12 mesi, i servizi sanitari e nutrizionali nelle scuole hanno raggiunto 272.386 ragazze adolescenti con integratori di ferro e acido folico. L’impossibilità di proseguire gli studi compromette la loro salute. 

“La decisione del 23 marzo di non permettere alle ragazze di tornare alla scuola secondaria è stata scioccante e profondamente deludente. Non solo viola il diritto fondamentale delle ragazze all’istruzione, ma le espone a una preoccupazione maggiore e a un rischio più elevato di sfruttamento e abuso, tra cui il traffico di bambini e il matrimonio precoce e forzato“, ha dichiarato il rappresentante dell’UNICEF in Afghanistan, Mohamed Ayoya. “Ora, questa nuova analisi illustra chiaramente il terribile impatto economico di questa decisione sul PIL del Paese. L’UNICEF vuole che ogni bambina e bambino in Afghanistan vada a scuola e impari. Non smetteremo di impegnarci finché questo obiettivo non sarà raggiunto. L’istruzione non solo è un diritto per ogni bambino, ma è la base per la crescita futura dell’Afghanistan”.   

“L’Afghanistan rimane una delle crisi mondiali più complesse e multidimensionali per i bambini”, ha continuato Ayoya. “Questo è un momento cruciale per una generazione di bambini in Afghanistan. I diritti delle bambine sono sotto attacco, la loro infanzia è segnata da privazioni. Per questo motivo, nonostante le sfide del contesto operativo, l’UNICEF sta aumentando la sua presenza, sta portando avanti le sue attività e sta ottenendo risultati come mai prima d’ora. Nel fare questo, vogliamo dire alla popolazione dell’Afghanistan: non potremmo fare quello che facciamo senza la vostra fiducia e il vostro sostegno. Ringraziamo anche i nostri donatori e partner per la loro generosità fino ad oggi, ma li esortiamo a continuare a sostenere i bambini, soprattutto con l’inverno alle porte.” 

com.unica, 15 agosto 2022