Le linee guida per la gestione della graduale riapertura delle sedi espositive e proposte per il rilancio dei musei civici nel futuro

Bologna, 29 aprile 2020 – Mentre si avvicina anche per i musei e le mostre l’attuazione della cosiddetta “Fase 2” per il contenimento dell’emergenza epidemiologica Covid-19 che – secondo quanto annunciato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte – dal prossimo 18 maggio dovrebbe consentire il graduale riavvio del servizio di apertura al pubblico nel rispetto dei protocolli di sicurezza disposti dalle autorità governative, l’Istituzione Bologna Musei, in tutte le sue articolazioni, inizia a delineare alcuni punti da cui ripartire per proseguire, e necessariamente ripensare, la propria missione come servizio pubblico essenziale.

L’interruzione di apertura delle sedi museali in corso dallo scorso 8 marzo ha generato una cesura di dimensioni inimmaginabili, non solo nel sistema culturale ma nell’intero complesso della nostra organizzazione sociale ed economica. Una crisi priva di precedenti storici nell’età contemporanea che ha, tuttavia, offerto una grande opportunità per immaginare e sperimentare una nuova relazione di senso con il pubblico, ovvero la ragione stessa di esistenza di un museo e di ogni istituzione culturale.

Di fronte all’impossibilità di accogliere fisicamente i visitatori negli spazi espositivi, gli operatori dei musei civici di Bologna si sono fin da subito attivati per offrire servizi di qualità a distanza, dimostrando un’ottima capacità di adattamento alla modalità di lavoro agile, in un contesto sfidante che ogni giorno ha richiesto inediti sforzi organizzativi.

L’obiettivo è stato, e continuerà a essere, quello di non sospendere il rapporto con il pubblico e proseguire nella valorizzazione, promozione e divulgazione delle collezioni permanenti e delle mostre temporanee, rimanendo costantemente aperti online attraverso la diffusione di immagini e di storie, per rispondere alla domanda di arricchimento attraverso l’arte e la cultura anche durante le settimane di quarantena.

Le porte dei musei aperte sul web

L’accessibilità al patrimonio artistico e culturale è stata assicurata da un palinsesto di attività digitali che ha coinvolto l’intero sistema museale civico, composto da 13 spazi espositivi oltre al Complesso Monumentale della Certosa. Nuovi contenuti testuali e multimediali; materiali di approfondimento di archivio; consultazione online di sezioni, percorsi tematici e cataloghi delle opere; virtual tour; videogame e visite virtuali attraverso la app MuseOn sono le principali offerte che il pubblico ha potuto trovare quotidianamente collegandosi ai nostri siti web e alle piattaforme dei social media, contrassegnati dagli hashtag #iorestoacasa #laculturanonsiferma #apertiaportechiuse.
Le differenti azioni di valorizzazione integrata tra i siti web e i social media dei singoli musei, è stata realizzata in coordinamento con il profilo Instagram @bolognamusei e il sito web www.museibologna.it, ampliato con due nuove sezioni: “Percorsi online” da cui si accede a contenuti informativi e risorse online disponibili sulle collezioni permanenti dei musei, e “Video” in cui è possibile trovare i video principali caricati sulle varie pagine YouTube di ogni museo.

La trama del racconto digitale si è avvalsa di differenti format, anche in base alle specificità di ogni ambito disciplinare di cui si compone l’Istituzione Bologna Musei: archeologia, arte antica, arte moderna e contemporanea, musica, storia e memoria, patrimonio industriale e cultura tecnica.

Dalla serie di pillole video “2 minuti di MAMbo” giunta alla 44° puntata, che ogni giorno, dal martedì alla domenica, alle ore 15 sul canale YouTube MAMbo Channel raccontano, attraverso lo sguardo di ospiti ogni volta diversi, la collezione permanente MAMbo, il Museo Morandi, le attività di mediazione del Dipartimento educativo e la mostra AGAINandAGAINandAGAINand, alle notizie, curiosità e video sul patrimonio proposte dal Museo Civico Archeologico. Dalle dirette Facebook La Storia #aportechiuse realizzate dal Museo civico del Risorgimento, in collaborazione con 8cento APS, Associazione Didasco e Associazione Amici della Certosa di Bologna per approfondire eventi, persone, opere d’arte del nostro paese al ricchissimo archivio visibile sul canale YouTube del Museo della Musica con le registrazioni di concerti, eventi e attività didattiche per bambini. Dal videogioco WunderBO in cui il giocatore è chiamato a collezionare reperti provenienti dal Museo Civico Medievale e dai video sulle due mostre promosse dai Musei Civici d’Arte Antica – Imago splendida. Capolavori di scultura lignea a Bologna dal Romanico al Duecento al Museo Civico Medievale e Il Camino dei Fenicotteri. I disegni dei Casanova dall’Æmilia Ars alla Rocchetta Mattei al Museo Davia Bargellini, fino al racconto delle collezioni del Museo del Patrimonio Industriale con la ricostruzione storica del tessuto produttivo sviluppatosi a Bologna dal XII secolo fino a oggi con il percorso multimediale “La Fabbrica del Futuro”.

Sono state inoltre sperimentate nuove modalità di fruizione dell’arte. Va ricordato come il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna sia stato il primo istituto museale in Italia, a fine febbraio, a utilizzare la trasmissione in live streaming per la fruizione della teatrale scultura performativa Bonjour dell’artista Ragnar Kjartansson, allestita nell’ambito della collettiva AGAINandAGAINandAGAINand dedicata al tema del loop.

Grazie ad un prezioso lavoro di networking, le principali iniziative promosse dai musei civici hanno trovato un importante canale di rilancio nelle istituzioni impegnate in queste settimane a sostenere forme alternative di condivisione pubblica dell’arte e della cultura, in particolare il Dipartimento Cultura e Promozione della città del Comune di Bologna attraverso il sito web http://agenda.comune.bologna.it/cultura/ e l’Assessorato regionale alla Cultura e Paesaggio della Regione Emilia-Romagna con i siti web http://ibc.regione.emilia-romagna.it e www.emiliaromagnacreativa.it, oltre al portale www.lepida.tv sul canale 118 del digitale terrestre.

Pur se l’utilizzo di strumenti digitali e tecnologie interattive appare ancora limitato nei musei italiani, quanto sperimentato in questa situazione di crisi indica chiaramente che un’adeguata applicazione delle loro potenzialità costituirà per le organizzazioni culturali un paradigma strategico sempre più imprescindibile per l’aggregazione di utenti. Nei prossimi mesi verrà approfondita la riflessione già avviata su come arricchire le esperienze di visita, a cominciare dal restyling dei siti web e progetti di realtà virtuale. La reazione positiva del pubblico, rilevata sia in termini numerici che di qualità delle interazioni stimolate, indirizzerà sempre di più la strategia web verso maggiori spazi e occasioni di condivisione e di dialogo e nuovi percorsi e modalità di visita, anche personalizzabili. L’incoraggiante risposta di interesse per la scoperta delle collezioni permanenti e delle mostre temporanee attraverso frames con la viva voce di artisti, curatori e specialisti verrà sostenuto con la produzione di nuovi contenuti con il format divulgativo che è risultato maggiormente vincente in questa fase: le brevi interviste che approfondiscono e arricchiscono di storie i nostri contenuti.

Alcuni dati quantitativi di interesse:

884 i nuovi iscritti al canale YouTube di MAMbo

1.107 gli utenti dell’app MuseOn che hanno seguito due percorsi tematici sulle collezioni permanenti del Museo Civico Archeologico e dei Museo Civico Medievale

118.539 le sessioni visitate sul sito web Storia e Memoria di Bologna

+ 50% e + 140% negli insights di Facebook e Twitter per i Musei Civici d’Arte Antica

+ 200% di copertura dei post sulla pagina Facebook del Museo della Musica

20 contributi video caricate sul nuovo canale YouTube del Museo del Patrimonio Industriale.

Il ruolo sociale dei musei civici

Se appare ineludibile una strategia che pone sempre più al centro gli utenti e i valori generati dal loro contatto con le opere d’arte, d’altra parte non va dimenticato che i musei civici non sono solo spazi espositivi ma veri e propri hub culturali che fanno riferimento a comunità plurali – i residenti, i turisti, i formatori, gli artisti e gli operatori culturali – verso le quali essi rivestono una funzione di servizio sociale pubblico. Per ciascuna di queste categorie andranno dunque progettate e realizzate le iniziative. Nei confronti dei residenti attraverso azioni di welfare culturale che devono cercare di avvicinare i non-ancora pubblici. Nei confronti dei turisti attuando modalità comunicative e di accoglienza che siano in grado di enfatizzare l’eccellenza del patrimonio storico-artistico permanente e l’eccezionalità della figura di Giorgio Morandi come attrattore internazionale. Nei riguardi dei formatori sussiste il dovere di innovare continuamente l’attività didattica in un’ottica sempre più integrata con quella espressa dalle istituzioni scolastiche. Infine, per gli operatori della cultura i musei civici devono essere percepiti come punti di riferimento anche in chiave di opportunità di professionalizzazione e impiego lavorativo.

La responsabilità nella tutela dei lavoratori

L’obbligo della sospensione di apertura e il repentino ridimensionamento degli intensi flussi turistici che negli ultimi anni hanno affollato i nostri musei, in particolare durante le stagioni primaverile ed estiva, pongono problemi di bilancio a fronte di circa il 50% delle entrate coperte non da trasferimenti dell’Amministrazione comunale ma da proventi derivanti da ingressi, affitto spazi, merchandising, sponsorizzazioni.

Si tratta di una condizione di allarmante difficoltà che sta investendo i musei di tutto il mondo. Alcuni hanno reagito agli enormi danni economici causati dall’emergenza Coronavirus attuando drastici tagli al personale. Sono notizie di cronaca che negli ultimi giorni hanno suscitato eco in tutto in mondo i piani di ristrutturazione adottati da alcune delle più prestigiose istituzioni museali statunitensi. Da un giorno all’altro il dipartimento educativo del Museum of Modern Art di New York si è visto azzerare tutte le attività e sospendere a tempo indefinito ogni nuovo incarico contrattuale per 85 educatori assunti come collaboratori esterni, mentre il San Francisco Museum of Modern Art ha licenziato oltre 300 impiegati.

Nel quadro di una crisi tanto drammatica quanto incerta nei suoi sviluppi e conseguenze ancora da quantificare, l’Istituzione Bologna Musei reagisce scegliendo di percorrere una strada diversa, più ardua, che corrisponde al suo stesso presupposto identitario di sistema di musei civici, ovvero al servizio della comunità, consapevoli di detenere un importante ruolo sociale. La responsabilità di tutela avvertita nei confronti di circa un centinaio di lavoratrici e lavoratori esterni che hanno un rapporto di collaborazione pluriennale, in prevalenza giovani addetti ai servizi museali e alla didattica, impone di non arrendersi ma di impegnarsi per rilanciare in forma continuativa la programmazione e i servizi, anche attraverso innovazioni creative.

Al momento attuale si sta attivamente operando in vista della possibile apertura annunciata per il 18 maggio. I musei civici di Bologna sono pronti, anche se si attende di conoscere nel dettaglio le prescrizioni di sicurezza indicate dalle autorità governative. È confermata la proroga fino al 6 settembre 2020 della mostra Imago splendida. Capolavori di scultura lignea a Bologna dal Romanico al Duecento allestita nel Lapidario del Museo Civico Medievale, grazie alla generosa disponibilità di tutti gli enti prestatori, tra i quali la Fondazione Giorgio Cini di Venezia che ha concesso un grande Cristo ligneo policromo duecentesco, presentato per la prima volta al pubblico dopo il restauro del 2011. Si sta inoltre verificando la possibilità di rendere di nuovo accessibile la grande mostra Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna con circa 1400 oggetti provenienti da 60 musei ed enti italiani e internazionali, in accordo con Electa che ha prodotto l’esposizione. In linea generale, per i musei civici si tratterà di un’apertura con una revisione degli orari per le ragioni di bilancio dovute, appunto, alle minori entrate, ma prontamente adeguabile anche di fronte alla reazione del pubblico.

Sul fronte della formazione educativa, è in corso di reimpostazione l’attività didattica per il prossimo anno scolastico con un’offerta integrata che prevederà sia una proposta digitale sia una presenza nelle sale in condizioni di sicurezza. Nel frattempo, già per questi ultimi mesi scolastici, è stata riorganizzata in corsa l’offerta per le scuole con modalità di didattica online distribuita su tutte le aree museali. Sono oltre 200 le classi che al momento hanno aderito a questa nuova proposta. È inoltre allo studio una rimodulazione alternativa dei campi estivi già organizzati negli scorsi anni, sulla base delle misure di prevenzione e protezione che verranno definite dalle autorità competenti.

È importante sottolineare come le ipotesi su cui l’Istituzione Bologna Musei sta ragionando dovrebbero attenuare, al massimo delle possibilità consentite, il disagio degli operatori impegnati nei servizi educativi offrendo, nel rispetto di condizioni che garantiscano la massima tutela della salute dei bambini e delle famiglie, un’opportunità di crescita per le nuove generazioni attraverso gli stimoli dell’arte e, più in generale, un contributo al benessere e alla qualità della vita in un momento di grave difficoltà sociale.

Le prospettive future

Immaginare il futuro dei musei in uno scenario di superamento della fase epidemiologica più acuta è una riflessione di cruciale importanza a cui stanno contribuendo i responsabili delle varie aree disciplinari. Una previsione di analisi da cui non è possibile prescindere riguarda il mercato del turismo culturale, che plausibilmente sarà meno orientato alla fruizione del grande evento e più motivato verso la ricerca di un’esperienza in grado di trasmettere autenticità e unicità. Un turismo culturale più meditato, con tempi di consumo meno frenetici, che potrà apprezzare il valore unico e distintivo delle nostre collezioni permanenti, il nucleo fondamentale che definisce la natura stessa di un museo. Tutti gli studiosi concordano infatti sulla valutazione che un domani saranno avvantaggiati i musei che conservano significative collezioni permanenti rispetto a strutture espositive che utilizzano gli spazi, pur di pregio, come contenitori per mostre temporanee.

L’offerta dei musei civici andrà dunque orientata in un’ottica di valorizzazione che segua questa bussola: i percorsi tematici interni e trasversali ai musei, le narrazioni, il ruolo della comunicazione, compresa quella digitale e i social media. Questo implica un radicale cambiamento prospettico che va sostenuto cominciando a creare le condizioni per un cambiamento di sensibilità in quella parte di Bologna affezionata all’idea di spettacolari eventi espositivi come motore di attrazione turistica. L’intera città deve sentirsi chiamata a contribuire alla costruzione di un progetto che valorizzi l’inestimabile capitale di bellezza, cultura e immaginazione che può vantare. Un capitale che può produrre conoscenza ed emozioni a partire dalla straordinaria ricchezza e varietà delle sue collezioni permanenti e dal loro complesso di infinite relazioni con il divenire storico del suo contesto urbano, dalle origini della loro formazione alla conservazione attraverso i secoli, fino a giungere al nostro sguardo contemporaneo.

Bologna città di Giorgio Morandi

Bologna come destinazione del nuovo turismo dovrà porre dunque al centro le collezioni permanenti di tutti i suoi musei, non solo quelli civici, in una geografia culturale dove il Museo Morandi possa emergere per capacità attrattiva, in ragione di un originale percorso artistico il cui valore è riconosciuto e celebrato in tutto il mondo.

In queste settimane di lockdown globale, Giorgio Morandi è l’artista italiano più citato a livello internazionale. La sua rigorosa pratica artistica e il suo silenzioso mondo interiore vengono percepiti in perfetta sintonia con l’oggi e con un domani più consapevole e più riflessivo. Solo pochi giorni fa sul sito del Financial Times è apparso un articolo della critica d’arte Rachel Spence che racconta come l’enigmatico pittore italiano seppe trovare ispirazione per la sua straordinaria vicenda artistica in una condizione di confino autoimposto durante gli anni del regime fascista e oltre. L’autrice definisce il maestro bolognese “un compagno ideale per quelli di noi che stanno affrontando il confino domestico”.

Che Morandi sia un artista capace di interrogare il nostro tempo nelle sue istanze più profonde come pochi altri, lo testimonia anche l’eccellente posizionamento, nelle annuali classifiche delle mostre più visitate nel mondo stilate dal mensile specializzato “Il Giornale dell’Arte” sul numero di aprile, raggiunto dalla mostra Una mirada atrás. Giorgio Morandi y los Maestros Antiguos / A Backward Glance. Giorgio Morandi and the Old Masters organizzata dal Guggenheim Museum di Bilbao dal 12 aprile al 6 ottobre 2019: 6° posto nella classifica delle esposizioni con biglietto dedicato e 28° posto in quella delle mostre con tutte le tipologie di ingresso rilevate (gratuito, integrato, dedicato). I visitatori sono stati 702.010, con una media giornaliera di 4.236. Il Museo Morandi di Bologna ha collaborato alla realizzazione del progetto espositivo con un prestito di quindici opere, tra dipinti e incisioni con la tecnica dell’acquaforte, oltre a cinque lavori di antichi maestri appartenenti alla collezione di Morandi e di norma conservati a Casa Morandi, in via Fondazza 36 a Bologna.

Colori e forme del visibile, la prima retrospettiva su Morandi organizzata in Cina e una tra le più complete finora mai realizzate, la cui inaugurazione è prevista al CAFA Art Museum di Pechino per il prossimo autunno, è in questi giorni sottoposta a una ulteriore verifica tra i vertici del museo e la nostra rappresentanza diplomatica in Cina.


Questa attualità internazionale di Morandi ci indica una strada importante. Dopo la sentenza di primo grado emessa dalla prima sezione civile del Tribunale di Bologna sulla collocazione del Museo Morandi, la città ha adesso la grande occasione, unica e irripetibile, di associare la propria identità metropolitana quale importante attrattore del turismo culturale nazionale, e soprattutto internazionale, alla figura di Morandi e a una valorizzazione del suo museo monografico. Bologna è una città generosa quando decide di valorizzare importanti segni iconici e identitari unici e significativi. Lo ha fatto recentemente per la statua del Nettuno, lo farà per i Portici e lo deve, a maggior ragione, fare per Morandi, mettendo in moto un movimento che dal livello locale raggiunga il Governo. La più grande collezione al mondo di Morandi presente a Bologna è, infatti, un attrattore turistico potente non solo per la città o la nostra Regione, ma per l’Italia intera.

com.unica, 30 aprile 2020

Nell’immagine in alto Mambo-collezione permanente, foto di Giorgio Bianchi