Sabato 24 ottobre, nello splendido paesaggio dell’Orto Botanico Sapienza (Largo Cristina di Svezia 23r/24 a Roma), ha preso il via un percorso artistico insolito, al nome delle Ninfe dell’acqua. “Storie di Limnadi. Da Monet a Vian” il racconto della mostra a cura di Elisabeth Vermeer che si apre, metaforicamente, proprio nell’antro delle Ninfe.
Mircea Eliade scrive a proposito: “Erano le divinità di tutte le acque correnti, di tutte le sorgenti, di tutte le fonti. Erano al loro posto, nelle acque, fin dal principio del mondo; dai greci ricevettero forse la forma umana e il nome”.
Le Limnadi sono quelle divinità inferiori che personificavano l’aspetto delle acque stagnanti. Scandiscono l’incipit del viaggio che ricostruisce l’asse temporale e tematico da Claude Monet, padre dell’Impressionismo a 180 anni dalla sua nascita per raggiungere il più giovane Boris Vian nel suo centenario, passando per il mondo surreale del romanzo di culto “La Schiuma dei Giorni”.
Dopo il suo esordio al Festival Internazionale della Poesia “Parole Spalancate” 2020 a Genova, il progetto dedicato ai due pionieri dell’arte e della letteratura e alle piante acquatiche per eccellenza, le ninfee tradotte in arte, verrà accolto al Museo Orto Botanico “Sapienza” dell’Università di Roma, per la sua terza tappa espositiva. Il progetto concepito e curato da Elisabeth Vermeer per Design for Everyday Life rinsalda l’unione atavica che lega l’uomo all’acqua, offre un’occasione di riflettere sull’importanza dell’acqua nell’ecosistema, oltre all’invito emotivo per un ritorno alla natura, attraverso il contributo della botanica e dell’arte, della storia, della mitologia, della poesia, del canto, della musica e dei rispettivi linguaggi.
Il paesaggio variegato dell’Orto, dotato di stagni, fontane e laghetti suggestivi, funge da palcoscenico per alcuni interventi di arte pubblica, delle installazioni galleggianti che, come un libro per immagini immerso in acqua, generano una rete associativa e trasversale di letture con un messaggio corale di trenta voci, un ammonimento a fermarci ogni tanto per ripensare il nostro rapporto con la natura. Gli artisti sono sempre testimoni del loro tempo e benché l’arte non possa cambiare le cose, resta comunque uno strumento comunicativo di grande forza evocativa.
La memoria di Claude Monet si riflette in un’opera site specific ambientata nel laghetto inferiore del Giardino Giapponese dove sessanta monotipie su acetato in dimensioni variabili, realizzate dall’artista veneto Francesco Geronazzo, formano un fitto tappeto di foglie di ninfea che sfidano il giardino acquatico del maestro francese.
In un altro punto dell’Orto le acque torbide del grande stagno con la sua vegetazione acquatica, fanno da sfondo per i lavori di trenta tre artisti internazionali stampati su foglie di acetato che si piegano, si separano e si riuniscono come le ante di un Leporello sotto il vento. Alcune sculture tessili della designer Silvia Zambarbieri per D’Iside sono allestite nel paesaggio dell’Orto, trasferendo la magia delle ninfee in fiori attraverso la pittura e il ricamo su stoffe naturali ed ecosostenibili.
Partecipano a questa iniziativa itinerante fino alla fine del 2020 artisti provenienti dal territorio nazionale, da paesi europei e da altri continenti: Carlo Accerboni (Genova); Silvia Bibbo (Mar De Plata); Simona Campi (Genova); Salvio Capuano (Bacoli); Roberto Carloni (Roma); Maria Cristina Cincidda (Firenze/Sardegna); Fabrizio Cillo (Bari) con Maria Natalie Skjeset (Norvegia), Julia West (USA) Laura Benvenuti (Italia), Maya Sabados (Canada); Uri De Beer (Tel Aviv); D’Iside (Firenze); Antonio Di Pace (Genova); Maurizio Elettrico (Napoli); Marilena Faraci (Francoforte); Laura Fonsa (Sardegna); Francesco Geronazzo (Margaret River, Australia); Enza Lomonaco (Catania); Dania Marchesi (Genova); Malgosia Mitka (Cracovia); Joanne Morgan (Londra); Françoise Morin (Annécy); Enzo Navarra (Trieste); Erzsebet Palasti (Budapest/Roma); Gloria Pastore (Napoli); Mario Pepe (Genova); Laura Peres (Viareggio); Farzaneh Rostami (Teheran/Vancouver); Claire Jeanine Satin (Dania Beach, Florida); Gian Luigi Suman (Genova); Marisa Tumicelli (Verona); Serena Vestene (Verona).
In conformità con le normative Anti_Covid in vigore l’evento “Storie di Limnadi. Da Monet a Vian” si è svolto esclusivamente negli spazi dell’Orto all’aria aperta. Dopo i saluti di benvenuto di Fabio Attorre, Direttore del Museo Orto Botanico Sapienza, è prevista la visita alle opere con la curatrice, accompagnata da letture poetiche con Martina Mei, Gianluca Pistilli e Mara Fronzi che leggono anche brani di Claudio Pozzani, Serena Vestene e Marisa Tumicelli.
Si sono alternati brevi interventi musicali, un intervento dei cantori di musica antica a cappella, Rossana Damianelli (soprano) e Paolo Fabbroni (basso) e una performance al sassofono del musicista Feng Jianyu. Il progetto patrocinato dal Festival Internazionale della Poesia Parole Spalancate di Genova e coordinato da Design for Everyday Life, è realizzato in stretta collaborazione con il Museo Orto Botanico Sapienza. Hanno collaborato alla migliore riuscita l’Accademia d’Ungheria in Roma; l’Accademia Musicale AIMART, Roma; l’Associazione FotoPoesia, Genova, ArteDisegno snc e Calliope Bureau per le Pubbliche Relazioni. La mostra rimarrà allestita fino all’1 novembre e può essere visitata ogni giorno dalle ore 9.00 alle 18.30.

com.unica, 26 ottobre 2020