Dopo una interminabile notte di trattative e ben cinque giornate di negoziato, i leader europei hanno approvato il piano straordinario da 750 miliardi per salvare i Paesi più colpiti dalla crisi economica causata dal Coronavirus. La notizia è arrivata intorno alle 5.30 del mattino del quinto giorno di negoziato: «Deal!», ha scritto il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel su Twitter. “Ci siamo riusciti. L’Europa è solida, è unita. È stato difficile ma è stata una maratona che è finita con un successo per tutti. È un momento centrale nella storia dell’Europa. È la prima volta che rafforziamo insieme le nostre economie contro la crisi”. “Giornata storica per l’Europa!”, ha esultato il presidente francese, Emmanuel Macron, sempre su Twitter.

Per ottenere l’approvazione dei cosiddetti “frugali” (Olanda, Austria, Danimarca, Svezia e Finlandia), l’ultima bozza proposta dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha ridotto la quota dei trasferimenti, da 500 a 390 miliardi, aumentando i prestiti, da 250 a 360 miliardi, ed eliminando alcuni programmi che non avevano già un’assegnazione nazionale certa, come il fondo per la ricapitalizzazione delle imprese europee. Soddisfazione è stata espressa da tutti i leader presenti. Alla fine ha prevalso l’asse Macron-Merkel e si può dire che tra coloro che hanno portato a casa il risultato migliore ci sono soprattutto i paesi dell’area del mediterraneo, con Italia e Spagna in testa, che sono riuscit ad ottenere un guadagno netto sui fondi del Recovery e soprattutto sulle sovvenzioni a fondo perduto che, anche se scendono sotto i 400 miliardi, non riducono di molto la parte destinata ai piani di rilancio rispetto alla proposta iniziale.

Ma non si può dire allo stesso tempo che in questa dura contesa i paesi frugali abbiano perso: hanno infatti costretto Michel, von der Leyen, Merkel, Macron e tutti gli altri a scendere sotto la soglia psicologica dei 400 miliardi di sussidi, venendo peraltro da una proposta iniziale di 500. Inoltre, hanno dimostrato ai loro elettori di aver saputo tenere testa all’asse franco-tedesco, riuscendo anche ad aumentare i ‘rebates’, cioè i loro sconti al bilancio.

L’Italia riceverà complessivamente 208,8 miliardi di euro di cui 81,4 a fondo perduto, solo 400 milioni in meno rispetto alla proposta della Commissione ) e 127,4 miliardi di prestiti per fare le riforme secondo le priorità e le raccomandazioni dell’Ue. “Abbiamo conseguito questo risultato tutelando la dignità del nostro Paese e l’autonomia delle istituzioni comunitarie”, ha affermato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa convocata subito dopo il termine del meeting. E ha aggiunto: “Il governo italiano è forte: la verità è che l’approvazione di questo piano rafforza l’azione del governo italiano. Ora avremo una grande responsabilità: con 209 miliardi abbiamo la possibilità di far ripartire l’Italia con forza e cambiare volto al Paese. Ora dobbiamo correre”.

com.unica, 21 luglio 2020