In barca a vela sulla Via della Seta, da Trieste a Hong Kong, attraverso il canale di Suez, con un Grand Soleil 50 del 2005 acquistato l’estate scorsa e preparato per la traversata. Sono arrivati a Kochi, in India, l’italiano Fabrizio Pizzioli e l’americano Matt Wakeling che hanno creato e finanziato “We sail the silk road”, progetto che li ha visti partire il 3 marzo scorso da Trieste e che li vedrà arrivare in Cina, dove entrambi hanno vissuto per circa un decennio. 
“Stiamo navigando lungo 8500 miglia nautiche (avendo già conquistato 5000mn) attraversando 20 paesi e 3 continenti, solcando i mari notoriamente più pericolosi del mondo su una rotta assolutamente inusuale per imbarcazioni turistiche”, spiega Pizzioli, triestino. “Abbiamo attraversato il Canale di Suez, ci siamo fermati a Suak, in Sudan, e ripartiti un giorno prima del colpo di stato. Controvento abbiamo proseguito verso Bab el-Mandeb “The gate of tears”, fermandoci a Gibuti e dopo una settimana siamo ripartiti per il Golfo di Aden, detto anche The High Risk Zone per la presenza dei pirati, fermandoci poi a Socotra, in Yemen, prima di entrare nel Mare Arabico, Oceano Indiano”.
Domenica scorsa, 5 maggio, i due sono arrivati a Kochi, in India, da dove partiranno per affrontare il Golfo di Bengala. 
La spedizione, spiegano i due velisti, vuole “enfatizzare l’importanza di accompagnare gli interessi commerciali con un altrettanto importante scambio culturale e una reciproca comprensione e fiducia fra i popoli, lungo la via della seta. Saremo una microscopica ma significativa materializzazione di questa idea, portando di porto in porto, di mare in mare e oceano in oceano una narrativa di vicinanza. Sarà un modo per scoprire da vicino la Via della Seta, i suoi segreti, i suoi pericoli e la grande bellezza di questa leggenda del mare, solcata da imbarcazioni arabe, persiane, indiane, europee e cinesi da almeno il nono secolo DC”. 
Dall’India ora li aspetta l’ultimo tratto: “verso le isole Andaman per procedere verso la sofisticata e moderna Singapore. Preso un po’ di respiro punteremo a nord verso l’isola cinese di Hainan, Sanya. Ultimo tratto sarà una veleggiata di qualche giorno fra Sanya e Hong Kong”. 
In questo loro viaggio, Pizzioli e Wakeling abbracciano anche “un messaggio ecologico e un viaggio nel rispetto del mare; non solo la vela è un mezzo di trasporto di per se a basso impatto, ma – spiegano – viaggeremo sempre nel rispetto della natura del mare e di tutte le sue forme di vita, usando prodotti biodegradabili ed ecologici. La Via della Seta deve riportarci anche ad una connessione maggiore con la natura, con la quale lavorare in armonia e nella quale immergerci; e non da dominare e sottomettere”. 
Wakeling, un imprenditore americano, e Pizzioli, neuroscienziato italiano, si sono incontrati a Shanghai, dove hanno vissuto per un decennio: “non siamo velisti esperti, ma due persone comuni che hanno cercato nella loro vita di superare i propri limiti con razionalità e coraggio, lasciandosi sempre alle spalle quella comfort zone che così spesso limita la nostra crescita”. 
Il loro viaggio è quasi terminato: tutti i racconti e le foto sono sul blog www.wesailthesilkroad.com, sulla pagina facebook di Pizzioli e il profilo instagram della traversata.

com.unica, 10 maggio 2019