È stato approvato ieri dal Consiglio dei ministri il nuovo scostamento di bilancio, pari a 25 miliardi, che sarà votato in Parlamento mercoledì 29 luglio. Inizialmente si era parlato di 20 miliardi ma, dopo una riunione tra il premier Giuseppe Conte, i ministri Roberto Gualtieri, Stefano Patuanelli e Nunzia Catalfo, e i rappresentanti dei partiti della maggioranza, sono stati aggiunti altri 5 miliardi. Le risorse, come si legge nel comunicato pubblicato nel sito di Palazzo Chigi, verranno utilizzate per prorogare la cassa integrazione; sostenere le imprese e i settori più colpiti dalla crisi economica legata alla pandemia anche “attraverso una riprogrammazione delle scadenze fiscali dei prossimi mesi”; far ripartire l’insegnamento in presenza in condizioni di sicurezza.

Ma gran parte della riunione ha riguardato la discussione sulla decisione di prorogare lo stato di emergenza al 31 ottobre. Sulla misura già nei giorni scorsi l’opposizione è insorta. Ma, spiegano fonti di governo, obiettivo della decisione è non far decadere le ordinanze emanate finora dal commissario straordinario per l’emergenza Covid Angelo Borrelli. Non solo, la proroga permette allo stesso Borrelli di varare nuove ordinanze restrittive o comunque legate all’emergenza. Emergenza dalla quale, spiegano le stesse fonti, “l’Italia non è completamente fuori”. Per quanto riguarda invece il Mes, secondo alcune fonti di maggioranza, alla fine si è deciso di rinviare la discussione, soprattutto per il pressing del M5S, da sempre contrario.

In mattinata invece il Presidente del Consiglio Conte ha illustrato i risultati degli accordi raggiunti con gli altri leader europei a Bruxelles. A Bruxelles, ha spiegato Conte “è stata confermata una risposta ambiziosa, adeguata alla posta in gioco. E in questa prospettiva abbiamo lavorato non solo per preservare il nostro Paese ma anche le prerogative delle istituzioni Ue, da alcuni tentativi insidiosi” nei confronti della stessa Europa. “Ci sono stati dei momenti in cui la rigidità delle differenti posizioni sembrava insuperabile. Ma anche in quei momenti continuava a maturare la consapevolezza di un profondo senso di responsabilità. Non potevamo fallire, accedere a un mediocre compromesso o rinviare la soluzione. Il risultato non appartiene ai singoli, neppure a chi vi parla, al governo, o alle forze di maggioranza. Appartiene all’Italia intera”. 

com.unica, 23 luglio 2020